Fioritura orchidee
A differenza di quanto in genere accade per altre piante d’appartamento, uno degli obbiettivi principali della coltivazione in casa delle orchidee è quello di potere godere della produzione di questi fiori dalle forme inusuali ed accattivanti. Non è infrequente, però, che, superata la prima stagione di fioritura, quelle degli anni successivi siano scarse, se non del tutto assenti. Piante in buone condizioni vegetative non riescono a soddisfare le aspettative attese. Molto spesso, infatti, si ignora il fatto che la fase riproduttiva di una pianta e dunque la sua fioritura è il risultato di una serie di elementi fisiologici e ambientali che devono interagire tra loro nella giusta misura. In più, le orchidee in commercio sono generalmente piante provenienti da ambienti tropicali con condizioni di crescita e sviluppo molto differenti da quanto ricreabile allo interno di un appartamento nelle nostre latitudini.
Una premessa fondamentale per assicurarsi fioriture abbondanti, capaci di gratificare le cure che questo particolare tipo di piante da fiore necessita, è dunque quello di avere una buona conoscenza del genere di orchidea che si è scelto di allevare. I periodi di fioritura e la durata variano, infatti, da alcuni mesi fino ad un unico giorno all’anno. Così come esistono tipi di orchidea che fioriscono nei vecchi steli già andati a fiore ed altri che li differenziano soltanto sui nuovi germogli dell’anno, elemento questo che dovrà guidare la corretta pratica di potatura. Si tenga presente, ancora, che differenti risulteranno le esigenze idriche se si è di fronte ad una specie epifita o ad una terricola. Queste ultime necessitano di un maggiore apporto idrico al fine di non vedere mai seccare il terriccio nel quale si sviluppa l’apparato radicale.
Tra i fattori ambientali che più influenzano la produzione di fiori vi sono in ordine d’importanza: luce, temperatura e umidità dell’aria. La prima scelta, dunque, deve riguardare il corretto posizionamento della pianta. Le orchidee necessitano di luce per sviluppare i fiori, ma rifuggono dalla esposizione diretta ai raggi solari. L’ambiente, dunque, deve risultare luminoso, ma sufficientemente ombreggiato. Nel caso in cui venissero poste di fronte una finestra è bene che questa sia munita di tende. Ma è l’inverno, forse, la stagione più delicata per queste piante.Non di rado vi sono specie che necessitano anche di 12 ore di luce al giorno. Un alternativa alla luce naturale potrebbe quindi essere un sistema d’illuminazione artificiale. Riguardo la temperatura, è bene assicurare un calore costante evitando eccessive correnti d’aria o il gran caldo secco prodotto dai riscaldamenti interni, dalla cui fonte le piante vanno tenute ad una certa distanza. Durante il periodo estivo, nel caso in cui le temperature esterne non siano eccessivamente elevate, le piante di orchidea possono essere poste fuori in balcone o di fronte una finestra aperta, avendo cura sempre di non esporle ai raggi solari diretti. L’umidità dell’aria è un elemento ambientale da non sottovalutare. Il livello di umidità ideale si aggira intorno al 60% e può essere mantenuto, nei periodi più secchi, attraverso l’uso di vassoi riempiti di ghiaia umida dove posizionare i vasi. Fondamentale, però, è che la composta dei vasi non si imbibisca eccessivamente di acqua per non causare il marciume radicale o l’insorgere di malattie parassitarie che possono compromettere la vitalità della pianta stessa. Delle nebulizzazioni con appositi spruzzatori possono favorire il giusto mantenimento del livello di umidità dell’aria, avendo cura, però, di spruzzare soltanto le foglie e mai direttamente i fiori.
- Alcune specie di orchidee presentano fiori molto particolari, con il labello ricurvo, chiuso fino a formare una specie di scarpetta; le orchidee con labello a coppa appartengono a tre principali gener...
- Il genere orchidee cattleya conta circa cinquanta specie di epifite e litofite, originarie dell'America meridionale; sono munite di pseudobulbi carnosi, che possono avere dimensioni vicine ai 5-7 cm, ...
- E' un genere che comprende numerosissime orchidee epifite, originarie delle zone umide e montuose dell'America del sud, dal Messico al Perù. Non presentano pseudubulbi e le foglie lunghe e strette, ab...
- Il genere Laelia comprende circa 50-60 specie di orchidee, prevalentemente epifite, originarie dell'America centrale, molto affini alle cattleya. Queste varietà formano densi ciuffi di pseudobulbi pia...
Una delle tecniche più diffuse per stimolare la produzione di fiori prevede di sottoporre la pianta a precise differenze di temperatura tra il giorno e la notte. Il principio su cui si basa questa tecnica tiene conto del fabbisogno di alcune specie di un certo numero di ore di freddo per indurre la produzione di gemme a fiore. In genere le differenze di temperatura sono dell’ordine di 5°C, avendo cura, tuttavia, di non sottoporre le piante ad eccessivi stress termici al di sotto dei 10 ° C. Si tenga conto che la temperatura invernale ideale si aggira intorno ai 14 – 16 ° C per molti tipi di orchidee. Generalmente questa tecnica ha la durata di circa un mese e va in ogni caso interrotta nel momento in cui compare il primo stelo a fiore.
Una pratica colturale, meno invasiva e rischiosa, che può favorire la produzione di fiori riguarda l’uso, durante il periodo di fioritura, di specifici concimi, facilmente reperibili in commercio, capaci di soddisfare le esigenze di fosforo e potassio della pianta.Grande attenzione va posta nei dosaggi, soprattutto se si tratta di concimi liquidi. Esistono, inoltre, in commercio specifici formulati capaci di integrare i fabbisogni in microelementi. Tra i microelementi che più stimolano la fioritura ricordiamo il magnesio.
Non è infrequente che i più esperti coltivatori di orchidee, generalmente conoscitori delle pratiche di potatura, al fine di assicurarsi abbondanti fioriture negli steli fioriferi li accorcino a circa 20 cm dalla base, praticando il taglio subito dopo il nodo da cui si desidera si formino i nuovi germogli.
Un errore di coltivazione, anche durante il periodo di riposo, può compromettere irrimediabilmente la produzione di fiori della stagione.
Le principali cause che possono portare al fallimento di una o più stagioni di fioritura possono essere così schematizzate:
• inadeguate condizioni di luce;
• cattive o inadeguate condizioni di temperatura (troppo bassa o troppo alta);
• irrigazione eccessiva o insufficiente;
• attacchi parassitari alle gemme a fiore;
• eccesso di concimazione azotata e/o di prodotti antiparassitari caustici;
• errori di potatura.