Rovo, More di rovo - Rubus

Generalità

Il rubus è un arbusto perenne, sarmentoso, semisempreverde, originario dell'Europa centro-meridionale. Costituisce una grossa ceppaia, da cui si dipartono numerosissimi fusti sottili, costoluti e arcuati, ricoperti da moltissime piccole spine arcuate; ogni anno il rubus produce molti polloni, che si possono sviluppare anche per alcuni metri in una sola stagione; i fusti sono densamente ramificati e talvolta prostrati, a formare un intrico spesso e impenetrabile. Le foglie del rubus sono composte, costituite da piccole foglie ovali, dentate, di colore verde scuro sulla pagina superiore, bianco sulla pagina inferiore. I fusti di un anno producono, a fine primavera, o all'inizio dell'estate, delle infiorescenze terminali a forma di pannocchia, costituite da piccoli fiori bianchi o rosati; in estate inoltrata produce i piccoli frutti verdi, che divengono neri a maturazione, commestibili. Sono tondeggianti, costituiti da alcune piccole drupe tonde, che contengono un singolo seme; dopo la fruttificazione i fusti disseccano. Le more sono frutti molto apprezzati crudi, oppure utilizzati per la produzione di confetture o di liquori; R. fruticosus è molto coltivato anche nei giardini per la particolarità di non avere spine, i frutti di questo rovo non sono molto dolci da crudi, ma sono ideali per preparare marmellate. Alcuni rovi vengono coltivati come piante decorative, presentando fioriture molto appariscenti, come R. spectabilis e R. odoratus.
foglie di rovo

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La mora

La mora fa parte dei cosiddetti “piccoli frutti”: vari arbusti perenni o a lenta crescita che producono frutti morbidi e succosi. Di questa categoria fanno parte i ribes, l’uva spina, i mirtilli, i lamponi, le fragole, l’uva e le more. Diversamente dagli alberi da frutto, che hanno bisogno di un grande spazio per crescere bene, queste coltivazioni sono ideali per una posizione assolata o leggermente ombreggiata di un piccolo giardino. Alcuni possono persino essere coltivati in contenitori e sono perfetti per cortili o balconi.

Famiglia e genere  Rosaceae, rubus idaeus, rubus ulmifolius (in coltivazione)
Tipo di pianta Arbusto, perenne
Esposizione Pieno sole, mezz’ombra al Sud
Rusticità Rustico
Terreno Ricco, subacido o neutro
Irrigazione Generalmente non necessaria
Concimazione Buone quantità di potassio, poco azoto
Frutti Drupe nere o viola, lucenti, acidule. Vi sono anche varietà rosse
Raccolta Da luglio a ottobre, a seconda delle varietà
Utilizzi Consumo fresco, per pasticceria o per marmellate, gelatine, sciroppi e succhi

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Esposizione

rovi I rovi preferiscono luoghi soleggiati, in natura si sviluppano ai bordi dei boschi, lungo scarpate e in radure soleggiate; non temono il freddo e si adattano a molteplici condizioni, talvolta diventando infestanti.


Annaffiature

more In genere possono sopportare periodi anche lunghi di siccità, accontentandosi delle piogge; per ottenere un raccolto migliore è però consigliabile fornire regolarmente acqua da maggio ad agosto, lasciando sempre asciugare bene il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Per un corretto sviluppo delle piante è bene interrare ai piedi della ceppaia del concime organico ben maturo, in autunno e all'inizio della primavera.


La mora selvatica e quella in coltivazione

La mora coltivata è stata ibridata a partire da quella selvatica (robus idaeus) che si può trovare allo stato spontaneo in tutte le aree collinari o montane. Le specie addomesticate sono generalmente prive di spine e risultano più rustiche e vigorose, inoltre producono frutti più grandi e in numero maggiore.

Il rovo spontaneo è un arbusto che produce ogni anno nuovi rami tendenzialmente sarmentosi che durano solitamente due anni e che portano frutti nell’ultima annata. Sugli steli e sui piccioli si trovano delle spine arcuate. I rami, arcuati, possono raggiungere i quattro metri di lunghezza. In natura durante il secondo anno di vita l’apice raggiunge il suolo per radicarvisi tramite margotta e continuare con l’opera di colonizzazione dell’area. Rapidamente forma degli agglomerati chiamati comunemente rovi.

