Vanda
Le orchidee Vanda sono tra i fiori più coltivati al mondo; sono originarie dell’Asia e del nord dell’Australia, diffuse in un’area che va dall’Himalaya fino alle Filippine e a sud fino al continente Australiano; esistono alcune decine di specie di Vanda, e tutte sono a rischio di estinzione in natura, è quindi proibito raccoglierle in natura. Per fortuna non è difficile trovarle in vivaio, soprattutto però si tratta di ibridi, spesso derivati dalla specie Vanda caerulea, l’unica orchidea di colore blu esistente in natura.
L’area in cui sono diffuse queste orchidee, e le diversità di clima in cui si sviluppano, ci da un’idea della variabilità del genere; esistono infatti diversi tipi di Vanda, divisibili in due macrogruppi: le Vanda a foglie nastriformi e le Vanda a foglie cilindriche.
In realtà in vivaio troviamo quasi esclusivamente specie botaniche a foglie nastriformi, o ibridi a foglie nastriformi, quindi descriveremo queste specie.
La vanda è una delle orchidee più affascinanti da tenere in casa: produce fiori coloratissimi (e alle volte profumati) di grandi dimensioni ed è dotata di foglie e radici estremamente ornamentali. Possiamo decidere di coltivarla in vasi di vetro o basket di legno oppure appenderla per vederla crescere libera come decombente (simulando ciò che avviene in natura). La sua cura non è particolarmente difficile, specie se tenuta in appartamento alla giusta temperatura e con un’esposizione molto luminosa
Le orchidee Vanda hanno sviluppo epifita, o anche litofita, quindi le loro radici non affondano nel terreno; sviluppano un ampio apparato radicale, con grosse radici carnose, che crescono ben visibili all’esterno del substrato; per permettere uno sviluppo ideale di queste orchidee è conveniente porle a dimora in panieri appesi, lasciando ricadere la gran parte dell’apparato radicale all’esterno del contenitore. Producono pseudobulbi, ed hanno uno sviluppo monopodiale, ovvero da ogni pseudobulbo si sviluppa un singolo fusto, su cui le foglie crescono appaiate; ogni singolo fusto può raggiungere anche svariate decine di centimetri di lunghezza, presentano decine di foglie accoppiate, a forma di lunghi nastri piatti, con venatura centrale ben visibile, sulla quale le foglie tendono a piegarsi lievemente a V. Il fogliame è di colore verde chiaro o verde brillante, abbastanza coriaceo. Queste orchidee sono molto rigogliose, e tendono a svilupparsi per tutto l’arco dell’anno; la fioritura non segue le stagioni, e se una pianta è ben coltivata avviene che più volte all’anno, ogni 3-4 mesi. I fiori sbocciano su fusti carnosi, talvolta ramificati, penduli. Tipicamente in Europa si coltivano le specie e gli ibridi derivati da Vanda caerulea, con fiori molto grandi e profumati, di colore blu, lilla, viola. Esistono numerose altre specie e ibridi, non sempre reperibili in Europa, molto coltivate in Asia, dove Vanda Miss Joaquim è il fiore nazionale di Singapore e dove molto diffuse sono anche le specie a fiore giallo o giallo tigrato.
LE VANDA IN BREVE |
Nome, genere, specie | Orchidaceae, Vanda, pià di 60 specie |
Tipo di pianta | Pianta da fiore, epifita |
Manutenzione | alta |
Irrigazioni | Frequenti, acqua demineralizzata |
Concimazioni | Ogni 7 giorni (15 in inverno) |
Crescita | lenta |
Resistenza al freddo | Non resistente (minimo 10-15°C a seconda della specie) |
Esposizione | Molto luminosa (alcune specie anche pieno sole) |
Contenitore | Da appendere libera o in baskets di legno |
Substrato | Nessun substrato oppure bark, carbone, fibra, molto aerati |
Altezza | Da 40 cm a 1 metro |
Fiori | In spighe: bianco, giallo, arancio, viola, blu, fucsia |
Propagazione | Prelievo getti con radici |
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Queste orchidee sono abbastanza facili da coltivare in appartamento, soprattutto alcuni ibridi, selezionati appunto per questo scopo; si tengono in luogo molto luminoso, non colpito dalla luce solare diretta, ma filtrata. Spesso gli appassionati coltivano queste piante in serra temperata, con una temperatura minima superiore ai 12-15°C, simile a quella che si può trovare in casa.
