Capelvenere
Il capelvenere è una felce che si adatta sia alla coltivazione all’esterno sia a quella in vaso, come pianta da interno. È molto apprezzata per la bellezza del fogliame che unisce un colore vivace ad un aspetto leggero e vaporoso. Non deve certamente mancare nel nostro giardino per dare eleganza agli angoli ombreggiati e umidi, visto che le varietà proposte sul mercato, con qualche cura, si adattano ormai ad ogni tipo di clima.
Il nome latino è
Adiantum capillus-veneris, e le fu attribuito in quanto il fogliame delicato ricorda i capelli di una dea, anticamente esistevano dei miti legati a questa pianta, che in µEuropa è diffusa anche come pianta selvatica; si tratta di una felce sempreverde, dotata di un piccolo apparato radicale rizomatoso.
Il
capelvenere è diffuso in natura in gran parte delle zone temperature del globo,
in Europa, Asia, Africa e America, settentrionale e centrale; si tratta di una felce dai tratti caratteristici, le foglie sono composte da piccole foglie dalla forma particolare, molto sottili e delicate, con margine frastagliato, attaccate tra loro da sottili filamenti dal particolare colore nero, che spicca molto tra il fogliame verde brillante.
Le piccole piante non superano i 25-35 cm di altezza, e in natura tendono a divenire con l’età ricadenti; sono felci tipiche del sottobosco, che si sviluppano in particolar modo nelle zone caratterizzate da corsi d’acqua, torrenti e piccoli fiumi, o dalla vicinanza con grotte o altre zone particolarmente ombreggiate.
In Italia viene utilizzata soprattutto come pianta da appartamento, mentre la coltivazione in giardino non viene praticata quasi mai.
La coltivazione di questa felce non è semplice al di fuori del suo ambiente naturale a meno di riuscire a riprodurlo perfettamente. La maggiore difficoltà consiste nel fornirle un’alta e costante umidità ambientale oltre a esposizione e terreno adatti. Possono inserirla in giardino con tranquillità le persone che possiedano laghetti ombreggiati, pozzi o tratti di ruscelli. Altrove sarà necessario essere assidui con annaffiature e soprattutto vaporizzazioni.
Come tutti noi ben sappiamo, la gran parte delle felci,
sono piante che amano le zone semi-ombreggiate, umide e fresche; e l' Adiantum capillus non è differente dalla maggior parte delle felci. Si pone a dimora in contenitori di dimensioni contenute, in quanto l’apparato radicale è abbastanza piccolo, se rapportato alle dimensioni dell’intera pianta; predilige posizioni semi-ombreggiate, ma evitiamo l’ombra buia e cupa, e prediligiamo i luoghi abbastanza luminosi.
La giusta luminosità ci viene indicata dalla colorazione delle
foglie, che divengono quasi giallastre quando la luce è eccessiva, e si scuriscono molto quando la luce è decisamente poca.
IL CAPELVENERE |
Famiglia, genere, specie | Pteridaceae, Adiantum capillus-veneris |
Tipo di pianta | Felce, pianta a fogliame decorativo da esterno o interno |
Fogliame | Persistente o semipersistente |
Colore fogliame | Verde chiaro, verde scuro, rosa, glauco; piccioli scuri |
Altezza | Da 20 a 40 cm a seconda della specie |
Larghezza | Fino a 40 cm |
Manutenzione | Mediamente impegnativa |
Rusticità | Rustica (la specie); semirustiche (varietà da appartamento) |
Terreno | Fresco, calcareo, ben drenato |
Irrigazioni | Frequenti in primavera-estate; no ristagni |
Umidità ambientale | alta |
Esposizione | Mezz’ombra-ombra |
Uso | Coprisuolo e fogliame decorativo (zone umide e ombrose); vaso |
Abbinamento | Hosta, heuchera, alchemilla, brunnera, lamium, astilbe, luzula |
In natura si sviluppano in luoghi freschi e umidi;
in appartamento vivono in una costante primavera, caratterizzata spesso da un clima eccessivamente asciutto; per mantenere alta l’umidità ambientale posizioniamo i vasi in un coprivaso ampio, riempito per metà di argilla espansa, su cui possiamo lasciare il vaso in superficie; circa metà della profondità dell’argilla dovrà essere costantemente immerso nell’acqua, in modo che attraverso l’evaporazione essa vada ad aumentare l’umidità attorno alla pianta; frequenti vaporizzazioni migliorano ulteriormente il clima. Sono piante abbastanza resistenti, che spesso sopravvivono anche in condizioni non del tutto favorevoli, ma sicuramente una buona umidità ambientale e le corrette annaffiature portano ad esemplari più sani e rigogliosi. I capelvenere si annaffiano molto regolarmente, per tutto l’arco dell’anno, cercando di mantenere il terreno leggermente umido e fresco: non appena il substrato tende ad asciugare, è bene annaffiare nuovamente, con piccole quantità d’acqua. Ogni 15-20 giorni aggiungiamo all’acqua delle annaffiature del concime per piante verdi, per aumentare leggermente la presenza di Sali minerali nel terreno.
