Araucaria
L’araucaria si può piantare vicino qualche metro dalla casa?
Gentile Matteo,
per rispondere alla tua domanda è bene sapere cosa si intende per “qualche metro”; considera che l’araucaria è un albero molto simile ad una grande conifera, originario dell’America meridionale, diffuso soprattutto nelle zone degli altipiani del Cile e dell’Argentina; in natura questi grandi e particolari alberi possono raggiungere altezze maestose, anche i trenta metri di altezza; ma il loro sviluppo è lentissimo e di solito nei giardini italiani non superano i 12-15 metri, nell’arco di decenni. Prova a visualizzare nel tuo giardino un albero alto dodici metri, ovvero più o meno come una casa di tre piani; ovviamente, mentre cresce, un albero sviluppa anche le sue radici, per ancorarsi al terreno e per assorbirne Sali minerali e acqua; l’apparato radicale di una
araucaria è abbastanza superficiale, e abbastanza ampio: un albero adulto, di almeno quindici o venti anni, avrà prodotto un apparato radicale con un diametro di quattro o cinque metri. Se desideri che la tua
araucaria si possa sviluppare a piacere, cerca di posizionarla ad almeno cinque o sei metri dalla casa, così assai difficilmente le sue radici raggiungeranno le fondamenta della casa, in modo da tutelare le fondamenta stesse, ma anche lo sviluppo dell’araucaria. Considera che queste piante sono abituate a climi freschi, montani, e quindi una eccessiva vicinanza alla casa può risultare deleteria, in quanto in inverno la casa andrà a mantenere riparato l’albero, che invece gradisce i climi freschi, e non teme il gelo, neppure se intenso o molto prolungato. Questo se si tratta di una Araucaria araucana, ovvero la varietà più diffusa in Italia, originaria del Cile; se invece decidi di porre a dimora una specie di araucaria meno rustica, come Araucaria angustifolia, e vivi quindi in una zona d’Italia con inverni miti, la vicinanza con la casa garantirà un clima ancora più mite, e sarà quindi un ottima posizione per la tua pianta. Ma non sapendo né la specie dell’Araucaria, né dove vivi, mi risulta difficile fornirti ulteriori indicazioni; di solito nelle zone del sud Italia non si pongono a dimora le specie rustiche di Araucaria, perché temono il caldo estivo, e prediligono zone con inverni molto freddi: vivere per anni in un clima non consono, eccessivamente caldo, porta la pianta ad essere maggiormente soggetta all’attacco dei parassiti; per questo motivo nelle zone dell’Italia meridionale si prediligono specie e varietà originarie di zone con clima più caldo.
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L’araucaria è una conifera dell’aspetto davvero insolito. I suoi rami sono ricoperti da foglie simili a scaglie imbricate una sull’altra, di forma triangolare. È bella da inserire in molte ambientazioni diverse, ma si sposa alla perfezione con i giardini dall’architettura minimalista. Aggiungiamo che, nelle aree a clima adatto, è un albero molto autonomo e la manutenzione è veramente minima.
La famiglia delle Araucariaceae è suddivisa in soli tre generi che comprendono a loro volta una trentina di specie. Si tratta di conifere endemiche esclusivamente dell’emisfero australe: allo stato spontaneo si possono trovare comunemente per lo più in America Latina, in Australia e in tutta l’Oceania.
La specie più diffusa nei nostri giardini è senz’altro l’Araucaria araucana (detta anche albero della scimmia), in virtù dell’aspetto singolare dei suoi rami e delle sue foglie. È originaria del Cile, in particolare delle Ande, dove cresce creando vastissime foreste anche in purezza, tra i 600 e i 1700 metri di altitudine. Questo ambiente è caratterizzato da un suolo fertile di origine vulcanica e da piogge molto abbondanti lungo tutto il corso dell’anno.
Si tratta di vegetali dalla crescita lenta, ma estremamente longevi (possono vivere anche più di 2000 anni) e resistenti ad avversità di ogni tipo, anche per esempio agli incendi. La corteccia è infatti spessa più di 15 cm e riesce a proteggere dal forte calore le gemme dormienti.
Gli esemplari giovani hanno una bella forma geometrica in virtù delle branche disposte a croce regolare, alle foglie e alle spine che ricoprono tutta la superficie, tronco compreso. Inizialmente hanno forma piramidale, ma col tempo i rami bassi seccano e cadono spontaneamente lasciando solo un grande cappello arrotondato sulla cima.