Sicuramente il punto cruciale della coltivazione di queste orchidee si trova nelle annaffiature: necessitano di costante alta umidità, senza ristagni, senza terreno inzuppato d’acqua.
Quindi, le annaffiature dovranno essere molto frequenti e regolari, in modo da mantenere il substrato di coltivazione sempre fresco e umido; per tutto l’arco dell’anno è anche consigliabile fornire un concime specifico per orchidee, ogni 12-15 giorni.
La coltivazione in panieri appesi, e le grandi dimensioni di alcuni esemplari, rendono abbastanza complesso soddisfare queste esigenze di annaffiature e concimazioni; in genere si risolve utilizzando un buon concime fogliare, e vaporizzando anche quotidianamente la pianata; soprattutto per quanto riguarda gli esemplari coltivati in appartamento le vaporizzazioni devono essere molto frequenti.
Spesso si procede aggiungendo per tutto l’anno piccolissime quantità di concime fogliare all’acqua, in modo da fornirlo ogni volta che si annaffia la pianta, cosa che in inverno, con l’impianto di riscaldamento acceso, e in estate, può avvenire anche più volte al giorno.
Cura particolare va fornita all’ampio apparato radicale, da cui è bene rimuovere periodicamente eventuali radici scure, rovinate o rotte.
Tutti noi abbiamo presente in mene cosa sia un bulbo, si tratta di un organo sotterraneo, in genere il fusto, che immagazzina sostanze nutritive per poterle utilizzare in momenti dell’anno in cui non sono disponibili.
Quando si tratta di orchidee, difficilmente sentiamo la parola bulbo, bensì ci si rivolge ai loro fusti chiamandoli pseudobulbi; questo perché i fusti di orchidea si comportano come dei bulbi, ovvero sono ingrossati e immagazzinano sostanze nutritive e acqua per utilizzarle nei periodi dell’anno in cui non sono disponibili, ma si sviluppano al di sopra del terreno, quindi non hanno le caratteristiche tipiche dei bulbi nella loro conformazione fisica, in quanto sono esposti alla luce solare, e quindi sono verdi, per praticare la fotosintesi.
Gli pseudobulbi delle orchidee quindi sembrano dei veri e propri fusti, solo leggermente ingrossati; alcuni producono una singola foglia, all’estremità superiore, altri sono ricoperti da foglie accoppiate, altri ancora sviluppano alcune foglie sparse sull’intera loro lunghezza.
La Vanda è una orchidea originaria della fascia tropicale del continente asiatico, un’area in realtà molto ampia. Le varie specie botaniche (più di sessanta) crescono spontaneamente in India, Indocina, Nuova Guinea, Isole Salomone, Filippine e Nord dell’Oceania.
Hanno aspetto e dimensioni molto variabili: le più piccole raggiungono appena i 20 cm, le più grandi possono superare anche i 2 metri totali di lunghezza. Sono tutte epifite o litofite, come molte altre orchidee originarie delle foreste pluviali: non affondano le radici nel terreno, ma le usano per aggrapparsi ad alberi o rocce. Vivono essenzialmente grazie ai minerali che vi trovano e all’acqua piovana. Le foglie sono ovali e strette, nastriformi o cilindriche, e crescono a coppie simmetriche a partire dal rizoma centrale. Nella parte inferiore vi sono le radici aeree, molto carnose. Nell’arco dell’anno possono produrre fino a 3 spighe fiorali, molto durature, per lo più tra la fine dell’inverno e l’inizio dell’estate. Ognuna porta da sei ad otto fiori con sepali e petali uguali tra loro, ma che possono differire molto a seconda della specie o dell’ibrido. Di solito si declinano nelle sfumature del bianco, del viola, del blu, del rosa fucsia, del giallo e dell’arancione, sovente attraversate da striature e macchie di colori diversi.
