composizioni floreali chiesa
La realizzazione di composizioni floreali per la chiesa richiede il rispetto di alcune norme fondamentali in considerazione del luogo specifico cui sono destinate. E’ bene sottolineare, innanzitutto, che i fiori possono costituire una parte fondamentale della celebrazione liturgica, in quanto forma artistica che si rivela una parabola d’amore divina. In particolare, i fiori rappresentano un esempio della gratuità dell’amore di Dio, visto che sono inutili, almeno in apparenza, all’interno di un mondo costantemente teso all’efficienza e alla produttività; ma sono anche un esempio della speranza che dall’amore di Dio proviene, in virtù del loro continuo e fedele riapparire, una volta all’anno, all’interno di una realtà insicura. Ancora, i fiori costituiscono una parabola straordinaria e sorprendente della purezza dell’amore di Dio, considerata la loro bellezza priva di artifici, che risalta nei confronti di un mondo molto sofisticato, ma soprattutto della discrezione di tale amore, poiché discreti e silenziosi si rivelano essi stessi. Le composizioni floreali destinate alla chiesa, inoltre, spiccano per la loro delicatezza e la loro fragilità in un contesto reale che spesso si propone come violento.
Da un punto di vista storico, l’arte floreale liturgica può essere fatta risalire, in origine, alla contemplazione del trittico “Portinari” da parte di Genevieve Vacherot: la sua intuizione, che nel giro di breve tempo si trasformò in una vera e propria convinzione, fu quella di lasciare spazio alla parola divina tramite la contemplazione di un bouquet, in grado di consolare, trasformare e intuire. Attraverso gli elementi naturali, e in particolare i fiori, infatti, è possibile parlare di Dio in collegamento con le Sacre Scritture, rivolgendosi a una specifica comunità; e, sempre attraverso i fiori, si può pregare, rivolgendosi a Dio, per adorarlo e chiedere una sua intercessione. Risulta evidente, pertanto, che ciascuno spazio liturgico che viene infiorito per una specifica occasione con il materiale a disposizione seconda una disposizione ponderata entra a far parte di un cerchio che serve a esaltare l’Altare della creazione sotto il profilo artistico. Entrando nello specifico, sono diverse le parti che possono essere decorate con addobbi floreali: la croce, l’ambone, il cero pasquale, il battistero e l’altare. Non è detto, per altro, che esista un’unica occasione liturgica che possa essere infiorita: che si tratti di una semplice domenica o di un ricco matrimonio, di un puro battesimo o di un funerale, cortecce d’albero, bugie, muschio, ceppi, coppe e vasi possono essere usati con fiori (diversi per colori, numero e specie) al fine di realizzare composizioni e bouquet differenti, diritti, rotondi, a esse, triangolari, a elle, e così via. Trattandosi di un’arte, quella dedicata alla liturgia floreale non ha un fine immediatamente pratico, ma si impara e si regala a beneficio dell’intera comunità. Per riprendere le parole di Genevieve Vacherot, i fiori non servono a decorare, ma significano, visto che la chiesa è il posto in cui ogni cosa, oltre che bella, deve essere significativa.
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Entrando nello specifico, come bisogna agire concretamente? In primo luogo occorre selezionare quegli elementi che torneranno utili per indicare la linea principale che costituirà la struttura complessiva del bouquet. Quando si parla di scegliere, si fa riferimento, in primo luogo, alla capacità di eliminare. In altre parole, occorre una precisa attenzione che permetta di individuare unicamente i rami belli e delicati come il tratto di un calligrafo, in grado di fornire un senso e un segno. Particolarmente difficile e impegnativa risulta, quindi, l’arte della sfrondatura. Se è vero, infatti, che un eccesso di fiori finisce per uccidere i fiori, il bouquet potrebbe non essere in grado di respirare a causa della sovrabbondanza, che soffoca e ostruisce. Tra i vari elementi vegetali, dunque, deve essere lasciato spazio a sufficienza per consentire alla luce di penetrare. L’illuminazione, infatti, a seconda dell’ora del giorno o della notte, riuscirà a mettere in evidenza colori e forme particolari. Importante risulta, poi, il vuoto in corrispondenza del punto focale del bouquet, a significare accoglienza e disponibilità: verso un comune fratello o verso il Signore. Insomma, poiché la liturgia si traduce nel desiderio di servire rispettando la verità, occorre prestare attenzione alla facile tentazione di cadere nell’estetismo puro.
Una composizione floreale in chiesa non deve essere solo bella, ma servire all’assemblea, aiutarla a pregare e a entrare in contatto diretto con Dio. Deve, in sostanza, permettere alla comunità di vivere il più possibile l’alleanza con la divinità. Il bouquet, dunque, non deve mai venire meno alla sua caratteristica più importante, vale a dire quella di essere al servizio della Liturgia. Mai fini a se stessi, i fiori devono far sì che lo sguardo degli osservatori non si fermi all’aspetto estetico, ma vada oltre, in direzione dell’Altro: per questo motivo, occorre un equilibrio tra elementi vegetali e spazio libero: quando si parla di vuoto non si indica il nulla desertico, ma il luogo di transizione che lascia intravedere gli orizzonti più lontani, lo spazio della libertà. Tutte le caratteristiche del bouquet, dal numero di fiori ai colori, dalle forme alle dimensioni, dovrebbero tenere conto di questo principio basilare.
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