Siepe boschiva
Ciao, mi è venuta la pazza idea di recintare con delle piante un appezzamento semi boschivo per impedire la fuga degli animali presenti tra i quali alcuni in grado di scavare delle gallerie al di sotto di una eventuale rete metallica che, per un perimetro di 4 km quadrati, comporterebbe un costo non indifferente, così ho pensato di trapiantarvi degli alberi anche presenti nei 100 ettari, messi vicinissimi l'uno all'altro in modo da formare una barriera sotterranea vivente ma la domanda da 1 milione di dollari è: quali piante si presterebbero per realizzare un simile progetto? Lì vi sarebbero querce, pini, aceri, olmi, pioppi, potrebbero vivere l'una attaccata all'altra? Grazie, un salutone.
Gentile Mario,
le siepi sono un’invenzione tutta umana, e non sempre questo tipo di coltivazione si adatta alla vita delle piante, soprattutto a quelle del bosco, che in natura sono abituate a prendersi tutto lo spazio che desiderano. Se il bosco che possiedi è lasciato crescere in modo naturale, noterai anche tu che gli alberi delle diverse specie tendono ad assumere portamento e dimensioni sempre simili, e in generale sviluppano una bella chioma; oltre a questo, nonostante moltissime specie di alberi producano svariate centinaia di semi ogni anno, da questi semi assai difficilmente avranno origine piantine nella zona coperta dalla chioma dell’albero “madre”; questo avviene perché in qualche modo la natura si autoregola, cercando di produrre piante che sopportino bene il vento e la neve. Gli unici appezzamenti in cui puoi vedere pioppi posizionati molto vicini (ma comunque, non come in una siepe) sono quelli in cui li si coltiva per il legno, e in ogni caso non si permette loro di crescere a dismisura, e li si taglia alla base periodicamente, per sfruttarne appunto il legno. Gli alberi autoctoni italiani, quali pioppi, aceri, olmi, querce, non amano molto avere dei vicini troppo vicini! Decenni orsono i nostri bisnonni posero a dimora nei boschi e lungo i canali degli esemplari di robinia pseudoacacia, pianta originaria del nord America, appunto perché tale albero tende a svilupparsi anche dove trova pochissimo spazio; il risultato è che svariate persone, da anni, sono impegnate nel taglio delle robinie presenti nei nostri boschi, perché si sviluppano solo in altezza, producendo pali alti fino a 10-15 m, quasi privi di chioma, sembrano pertiche, totalmente in balia del vento, e rendono pericoloso anche il bosco più innocuo, perché possono cadere anche solo all’accenno di un temporale. Le conifere vengono spesso utilizzate per formare siepi, soprattutto tsughe e cipressi, ma gli abeti in genere non amano venire coltivati tutti appressati; e in ogni caso, anche le siepi di cipressi tendono a deperire nel corso degli anni, oltre a divenire imponenti e di difficile gestione. Puoi provare a posizionare attorno al bosco delle ceppaie di olmo o di carpino (forse ne trovi nel tuo appezzamento, anche se dovrai cercarne di piccole, perché spostare una grossa ceppaia può significare ucciderla); le ceppaie sono piante lasciate sviluppare senza un tronco unico, ma permettendo a tutti i polloni basali di svilupparsi; questo tipo di coltivazione si utilizza per i castagni, gli olmi, i carpini, e con gli anni è possibile aumentarne le dimensioni e farle divenire sempre più imponenti. Chiaro che, alla messa a dimora, sarebbe opportuno evitare di posizionare le ceppaie eccessivamente vicine, ma con il passare degli anni possono formare, se non proprio una siepe, una sorta di barriera con degli spazi, che può fungere come deterrente per la fuga degli animali. Puoi vedere le ceppaie di solito lungo le rive dei canali irrigui, o almeno, io vivo in Lombardia, e qui molti canali sono ancora protetti e decorati da ceppaie di varie piante; e nei boschi vicino a casa mia, i castagneti sono tutti coltivati a ceppaia.
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