Per le loro esigenze colturali vengono di solito coltivate in panieri di legno sospesi o appese lasciando totalmente libere le radici. Una bella alternativa è anche la coltura su zattera molto grande, cioè un pezzo di legno (sughero) appositamente predisposto.
Le vanda possono essere a grandi linee suddivise in due categorie: quelle a foglia cilindrica (richiedono più calore e vivono bene anche in pieno sole) e quelle a foglia piatta (più adatte a stare costantemente in appartamento, in un ambiente, quindi, meno luminoso). Vi sono però molte specie ed ibridi con necessità specifiche, da approfondire nel momento in cui decidiamo di cominciarne la coltivazione.
La più diffusa in commercio è senz’altro la Vanda Rothschildiana ibrido ottenuto tramite l’incrocio della Vanda Coerulea e dell’Euanthe sanderana: apprezzatissima per i grandi fiori e l’eleganza delle foglie, ha dalla sua parte anche la facilità di coltivazione e la frequente emissione di nuovi steli fiorali.
Piuttosto comuni sono anche altri ibridi cui si è giunti unendo il patrimonio genetico delle vanda a quello di altre orchidee come le Phalaenopsis, le Arachnis, le Ascocendrum e le Vandopsis. Il loro nome è anche il frutto di questa unione (per esempio Aranda): si tratta per lo più di vegetali adatti alle serre temperate e necessitano quindi di una specifica attrezzatura per poter essere coltivate al meglio.
NOME | ORIGINE | FIORI | TEMPERATURE PRIMAVERA-AUTUNNO | TEMPERATURE INVERNO |
Vanda Coerulea | India, Cina, Birmania, Thailandia | Fino a 10 cm di diametro, blu, di solito in inverno | Di notte fino a 18°C, di giorno tra 20 e 30°C | 10-14°C di note; fino a 18°C di giorno |
Vanda cristata | Himalaya, Bangladesh | Circa 5 cm, gialo o verde profumati, in primavera | Da 20 a 30°C di giorno, tra 10 e 18°C la notte |
Vanda Rothschildiana | ibrido | Blu, viola, fucsia, bianco | Da 17 a 28°C, luce molto intensa (anche diretta, tranne in estate) |
Sono quasi tutte le varietà più diffuse, compresa la Rothschildiana: per ottenere una crescita ottimale e fioriture abbondanti è importante un’esposizione estremamente luminosa. L’ideale è anzi un posizionamento in pieno sole, ad eccezione del periodo estivo (quando il caldo eccessivo potrebbe causare disidratazione). Le temperature devono essere quasi costanti lungo tutto il corso dell’anno. Durante la notte devono aggirarsi sui 17°C, di giorno intorno ai 27°, anche se tollerano bene anche temperature superiori ai 32°C (a patto che le radici siano costantemente umidificate).
Sono piante ideali da coltivare se disponiamo di un giardino ben esposto o di una luminosa serra calda.
IL CALENDARIO DELLE VANDA |
Fioritura | Alcune dalla primavera all’autunno (anche più volte), altre in inverno |
Concimazione settimanale | Da aprile a ottobre |
Concimazione quindicinale | Da ottobre a novembre |
Irrigazione per immersione | Ogni 4 giorni |
Vaporizzazioni | Più volte al giorno, specie in estate |
rinvaso | Primavera |
Sono più adattabili e possono quindi essere coltivate anche da chi disponga solo di ambienti luminosi in un appartamento. Sono piante originarie delle foreste pluviali e non sopportano quindi il sole diretto che potrebbe causare bruciature ed eccessiva disidratazione.
