Coltivare finocchi
Ortaggio particolarmente apprezzato in qualsiasi mese dell’anno, il finocchio può essere coltivato sia nell’orto che in casa. E’ consigliabile coltivare i finocchi in inverno, mentre la coltivazione primaverile (che permetterà di raccogliere i grumoli in estate) è preferibile solo nel caso in cui si disponga di una serra, che permetta di mantenere la temperatura costante.
Classicamente, però, per un consumo autunnale e invernale, la produzione può iniziare in agosto o in settembre.
Si inizia, naturalmente, dalla semina, per la quale si può ricorrere a un semenzaio. Trattandosi di semi dalla pezzatura piuttosto grande, specialmente se paragonati alle altre orticole, è opportuno tracciare i solchi nel terriccio a una certa profondità. Tra le file devono essere lasciati diversi centimetri così che il primo sviluppo possa avvenire in sufficiente spazio.
Per quel che riguarda il terreno, è preferibile optare per un substrato drenante, senza materiale di scarto, ancora meglio se arricchito da concime. Altrettanto importante per uno sviluppo corretto si rivela l’irrigazione, che non deve essere troppo abbondante ma richiede comunque costanza: meglio affidarsi al metodo a pioggia, definito ad aspersione, che garantisce la migliore efficacia. Il trapianto può essere effettuato a un mese e mezzo di distanza dalla semina, in pieno campo, a patto che le piantine abbiano raggiunto un’altezza di almeno dieci centimetri. Occorre prestare attenzione, comunque, alla preparazione del terreno, nel senso che il finocchio soffre molto il ristagno idrico: per evitare che si verifichi, dunque, si può usare un terriccio drenante, arricchito con concime, sciolto, vale a dire friabile; grumoli migliori, inoltre, si ottengono tramite una concimazione preventiva.
Un accorgimento altrettanto utile può essere quello di collocare la piantina in profondità, ma, per verificarne l’umidità, in un’aiuola lievemente rialzata. Coltivare finocchi significa anche curare il loro imbianchimento: il colore bianco che li contraddistingue può essere incrementato e favorito tramite la rincalzatura, che deve essere effettuata quindici giorni prima della raccolta, o in alternativa durante lo sviluppo a cadenza regolare. Si tratta di un’operazione che prevede di coprire la pianta, che presenta la tendenza a emergere dal terreno naturalmente. Il grumolo deve essere coperto fino all’apice, così che risulti protetto dai raggi del sole. Per quel che riguarda la raccolta, infine, si tratta di un’operazione che deve essere effettuata tre o quattro mesi dopo la semina, nel momento in cui i grumoli, ben compatti, hanno ottenuto una adeguata pezzatura.
Nel caso in cui la coltivazione sia iniziata in primavera, dei buoni prodotti si possono ottenere già a settembre. La raccolta, invece, comincerà a inizio inverno se la semina è avvenuta in settembre. Dal punto di vista pratico si può procedere aiutandosi con un vomere o una vanga, facendo attenzione a non urtare e danneggiare i finocchi, o semplicemente a mano, tagliando parte delle foglie e le radici. Il finocchio, come detto, può essere coltivato anche in vaso, sul balcone, in mezzo ai fiori, anche perché tra l’altro si presenta come particolarmente decorativo. Si possono impiegare ciotole profonde una trentina di centimetri e piuttosto larghe, in cui essi vengano disposti a gruppo; in alternativa, si possono usare vaschette lunghe in maniera da piantarli in fila.
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La semina avviene direttamente nei vasi, tenendo una distanza di almeno venticinque centimetri tra un seme e l’altro; quando le piantine avranno raggiunto sette o otto centimetri di altezza, si potranno diradare. Chi non dispone di semenzai e di molto spazio dovrebbe acquistare piantine pronte per essere trapiantate. A proposito del clima, è bene sapere che il finocchio soffre in maniera particolare il freddo eccessivo, e pertanto occorre proteggerlo dalle gelate. Il terreno deve essere ricco di sostanze organiche ed esposto in maniera diretta al sole.
Dal punto di vista delle rotazioni, il finocchio non deve essere avvicendato a fagioli, rape, cavoli e pomodori, sui quali esercita un’influenza negativa, mentre può essere consociato con risultati positivi a cicoria, cetriolo, porri, lattuga e piselli. La rincalzatura torna utile per
coltivare finocchi più dolci e teneri. Nel momento in cui la parte globosa dell’ortaggio ha raggiunto le dimensioni di una piccola mela, l’accostamento della terra fino a coprirlo permetterà di ottenere risultati migliori sotto il profilo qualitativo. Il sapore migliorerà, in quanto il finocchio risulterà protetto del freddo.
Bisogna prestare la massima cura, naturalmente, a evitare malattie crittogamiche, patologie e attacchi parassitari. Il vero nemico da combattere, in particolare, è la sclerotina, che non è altro che una muffa che, se non asportata in tempo, rischia di compromettere tutto il raccolto. Essa si palesa tramite marcescenze che si diffondono dall’esterno all’interno, e che possono essere contrastate collocando la pianta in una zona ben soleggiata ed arieggiata, lontana da umidità eccessiva. Se l’attacco sta già danneggiando il finocchio, il trattamento migliore prevede il ricorso al rame. Infine occorre sottolineare, per quanto concerne le annaffiature, che la quantità di acqua da somministrare dipende dalle condizioni climatiche e dalla stagione: meglio, in ogni caso, una carenza d'acqua piuttosto che un eccesso.
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