Coltivazione Girasole
Abbiamo a che fare con una pianta che cresce facilmente, a prescindere dalla varietà che si sceglie. Esistono, infatti, varietà differenti, con colori diversi (arancio luminoso, giallo brillante, giallo pallido) ma soprattutto con fioriture diverse: a seconda della grandezza del giardino, infatti, sarà necessario scegliere, all’interno di una gamma molto vasta, tra fioriture doppie e fioriture singole, teste multiple e teste singole, dimensioni ridotte e altezze imponenti (oltre i quindici metri di altezza). Il girasole, come suggerisce il nome, ha bisogno di almeno sei o sette ore al giorno di esposizione alla luce del sole diretta, per permettergli di crescere nel miglior modo possibile. Pianta ornamentale proveniente dal continente americano ma diffuso da tempo anche in Europa, Italia compresa, il girasole deve essere seminato intorno alla fine di marzo, o al massimo entro metà aprile Se si opta per la coltivazione in vaso, sarà necessario utilizzare un vaso piuttosto capiente, in cui collocare un terriccio universale ben drenato e ottimamente concimato. Nel terriccio, eventualmente aiutandosi con una specifica palettina da giardinaggio, devono essere praticate buche di piccole dimensioni e non molto profonde (al massimo cinque centimetri), all’interno delle quali vanno introdotti due o tre semi al massimo. Ovviamente, le buche dovranno risultare molto distanziate tra di loro, visto che il girasole necessità di tanto spazio per svilupparsi in tutta la sua estensione.
Le tecniche di coltivazione dipendono molto dalla varietà scelta: la più diffusa e conosciuta, comunque, è l’Heliantus gialla, che può essere piantata in vaso o in piena terra. Si tratta di una specie annuale, che muore alla fine della fioritura: nel momento in cui il fiore appassisce, si secca interamente, e nella corolla compaiono centinaia di semi che possono essere raccolti e nuovamente seminati. E’ questo il modo più semplice per procurarsi i semi, ma naturalmente essi possono essere acquistati in qualsiasi garden center (dove si potrà scegliere tra le tante varietà, arancioni, gialle e rosse, annuali o perenni, grandi – con un fiore solo – o piccole – con fiori a grappoli) ma anche in molti supermercati. A poche settimane di distanza dalla semina, durante le quali la terra sarà stata costantemente innaffiata, le piantine inizieranno a spuntare: esse potranno essere travasate non appena avranno raggiunto sette o otto centimetri di altezza, o in un vaso o in piena terra.
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Per quel che riguarda le innaffiature, esse dovranno essere regolari, ma non dovranno mai causare ristagni di acqua: un’umidità eccessiva, infatti, rischia di provocare marciume, con conseguenti infezioni e malattie. I girasoli, in genere, sono in grado di sopportare periodi di freddo o di siccità, purché brevi, in virtù della loro robustezza. Evidentemente, però, si sviluppano molto più velocemente al caldo e in pieno sole. La piantina crescerà gradualmente, e il suo sviluppo potrà essere sostenuto con tutori, consigliati specialmente nel caso in cui la zona risulti molto ventilata. Utilizzando un cordino elastico, sarà opportuno legare ciascuna piantina a una cannetta posizionata nel terreno. I girasoli saranno in completa fioritura tra agosto e settembre. Quando il fiore appassirà, i semi maturi cadranno dalla pianta secca nel terreno, originando un nuovo fiore in maniera spontanea.
Per quel che riguarda i parassiti e le malattie cui occorre prestare attenzione per una buona coltivazione, i più diffusi sono i fitofagi, che solitamente si celano dentro o sotto le infiorescenze. Basti pensare allo sminthurus viridis, che si nutre prelevando dalle singole cellule porzioni di tessuto o il loro contenuto, causando danni gravi alla pianta anche perché le sottraggono liquidi interni preziosi. Questi parassiti possono comunque essere contrastati impiegando dei normali prodotti anti-parassitari. Più fastidiosi potrebbero risultare, invece, i funghi: malattie come l’oidio, la ruggine, la muffa grigia e il marciume della calatide e dello stelo hanno bisogno, per essere curati, di specifici prodotti anti-botritici. In particolare, la ruggine causa l’ingiallimento delle foglie, e talvolta la morte del girasole (che comunque, nella maggior parte dei casi, deperisce lentamente, arrivando con difficoltà alla maturazione); la muffa grigia, invece, fa comparire una patina grigia su boccioli, stelo e foglie: patina piuttosto spessa che conduce all’avvizzimento. Per quanto concerne l’oidio, chiamato anche mal bianco, esso non è altro che una patina di colore biancastro che avvolge le foglie, le quali, se colpite, ingialliscono lentamente prima di seccare. Infine, il marciume di calatide e stelo si riconosce dalla patina cotonosa e bianca che causa l’appassimento della pianta, in contemporanea con un marciume umido e verdastro. I girasoli, infine, non soffrono in maniera particolare la presenza degli insetti; piuttosto, è necessario proteggerli dall'azione di lumache e uccelli, che potrebbero arrecare danni avvicinandosi a essi e mangiucchiandoli.
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