Siepe lauro
Sono a richiederVi cortesemente informazioni riguardo questo problema:le piante di lauro che ho posizionato per costituire una siepe nel mio giardino non hanno registrato nessun tipo di crescita rilevante da un anno a questa parte pur germogliando nel periodo estivo.
Vi ringrazio per il Vs. prezioso consiglio.
Cordialmente
Luca Copparoni.
Caro Luca,
è probabile che il problema delle tue piante sia legato al tipo di terreno in cui sono posizionate. Ora come senz'altro saprai le piante di lauro (probabilemente nel tuo caso
si tratta di lauro cerasus) sono assai vigorose e richiedono poche cure. Due sono i problemi principali. Il primo è che le foglie sono quasi ogni anno attaccate da malattie fungine (mal bianco in testa) per cui devono essere trattate con anticrittogamici (anche in via preventiva). Il secondo è che si tratta di piante assai vigorose, per cui nel giro di un tempo relativamente breve (5-10 anni) tendono a perdere le foglie nella parte
inferiore del tronco. Nel tuo caso, peraltro, le piante non sembrano dare grandi risultati. Se le piante sono piantate da poco tempo può darsi che non abbiano ancora
radicato bene. Può anche darsi che si tratti di un terreno particolarmente povero e che
pertanto non vi sia sufficiente sostanza organica. Può darsi infine che non siano sufficientemente annaffiate. Se viceversa il terreno non è sufficientemente drenato e le annaffiature sono state frequenti è possibile che le piante siano state attaccate da marciume radicale.
Tenderei ad escludere, invece, attacchi alle radici da parte di parassiti.
Ritengo verosimile, pertanto, che con una buona concimazione a base di azoto (non troppo!) e adeguate annaffiature le piante dovrebbero dare buoni risultati.
Purtoppo non sono in grado di darti delle indicazioni più precise, non avendo molte informazioni. Non esitare a ricontattarci nuovamente, se vorrai, magari aggiungendo qualche altro particolare in grado di aiutarci.
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Il lauroceraso è uno degli arbusti più apprezzati per la creazione di siepi formali ed informali. Si tratta infatti di un’essenza mediamente rustica, vigorosa e resistente alle avversità, molto tollerante nei confronti delle potature. Le sue foglie persistenti sono grandi, di un bel verde scuro lucido: ideali per creare sfondi o barriere, ornamentali in ogni stagione dell’anno.
Le siepi, in un giardino, sono un elemento fondamentale e di lunga durata: per questo è importante pianificarne in anticipo la piantumazione valutando tutte le varietà a nostra disposizione oltre ad ogni aspetto che possa in seguito risultare critico.
Il lauroceraso è un arbusto (o, se lasciato crescere liberamente, un piccolo albero a portamento espanso) appartenente al genere Prunus (e quindi alla vastissima famiglia delle Rosaceae). Le sue dimensioni definitive (a seconda della cultivar e dell’impostazione) vanno da 1 a 5 metri di altezza per circa 1-4 di larghezza. Le sue foglie sono lanceolate, lucide e, nella specie, verde scuro. La loro consistenza spessa e coriacea le rende ideali per creare spesse barriere e ostacolare il passaggio della luce. In primavera, dall’ascella fogliare, produce dei piccoli fiori bianchi raccolti in grappoli che evolvono poi, in autunno, in bacche (drupe) nerastre. A maturità sono molto appetite dagli uccelli (che così si occupano di diffonderne i semi), ma risultano estremamente tossiche per i mammiferi: poniamo quindi la massima attenzione nel caso vi fossero dei bambini. Ricordiamo, inoltre, che anche le foglie sono velenose: se sfregate rilasciano dell’acido cianidrico. Possono causare irritazioni cutanee e non vanno mai messe a contatto con la bocca o le mucose.
Il lauroceraso è un soggetto ideale per i giardini a bassa manutenzione: dopo le cure per l’attecchimento risulta infatti molto autonomo e richiede pochi interventi annuali di potatura. Per valorizzare ancora di più queste sue caratteristiche è bene inserirlo in buone condizioni di luce e in un substrato adatto.