Ricordiamo anche di evitare il posizionamento della pianta in un luogo in cui sia molto vicina a fonti dirette di calore, quali termosifoni o caminetti, ed anche vicino a ventilatori o climatizzatori, che asciugano eccessivamente l’aria. Queste piante possono venire coltivate anche in giardino, in una zona umida e fresca, con poche ore di sole diretto ogni giorno, ma non nelle ore più calde dell’anno; in caso di stagioni particolarmente fredde o siccitose, i capelvenere tendono a ridurre, o a perdere completamente, la parte aerea: ricominceranno a svilupparsi non appena il clima tornerà propizio. In Italia è molto facile trovare in vivaio degli esemplari di Adiantum capillus coltivati per essere tenuti in appartamento; anche se si tratta di una pianta resistente al freddo, il fatto di essere stata conservata per mesi in una serra temperata, rende abbastanza difficile rieducare tale pianta alla vita all’aria aperta. Quindi se vogliamo un capelvenere da coltivare in giardino, evitiamo di acquistarlo in autunno, piuttosto scegliamone uno bello sano e rigoglioso in primavera, e posizioniamolo all’aperto non appena le minime notturne sono abbastanza alte; in questo modo il freddo invernale arriverà molto gradatamente, permettendo alla pianta di abituarvisi.
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Il capelvenere è una felce diffusa in natura in quasi tutto il mondo, specialmente nelle aree caratterizzate da clima caldo-temperato. Cresce per lo più su suoli rocciosi o lungo il corso dei fiumi, ma sempre in presenza di suoli calcarei, a pH basico e luce debole e soffusa. La specie non è perfettamente rustica e in Italia può temere il gelo specialmente nelle aree montane; esistono però varietà più resistenti che possono essere inserite tranquillamente in qualsiasi giardino.
Come tutte le felci i capelvenere sono piante antichissime, che non producono fiori, frutti e semi, ma si propagano attraverso le spore: si tratta in sostanza di singole cellule della pianta, che sono in grado, una volta liberate sul terreno, di sviluppare un nuovo esemplare; in sostanza si comportano come dei semi, ma sono difficili da maneggiare, in quanto le dimensioni sono minuscole. Quindi la “semina” di una felce non è certamente un attività per principianti.
Per coloro che in ogni caso desiderano propagare il loro esemplare di capelvenere, si utilizza di solito il metodo per divisione del rizoma: in autunno si dissotterrano le radici della pianta, e si tagliano in porzioni, con l’ausilio di un coltello ben affilato e ben pulito. Tali porzioni devono essere costituite da una parte del rizoma originario e da una parte del pane di radici da esso prodotto; queste nuove piante vanno subito interrate in contenitori non eccessivamente grandi, riempiti con un buon terriccio fresco, costruito da terriccio universale, poca sabbia e qualche pezzetto di corteccia sminuzzata.
Le porzioni di rizoma di capelvenere di solito radicano con buona facilità, e questo tipo di propagazione è quindi abbastanza semplice; inoltre spesso la divisione giova alle piante molto vecchie, coltivate in vaso da molti anni, che vengono come ringiovanite da questo tipo di trattamento.
IL CALENDARIO DEL CAPELVENERE |
Messa a dimora | Marzo-aprile |
Divisione | Febbraio-marzo |
Rinvaso | Gennaio-febbraio |
Irrigazione frequente (periodo vegetativo) | Aprile-novembre |
Concimazione | Ogni 15 giorni; da aprile a novembre |
Riduzione irrigazioni | Novembre-marzo |
Pulizia fronde | Marzo |
Semina spore | Aprile |
Le felci appartengono ad un particolare gruppo di piante, tra i più antichi presenti sulla terra, la loro conformazione particolare le rende facilmente distinguibili da qualsiasi altra pianta; in genere tutte si sviluppano a partire da un rizoma sotterraneo, con un apparato radicale spesso poco cospicuo; da tale rizoma spuntano direttamente le foglie, senza fusto alcuno. Le foglie delle felci vengono dette fronde, in quanto non si può distinguere un picciolo, ma si sviluppano direttamente a partire dal rizoma; nel caso del capelvenere quello che talvolta viene chiamato fusto o rametto, è in sostanza costituito dalle venature di una uni fronda, di colore nero.
Alcune felci di origine tropicale hanno venature delle fronde tanto spesso e grandi, da costituire, messe vicine, una sorta di ampio fusto, che rende tali felci (dette felci arboree) delle piante simili a palme.
