Olivo concimazione

Olivo concimazione

Per poter esprimere al massimo le sue potenzialità di produzione e qualitative, l’ulivo ha certamente bisogno di avere il concime somministrato annualmente.

Sebbene l'ulivo sia capace di sopravvivere anche per diversi anni senza nessun apporto di fertilizzanti, per poter sviluppare al massimo e ottenere ottimi e abbondanti olive, ha la necessità di un concime ogni anno, capace di fornirgli degli apporti razionali di minerali e/o di organici. Per fare un programma razionale di fertilizzazione è necessario eseguire un'analisi chimica e fisica del terreno prima che si impianti un oliveto. Questa poi va ripetuta ogni 4 o 5 anni, facendo il prelievo di uno o anche più campioni che siano altamente rappresentativi.

Se si fa riferimento a quelli che sono gli aspetti tecnici e pratici della somministrazione di concime, questa può essere di tre tipologie distinte:

- la concimazione d'impianto o di fondo;

- la concimazione d'allevamento;

- la concimazione di produzione.

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La concimazione di impianto o di fondo

Il fiore dell'olivo Questo tipo di intervento ha il fine di mettere nel terreno una determinata riserva di quegli elementi minerali che sono dotati di una scarsa mobilità, per nutrire il futuro apparato delle radici dell'olivo. Questa somministrazione va eseguita su un terreno sodo e va interrata con un'aratura piuttosto superficiale, fatta dopo un'aratura più profonda oppure una rippatura in caso di una doppia lavorazione.

Poiché la maggior parte dei terreni del paese è carente di sostanze organiche, si reputa indispensabile durante la somministrazione di concime organico, attraverso la somministrazione di grandi quantità di sostanze ammendanti, preferibilmente il letame maturo. I materiali organici che vengono incorporati nella terra subiscono delle profonde modificazioni le quali formano un humus stabile. Il processo di umificazione e quello di mineralizzazione del terreno rendono gli elementi minerali disponibili ad essere assorbiti dalla pianta, in maniera lenta e continua.

Le sostanze organiche rappresentano i migliori nutrienti per le colture e il miglior fertilizzante con lenta cessione.

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La concimazione d'allevamento

L'inflorescenza dell'olivo L'intervento con fertilizzante durante i primi 3 o 4 anni dall'impianto ha lo scopo essenzialmente a stimolarne lo sviluppo vegetativo e quindi a far accelerare la generazione sia della chioma che dell'apparato radicale. La dose del fertilizzante deve essere in funzione dell'età dell’olivo e anche alla dimensione: quindi deve essere crescente nel tempo. La somministrazione di concime si deve localizzare nella zona in corrispondenza di come la chioma si proietta sul terreno, poiché lo sviluppo delle radici in senso radiale è limitato. La concimazione d'allevamento quindi deve essere solo azotata, con 2 o 3 somministrazioni all’anno, dalla ripresa vegetativa al termine della primavera. La dose annuale per un giovane impianto, durante i primi anni, deve essere più o meno di 20 U.F./ha e non di più. Dal terzo o quarto anno in poi si possono somministrare dosi di 40 U.F./ha all’anno.


La concimazione di produzione

Un gruppo di olive Questo intervento si pratica quando l’olivo ha completato il suo sviluppo vegetativo e inizia la fruttificazione significativa. La sua funzione è di indurre e di sostenere quella che è la produzione dell’ulivo e, allo stesso tempo, anche garantire il rinnovamento degli elementi della sua chioma e del suo apparato radicale, a mano a mano che i rametti con i frutti vengono eliminati con le potature. La concimazione si effettua secondo le esigenze nutritive e nei momenti di maggiore bisogno.

La concimazione va praticata prevedendo un buon risultato produttivo, il minimo dispendio e il rispetto dell'ambiente.

L'azoto è l'elemento che fertilizza più importante per l'ulivo e va fornito ogni anno. La sua dose annuale per un oliveto va frazionata in due tempi almeno: 2/3 prima della sua ripresa vegetativa e un terzo dopo l’allegagione.

Se l'allegagione risulta scarsa si consiglia di evitare di fare una seconda somministrazione, quella di 1/3, al fine di non stimolare troppo la vegetazione che può far luogo a rami sterili che, in condizioni normali, sono spreco di energia.