In coltivazione raggiungono un’altezza massima di 30 metri e diametro di quasi 10. Bisogna precisare che la crescita è lenta, visto che ogni anno l’altezza si incrementa, nelle condizioni ideali, di al massimo 30 cm.
Le foglie sono ovate, ma scorgendone solo l’apice, appaiono di forma triangolare. Lunghe fino a 3 cm, sono di un bel verde scuro intenso e dotate di una punta estremamente appuntita. Sono persistenti e devono passare almeno 10 anni prima che vengano sostituite.
Inizialmente il tronco è ricoperto da scaglie e spine, ma nel tempo diventa grigio e liscio, con evidenti striature orizzontali.
Si tratta di un vegetale per lo più dioico: esistono quindi esemplari maschili e femminili.
Per riconoscerli agevolmente è sufficiente guardare i coni (“pigne”). Negli individui femminili sono molto grandi ed eretti, in cima all’albero, i maschili sono invece più piccoli, pendenti e di colore dorato, raccolti in gruppi.
Vengono prodotti però solo quando la pianta ha raggiunto la maturità, verso il 15 anno di età.
Bisogna precisare che gli individui diffusi in coltivazione e che si trovano in vendita nei vivai sono per lo più maschi. I coni femminili sono molto grandi e acuminati e in un giardino potrebbero risultare pericolosi. Da essi si possono però ricavare i semi (pinoli) che, nei paesi di origine, trovano molti impieghi alimentari. Il cono femminile, dopo essere stato fecondato, impiega almeno 2 anni a maturare, diventando marrone scuro, per poi staccarsi spontaneamente e cadere a terra.
L’araucaria, come abbiamo detto, cresce in terreni di origine vulcanica, ricchi e a reazione leggermente acida. Si tratta ad ogni modo di un albero estremamente tollerante, che si adatta a molti tipi di terreno a patto che risultino profondi e riescano a mantenersi freschi, ma con sgrondo delle acque ottimale. È quindi di fondamentale importanza, soprattutto dove il suolo risulti molto argilloso, la cura nel momento della messa a dimora.
L’ARAUCARIA ARAUCANA IN BREVE |
Altezza/larghezza | Da 10 a 30m/ fino a 8m |
Fogliame | Verde scuro, appuntito, persistente |
Forma | conica |
Manutenzione | Da moderata a media |
Necessità idrica | Media (terreno sempre fresco) |
Esposizione | Pieno sole |
Suolo | Argilloso, vulcanico o sabbioso. Meglio se ricco e profondo |
Umidità del suolo | Fresco, ma ben drenato |
Sotto questo aspetto è invece piuttosto delicata e necessita di condizioni particolari per crescere e prosperare al meglio. Prima di tutto vuole un ambiente caratterizzato da alta umidità ambientale e piuttosto fresco, ma aperto e ben illuminato. Le aree siccitose e calde, specialmente in estate, possono danneggiarlo gravemente e causare perdita di rami o uno sviluppo ancora più lento.
Bisogna d’altra parte notare anche che i soggetti giovani non sono completamente rustici (resistono al massimo a -12°C per brevi periodi), mentre gli adulti sopportano anche -20°C. Conseguentemente gli impianti in piena terra sono da sconsigliarsi o da valutare con grande attenzione al Nord e nelle zone montane. Se viviamo in queste aree informiamoci presso vivaisti specializzati chiedendo esplicitamente cultivar adatte ad aree fredde (in Italia è molto diffusa la Robusta Gheri).
Aggiungiamo che risulta sensibile anche all’inquinamento, mentre si adatta bene alla vita sui litorali, anche in presenza di aria e acqua salmastre.
L’ideale è procedere in autunno dove il clima sia abbastanza mite. Altrove è invece una operazione da effettuare alla fine dell’inverno, quando le gelate siano certamente concluse e il terreno ben lavorabile.
Essendo alberi dal potenziale grande sviluppo è meglio scegliere una collocazione aperta, lasciando almeno 10 metri da altri vegetali di grandi dimensioni e dagli edifici. Valutiamo anche una certa distanza dai camminamenti e da luoghi frequentati abitualmente da bambini, visto che le pigne, di grandi dimensioni, pesanti e acuminate, possono rappresentare un serio pericolo.
Scaviamo una buca molto profonda e larga almeno 50 cm. Mescoliamo la terra estratta con una buona quantità di stallatico e un poco di sabbia. Sul fondo approntiamo uno strato drenante con argilla espansa o pozzolana.
Posizioniamo l’esemplare e, contemporaneamente, inseriamo molto in profondità e stabilmente almeno 2 tutori (3 a triangolo se l’araucaria supera i 50 cm di altezza). Copriamo con terriccio e leghiamo con delle fascette il tronco ai pali.