Le foglie sono alterne, composite, palmate e denticolate, composte generalmente da cinque a sette foglioline. I fiori sono bianchi o rosati, con diametro di due centimetri, raggruppati in corimbi. Hanno cinque sepali e cinque petali con numerosi stami. I frutti vanno dal nero al bluastro e sono formati dall’aggregazione di piccole drupe che restano aderenti al ricettacolo fiorale.


Messa a dimora e spaziatura

rovo Le more dovrebbero essere messe a dimora tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera, salvo periodi in cui il terreno risulti ghiacciato o troppo bagnato. Le varietà meno vigorose devono essere spaziate circa 2,5 m una dall’altra, quelle invece di medio vigore necessitano dai 3 ai 5 metri l’una dall’altra.

Scegliamo un posto assolato e riparato in maniera che i tralci non vengano danneggiati eventualmente dal vento.

Come per i lamponi, la fruttificazione si ha sui rami dell’anno precedente. Questi, di conseguenza, vanno sempre preservati al massimo.

Il modo migliore per sostenerne i fusti in un piccolo spazio è creare uno steccato singolo usando pali alti circa 2,2 metri e distanziandoli di 4. I pali vanno inseriti ad una profondità d 60 cm. Andranno poi collegati tramite del filo di ferro zincato rigido di diametro di almeno 2 mm, se non di più. I singoli fili andranno distanziati di circa 75 cm in altezza uno dall’altro. I fusti andranno legati e indirizzati orizzontalmente visto che questo favorisce il rallentamento dello scorrere della linfa e l’attivazione delle gemme intermedie. Di conseguenza si avrà una fruttificazione più abbondante e meglio distribuita.


Moltiplicazione

rubus In genere avviene per propaggine o per talea; i nuovi polloni radicano molto facilmente se separati dalla ceppaia pricipale a fine inverno o all'inizio della primavera. La mora si moltiplica con grande facilità sia con la talea di ramo di un anno, sia con la propaggine o margotta di punta. Il metodo più pratico consiste nell’interrare rami dell’anno durante il periodo estivo. La radicazione avviene nel giro di due mesi e si potranno trasferire le piantine in vasetti o direttamente a dimora prima dell’arrivo dell’inverno.


Parassiti e malattie

rubus moluccanus Questa pianta è molto rustica e resistente, ma spesso le infiorescenze vengono attaccate dagli afidi, e talvolta le foglie vengono colpite da mal bianco.

Parassiti

Il rovo è fondamentalmente una pianta molto rustica e resistente. Vive infatti spontaneamente quasi ovunque riuscendo senza difficoltà a fruttificare e moltiplicarsi. Si difende egregiamente dagli attacchi parassitari ed è quindi un’ottima scelta per chi voglia praticare l’agricoltura biologica.

Crittogame

Purtroppo risulta invece piuttosto sensibile a diverse crittogame, in particolare alla ruggine e alla muffa grigia. Soprattutto quest’ultima può compromettere pesantemente il raccolto in presenza di annate particolarmente umide per piogge o presenza di rugiada mattutina (e magari con esposizioni non troppo corrette).

Per evitare questa problematica è importante evitare gli eccessi di concimazioni azotate con il fine di mantenere sempre aperta ed arieggiata la vegetazione. Il terreno va inoltre sempre ripulito da erba e sfasci su cui potrebbero depositarsi e sopravvivere le temibili spore.

Altri pericoli

Capita piuttosto frequentemente che in estate questi frutti divengano un punto di attrazione fortissimo per gli uccelli, in particolare per i passeri e le gazze. Per proteggere la nostra coltivazione sarà allora bene predisporre delle reti apposite che coprano gli esemplari fino a terra. Ricordiamoci però di controllare spesso per liberare eventualmente quegli esemplari che possano esservisi impigliati.


Messa a dimora e impostazione della spalliera

rovi Si dovrà cominciare in autunno scavando un solco in un terreno già preparato, largo 80 cm e profondo 60. La base dovrà essere coperta con 8-10 cm di letame maturo. Rimettiamo il terreno nel solco e pareggiamolo. Inseriamo più volte la forca nel terreno e facciamo penetrare un concime granulare a lenta cessione nella dose di 85 gr al mq. Lasciamo che il terreno si assesti per alcune settimane prima di piantare.