IL LAUROCERASO IN BREVE |
Famiglia, genere e specie | Rosaceae,. Prunus Laurocerasus |
Tipo di pianta | Albero o arbusto |
Fogliame | Persistente, verde scuro lucido |
Fiori | Bianchi a grappoli |
Frutti | Drupe rotonde o ovali, nere, viola o rosse; tossiche |
Rusticità | Mediamente rustico |
Esposizione | Mezz’ombra |
Terreno | Profondo, fresco, ben drenato |
pH | subacido |
Necessità idrica | media |
Concimazione | Stallatico (autunno), granulare per piante verdi (fine inverno) |
Crescita | rapida |
Manutenzione | Mediamente impegnativa |
Utilizzo | Siepe, gruppi, esemplare isolato, vaso (per le cultivar nane) |
La messa a dimora di questo arbusto è un passaggio cruciale per ottenere una buona crescita e evitare inconvenienti nelle annate particolarmente piovose o siccitose. Il substrato ideale deve essere profondo e ben lavorato, per garantire in breve tempo lo sviluppo dell’apparato radicale. Se il nostro risultasse molto compatto, argilloso e calcareo dovremo valutare di cambiare essenza o di lavorare per estrarlo a fondo e sostituirlo con uno più adatto.
L’ideale allora sarebbe mescolare della terra di bosco a reazione acida con del terriccio universale (in parti uguali) e aggiungere una buona quantità di ammendante organico ben decomposto. Un ulteriore aiuto allo sgrondo delle acque verrà da un letto di ghiaia che predisporremo sul fondo della buca. Tutti questi accorgimenti sono importantissimi per prevenire l’insorgenza dei frequenti marciumi radicali e le patologie all’apparato fogliare (per esempio l’oidio, causato da un alto tasso di umidità).
Quasi ovunque in Italia è consigliato procedere in autunno in modo da avere, all’arrivo della bella stagione, degli esemplari già parzialmente affrancati e in grado di concentrarsi sulla crescita vegetativa. La fine dell’inverno, invece, è da preferire specialmente se viviamo in zone montane e se scegliamo cultivar sensibili al freddo o alle correnti. Scaveremo buche profonde circa 1 metro (a seconda della dimensione del pane di terra) e inseriremo da subito un tutore, specie per le varietà più alte. Se vogliamo realizzare una siepe lasciamo tra una e l’altra almeno 1 metro.
Teniamo presente che minore è la distanza e prima la barriera raggiungerà un aspetto definitivo, ma la fittezza delle foglie potrebbe favorire l’avvento di parassiti e crittogame. Una volta inserito l’esemplare (come indicato nel paragrafo precedente) compattiamo bene il terriccio e irrighiamo abbondantemente. Diamo acqua costantemente per la prima annata quando l’area risulti secca in profondità.
Scegliamo, se possibile, una collocazione a mezz’ombra. L’ideale è che le piante siano raggiunte dal sole nella mattinata (in maniera che le foglie si asciughino il prima possibile dalla rugiada) e risultino poi ombreggiate nel pomeriggio. Ciò ci aiuterà ad evitare l’insorgere dell’oidio, patologia piuttosto comune in queste siepi.
IL CALENDARIO DEL LAUROCERASO |
Impianto | Ottobre-novembre; marzo |
Fioritura | Aprile-maggio |
Fruttificazione | Settembre-ottobre |
Potatura | Sempre; preferibilmente a giugno e settembre |
Concimazione organica | novembre |
Concimazione con prodotti di sintesi | Febbraio-marzo |
Le cultivar più vendute sono adatte a tutti i climi italiani, anche quelli montani. Alcune varietà sono invece più delicate e la loro scelta va valutata con attenzione chiedendo consiglio al vivaista. Nelle aree montane, specialmente per gli esemplari giovani, può essere utile porre alla base una spessa pacciamatura a base di foglie, paglia e altro materiale isolante naturale.
Una condizione imprescindibile per la riuscita è avere un terreno capace di mantenersi fresco, ma senza che si creino dei pericolosi ristagni. Durante il primo anno dall’impianto, in mancanza di piogge, è bene intervenire piuttosto frequentemente, specialmente in estate. In seguito la pianta dovrebbe rivelarsi autonoma ad eccezione delle regioni meridionali dove un supporto idrico può rivelarsi determinante. Se possiamo, evitiamo di irrigare con acqua dura (magari proveniente da pozzi). Questo alzerebbe irrimediabilmente la concentrazione salina e la basicità del substrato causando, alla lunga, l’insorgere dell’antiestetica (e dannosa) clorosi fogliare.