Sono più tolleranti anche nei confronti delle temperature più basse: in inverno sopportano bene anche solo i 10°C (e, anzi, uno sbalzo di temperatura di circa 6 gradi tra giorno e notte è necessario per stimolare l’emissione di spighe fiorali). Durante la bella stagione cerchiamo invece di restare sempre intorno ai 22-24°C.
Le vanda possono essere considerate le epifite per eccellenza: non necessitano di nessun substrato. L’ideale è appenderle lasciando libere le radici aeree: eviteremo così che si instaurino marciumi e consentiremo loro di assorbire l’umidità presente nell’aria.
La coltivazione può però anche avvenire in vasi di vetro o, meglio ancora, in appositi cestini di legno da appendere. Possono essere acquistati o realizzati autonomamente con dei listelli badando di scegliere un’essenza resistente e che si degradi molto lentamente a contatto con l’acqua (tek o cedro). Le dimensioni devono essere sempre molto ampie per consentire il libero passaggio dell’aria. All’interno possiamo mettere del bark grossolano, del carbone di legna o fibre vegetali, badando però che il tutto risulti sempre ben penetrabile dall’aria.
Queste orchidee necessitano di un’altissima umidità ambientale, specialmente durante il periodo di crescita vegetativa. Le irrigazioni vanno fatte per lo più per immersione: circa due volte alla settimana (o appena le radici assumono un aspetto argentato) si immerge l’apparato radicale (eventualmente con tutto il cestino) in una bacinella di acqua piovana a temperatura ambiente. Trascorsa una mezz’ora possiamo estrarre il tutto e appenderlo nuovamente (dopo eventualmente averlo fatto sgocciolare).
Sempre, ma soprattutto nella stagione calda, sono molto utili le vaporizzazioni: più volte al giorno si possono spruzzare radici e foglie con acqua demineralizzata. Bisogna però prestare attenzione all’area del colletto, cercando di evitarla: è infatti la parte più sensibile ai ristagni e di conseguenza all’instaurarsi di marciumi.
In inverno una riduzione delle irrigazioni (in concomitanza con l’abbassamento delle temperature) può stimolare l’inizio di una nuova fioritura.
Le vanda sono probabilmente le orchidee più esigenti sotto l’aspetto nutritivo. Si utilizzano per lo più prodotti specifici per questo tipo di piante da mescolare all’acqua delle irrigazioni (e anche delle nebulizzazioni). In inverno sono sufficienti due somministrazioni al mese, dalla primavera all’autunno è meglio invece procedere una volta alla settimana. La formulazione è di solito NPK 20:20:20, perciò un concime bilanciato; per stimolare la fioritura, approssimativamente un mese prima della prevista emissione degli steli, possiamo optare per un prodotto con un più alto titolo in fosforo e potassio (abitualmente si consigliano quelli 10:30:20).
Prima di procedere ricordiamoci di bagnare sempre bene le radici con acqua pura per evitare che il fertilizzante possa danneggiarle.
Le vanda non amano essere rinvasate: le loro radici, infatti, si attaccano fortemente ai supporti ed è difficile staccarle senza rovinarle definitivamente. Nel caso la nostra pianta sia in un basket ormai troppo stretto possiamo semplicemente fabbricarne o comprarne uno più ampio e inserirvi il precedente all’interno, aggiungendo un po’ di bark, carbone o fibre.
Il rinvaso completo si effettua molto raramente, solo quando il substrato presente risulta molto degradato e la parte più bassa della pianta appare vecchia, con foglie appassite.
Si procederà lasciando per almeno un’ora le radici in acqua a circa 30°C: si ammorbidiranno e sarà più facile staccarle. Effettuando la lavorazione è però inevitabile romperne qualcuna: in quel caso tagliamole alla base e favoriamo la crescita di quelle nuove, più piccole.
Lavoriamo sempre con cesoie pulite e disinfettate e sui tagli passiamo una spolverata di carbone o cannella in polvere.
Si possono ottenere nuove piantine prelevando i getti dotati di radici che, di tanto in tanto, compaiono sullo stelo principale. Vaporizziamoli e concimiamoli come una pianta adulta.