A quel punto inseriremo le piantine a distanza di 45 cm una dall’altra, allargando le radici di ognuna. La profondità ideale del colletto è di circa 8 cm. Il fusto andrà poi tagliato all’altezza di una gemma a circa 25 cm dal livello del suolo.

Pacciamiamo con della composta da giardino per proteggere dal primo inverno.

All’arrivo della primavera si taglieranno i fusti a livello del suolo in maniera da stimolare la nascita di quelli totalmente nuovi. In estate si legheranno questi nuovi rami ai fili di sostegno. Alla fine del primo inverno andranno tagliati a livello del cavo più alto. I rami secondari vanno anch’essi spuntati.

Alla fine dell’anno successivo questi rami andranno tagliati a livello del suolo (visto che avranno fruttificato) lasciando spazio a quelli nuovi.


Clima e terreno

I rovi si sviluppano su qualsiasi terreno, preferendo i suoli sassosi, molto ben drenanti. Le varietà coltivate vegetano e producono bene nei terreni collinari o pedemontani purchè ben esposti e molto soleggiati che permettano una completa maturazione dei frutti anche in settembre e ottobre. I substrati più graditi sono leggeri e ricchi di humus, neutri o subacidi (pH 6-7).

Si adattano bene sia ai climi miti sia ai climi freddi. Vogliono tendenzialmente una posizione in pieno sole in tutto il Nord Italia e leggermente ombreggiata al Sud.


Raccolta

raccolta more Il frutto perché risulti dolce e succoso deve essere raccolto perfettamente maturo. Una volta staccato dal ramo infatti non maturerà ulteriormente. La presenza di gruppi di piccole drupe ancora acerbe in corrispondenza del punto di raccolta oltre a provocare resistenza al distacco può essere causa di un sapore eccessivamente aspro e quindi poco gradevole al palato. Generalmente il frutto è pronto per la raccolta quando tende a distaccarsi spontaneamente, senza sforzo da parte dell’operatore. Di solito i passaggi per la raccolta devono essere fatti ogni circa 4-6 giorni (a seconda del periodo dell’anno e della varietà).

Il frutticino è caratterizzata da scarsezza della polpa. Va quindi raccolto con la massima delicatezza per evitare lesioni e schiacciamenti che causeranno un precoce deterioramento e un deprezzamento.

Si consiglia inoltre di procedere soltanto quando le drupe risultino completamente asciutte. Se risultassero bagnate di rugiada o pioggia si svilupperanno quasi sicuramente delle muffe all’interno delle confezioni o nel luogo in cui le conserviamo.


Rovo, More di rovo - Rubus: Cultivar in coltivazione

more di rovo Una delle varietà più note e diffuse in coltivazione è la black satin: unisce a tutte le buone caratteristiche già elencate per le varietà addomesticate il vantaggio di cominciare la produzione molto precocemente nell’annata. I suoi frutti sono di dimensioni medie e hanno una colorazione nero-violacea molto lucida, il cui sapore è spiccatamente acidulo.

La raccolta se il clima è ottimale può cominciare già a partire da luglio e si protrae per tutto il mese di settembre.

Altra cultivar molto ricercata è la thornfree. Come dice il nome è contraddistinta dalla quasi totale mancanza di aculei. Produce drupe molto grandi e abbondantissime. Il clima ideale è caldo e soleggiato. Adatta anche alle aree siccitose visto che la mancanza d’acqua non è per lei un problema insormontabile, come non lo è un terreno piuttosto povero o inadatto. Tollera difatti anche substrati argillosi e pesanti. Come abbiamo detto ha frutti allungati di color nero profondo, succosi, aciduli, ma gradevoli a maturazione completa. Purtroppo viene colpita con una certa assiduità dalla muffa grigia e quindi bisogna prestare particolare attenzione e fare una certa prevenzione se viviamo in un’area dove l’umidità risulti molto alta. La raccolta in questo caso comincia all’inizio di agosto e si conclude a fine ottobre.

Altre varietà interessanti da tenere in considerazione sono: Dirksen, Lucrezia, Boysenberry, Longaberry, tayberry.

Fauna

Le more sono amate da una moltitudine di animali selvatici e sono di vitale importanza per l’ambiente anche le loro foglie. Al riparo di queste piante, infatti, si sviluppano coccinelle e molti tipi di farfalle. Vi fanno la tana ghiri, scoiattoli e volpi. È inoltre un vegetale insostituibile per una moltitudine di uccelli.


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