Un buon supporto alla crescita può derivare dalla distribuzione, a fine inverno, di un concime granulare equilibrato per arbusti. In autunno è invece consigliato di abbondare spargendo al piede dell’ottimo stallatico che renderà più vitale e aerato il substrato.
Il lauroceraso, per mantenere il suo portamento formale, va potato indicativamente due volte all’anno: all’inizio dell’estate e a metà autunno. In questa maniera sarà possibile anche godere della fioritura primaverile.Se vogliamo ottenere velocemente esemplari molto fitti dovremo impegnarci in interventi molto frequenti che incentiveranno la produzione di rami secondari.
Il lauroceraso è un’ottima pianta da siepe ma è, purtroppo, facile vittima di diverse malattie (specialmente se coltivato in condizioni non ideali).
La più frequente è senz’altro l’oidio: si evidenzia sulle foglie giovani e su quelle più vicine al suolo quando vi sono temperature medio-alte e una forte umidità ambientale (piovaschi seguiti da bel tempo). Preveniamo usando opportunamente lo zolfo. In caso sia già presente dovremo invece optare per prodotti specifici ad azione endoterapica. Altro nemico sempre più frequente è l’oziorinco: esce dal terreno durante le ore notturne e si nutre delle foglie danneggiando gravemente tutta la pianta (anche l’apparato radicale). Si può combattere con appositi geodisinfestanti.
Data la sua diffusione come ornamentale vi è sempre stato un grande interesse nel trovare nuove varietà e cultivar. Le caratteristiche più appetite sono le dimensioni contenute, la resistenza alle malattie e diverse colorazioni del fogliame. Ecco quelle più comuni in commercio.
NOME | DIMENSIONI e PORTAMENTO | ALTRE CARATTERISTICHE | UTILIZZO |
'Otto Luyken' | Molto nano, al massimo un metro | Le foglie sono lanceolate e oblunghe. Molto belli i fiori, in grappoli di circa 20 cm. Teme i venti freddi | Siepi basse, siepi in vaso, albero in vaso |
'Mano' | Fino a 2 metri, molto compatto e dalla crescita lenta | Foglie arrotondate all’apice, bronzee da giovani. Fiori abbondanti e grandi | Siepe media a bassa manutenzione, in gruppi con altre essenze, esemplare isolato |
Magnifolia | Fino a 5 metri di altezza | Foglie lunghe fino a 25 cm | Siepi alte e molto fitte |
'Gajo' | Fino a 2 metri, molto compatto | Foglie piccole e fitte, fiori candidi e fini. Molto rustico, tollera bene l’ombra | Siepi medie, gruppi, esemplari isolati. Ideale per l’arte topiaria |
Green Carpet | Alto fino a 1 metro, ma largo fino a 4 metri | Foglie grandi verde vivace | Siepe media o cespuglio ornamentale |
'Zabeliana' | Fino a 1,5 metri e larga fino a 4. Per siepi che si “chiudono” velocemente | Foglie di forma ovale allungata, molto lucide verde scuro, elegantissime. Fioritura abbondante che si può ripetere nel corso dell’anno | Siepi basse, gruppi. |
Mount Vernon | Nanissimo, fino a 30 cm | Foglie piccole e fitte | Siepine, vasi di medie dimensioni |
'Marbled White' | Più di 2 metri, forma conica | Foglie con macchie crema e grigio. Teme temperature inferiori a -10°C e il vento. Crescita lenta | Siepi, gruppi, esemplare isolato |
'Aureovariegata' | Fino a 3 metri | Foglie allungate con variegatura dorata | Siepe medio-alta |
'Herbergii' | Fino a 1,5-2 m; portamento piramidale | Fogliame molto denso e resistente di un fresco verde chiaro lucido di forma stretta e allungata.. Fiori crema alla fine dell’inverno. Drupe viola ovali. Molto rustico | Siepi basse o medie, gruppi. |
'Caucasica' | Fino a 2 metri, ma più largo che alto | Foglie di forma allungata verde scuro, lucidissime. Fiori bianchi molto abbondanti e frutti rossi | La più diffusa varietà da siepe. |