Irrighiamo con almeno 50 litri di acqua. Copriamo la base con una spessa pacciamatura a base di foglie, paglia o, meglio ancora, corteccia e aghi di pino. Durante il primo inverno è sempre buona norma coprire l’intero soggetto con del velo apposito, a strato singolo o multiplo a seconda delle temperature previste.
Dal momento dell’impianto l’araucaria richiederà davvero poche attenzioni, specie durante il periodo vegetativo.
Gli interventi più frequenti saranno senz’altro le irrigazioni, specialmente il primo anno e, in seguito, in caso di carenza di piogge. Ricordiamoci che il substrato deve sempre risultare fresco e gli interventi non dovranno farsi attendere, in maniera particolare nei mesi più caldi dell’anno. Un importante aiuto per evitare un eccessivo disseccamento del suolo ci può derivare da una spessa pacciamatura del piede, a base di ammendanti organici o sfasci vegetali.
Le concimazioni con prodotti di sintesi non sono necessarie, ma volendo si può distribuire un prodotto blando a lento rilascio per piante verdi, all’inizio del periodo vegetativo.
L’albero della scimmia non richiede nessun intervento di questo tipo. Assume nel tempo autonomamente la sua forma definitiva, senza bisogno di operazioni di formazione. Nel corso degli anni ci accorgeremo che tenderà a lasciar disseccare (e poi far cadere) le branche più basse per liberare completamente il tronco: la chioma, infine, assume la forma a cappello che si può trovare nelle grandi foreste in Sud America.
I parassiti che possono comparire, anche se piuttosto raramente, sono il ragnetto rosso, gli afidi e le cocciniglie. Il primo si manifesta quasi esclusivamente in climi non adatti. Può essere prevenuto mantenendo alta l’umidità ambientale. In ogni caso gli interventi con fitofarmaci vanno limitati alle situazioni più gravi.
Nelle aree più calde è frequente il disseccamento anticipato dei rami più bassi. Per evitare questo inconveniente è importante seguire gli esemplari con irrigazioni frequenti e eventualmente vaporizzare con acqua la chioma, la sera e la mattina.
Le araucarie sono conifere molto antiche e formavano vastissime foreste durante l’era secondaria; rappresentavano uno degli habitat prediletti di molte specie di dinosauri.
L’Araucaria araucana è stata dichiarata nel 1990 monumento nazionale del Cile, dove si cerca strenuamente di proteggerla. Oggi è considerata una specie fortemente minacciata ed è stata inscritta nella lista rossa CITES: il suo habitat le viene “rubato” da altri alberi quali il Pinus Radiata e l’eucalipto, introdotti per ragioni commerciali.
Le foreste in purezza diventano sempre più piccole e lontane una dall’altra e si cerca in tutti i modi di difenderle, istituendo dei parchi naturali. Non è inoltre possibile l’espianto; il prelievo dei semi (impiegati a scopo alimentare da secoli) è permesso in modiche quantità solo agli indigeni.
Gli esemplari venduti nei vivai sono prodotti da seme o da talea dai vivaisti stessi e devono essere dotati di documentazione provante.
Varietà | Descrizione | Esigenze | Caratteristiche peculiari |
Araucaria araucana | Portamento inizialmente piramidale, poi arrotondato, altezza massima 25 mHa foglie coriacee e triangolari, appuntite, verde scuro. Vi sono esemplari maschi e femmine (in coltura sono generalmente maschi)Le pigne sono lunghe fino a 15 cm e cadono a fine estate. I semi, lunghi fino a 4 cm, sono commestibili. | Estati fresche e umide,terreno umido.Resiste fino a -12°C | Crescita abbastanza rapida.Non perde le foglie, ma a maturità interi rami |
Araucaria bidwillii | Fino a 35 m. Portamento da conico a colonnale. Foglie triangolari rigide.Monoica. Grandi pigne, fino a 30 cm di diametro. | Fino a -12°C. Terreno ben drenato e ricco | Originaria dell’Australia.Crescita lenta |
Araucaria angustifolia | Fomra allargata ad ombrella, fino a 40 m. Foglie triangolari acuminate | Clima tropicale e umido, tollera fino a -7°C | Dal Brasile |
Araucaria heterophylla | Portamento conico, rami simili a delle felci. Fino a 35 m.Aghi sottili e non appuntiti | Adatta al vaso, tollera l’aridità. Fino a -5°C | Adatto a zone costiere |
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