Le felci
non producono fiori o frutti, ma si propagano per mezzo delle spore, tali cellule sono riunite in piccoli gruppi al di sotto delle foglie, si tratta di una sorta di puntinatura dall’aspetto secco e senza vita: tali formazioni sono dette sporangi.
Il capelvenere (nome scientifico Adiantum capillus-veneris) è una felce di medie dimensioni (30-40 cm di altezza); appartenente alla famiglia delle Pteridaceae. Si espande principalmente grazie alle sue radici rizomatose dalle quali spuntano le belle fronde bipennate, estremamente graziose e dall’aspetto delicato. Sono per lo più triangolari, lunghe fino a 70 cm, arcuate e divise 2 o 3 volte in coppie opposte di foglioline verde pallido. A seconda del clima risulteranno persistenti o semipersistenti; appena spuntate sono arrotolate su se stesse per poi aprirsi ed espandersi velocemente. L’insieme viene reso ancora più gradevole dalla colorazione molto scura dei piccioli. Le spore sono poste sotto il bordo esterno del segmento fogliare e si formano tra inizio estate e metà autunno.
Il capelvenere cresce bene in terreni capaci di mantenersi freschi, ma comunque sempre con un buon drenaggio. In giardino vanno bene cresciute in terra da giardino, magari resa un po’ più leggera mescolandovi della ghiaia fine e grossolana e un po’ di compost maturo. Ideali sono gli anfratti tra le pietre dei muri a secco (all’ombra) o delle crepe naturali (dove in genere arriveranno poi spontaneamente).
La specie tipo cresce bene in tutta Italia, fino a circa 1400 metri di altitudine. Se riparata dai venti freddi e dall’eccessiva umidità invernale sopporta agevolmente temperature anche intorno ai -10°C.
Il caldo può invece rappresentare un problema, specialmente se l’esposizione non è ottimale e l’umidità è troppo bassa: la pianta potrebbe reagire perdendo buona parte delle foglie.
Il capelvenere vuole una luce leggera e molto diffusa; è adattissima a tutte le aree ombrose o anche buie del giardino, specialmente se umide. Va assolutamente evitata la luce diretta, specialmente pomeridiana e dalla metà della primavera in avanti.
Ottimo è il posizionamento sotto alberi a foglia caduca o nei pressi di siepi.
Le piante in vaso tenute in casa crescono bene accanto a finestre esposte ad est, cioè ben illuminate solamente la mattina. Il sole ad ogni modo non deve mai arrivare a toccare le fronde e in estate è caldamente consigliato l’uso di tende di colore chiaro.
Queste piante necessitano di un terreno sempre fresco durante il periodo vegetativo, ma temono i ristagni. In primavera ed estate è importante evitare che l’area si asciughi completamente: un ottimo metodo consiste nel testare l’umidità a circa 2 cm di profondità inserendovi un dito.
Per evitare di dover intervenire troppo frequentemente si consiglia di approntare una spessa pacciamatura a base di foglie. All’arrivo dell’autunno e durante l’inverno è invece importante sospendere quasi totalmente: le precipitazioni saranno più che sufficienti a mantenere in vita la pianta. Ulteriori apporti non farebbero che aumentare il rischio di marciumi radicali.In casa seguiamo le stesse regole, inducendo un leggero riposo vegetativo già dall’inizio di ottobre.
Più importante delle irrigazioni è l’umidità ambientale. In tutte le stagioni queste felci necessitano di un ambiente freschissimo. Un ottimo metodo per creare il giusto habitat è vaporizzare spesso le fronde con acqua demineralizzata o piovana (per evitare l’accumulo di calcio sul fogliame).
Accostare un gran numero di vegetali con esigenze simili (per esempio delle hosta, alchemille, heuchere, astilbe) sarà di enorme aiuto, oltre a creare un ambiente esteticamente apprezzabile. In casa, oltre alle vaporizzazioni, possiamo usare degli umidificatori elettrici e porre nelle vicinanze del vaso dei contenitori pieni di argilla espansa bagnata.
Sono piante abbastanza vigorose, specialmente se tenute in ambiente adatto: il rinvaso può quindi rendersi necessario ogni anno o al massimo ad anni alterni, alla fine dell’inverno. Sul fondo del contenitore creiamo uno spesso strato drenante con della ghiaia o dell’argilla espansa. Il substrato ideale si ottiene mescolando 40% di terra da giardino con 40% di terriccio per piante verdi (non troppo torboso) e 20% di ghiaia fine.
È una pianta avida di nutrimento; sia in piena terra sia in vaso è consigliata la somministrazione quindicinale di un prodotto liquido con un buon tenore di azoto. In giardino si può in alternativa optare per un prodotto granulare a lenta cessione. All’arrivo dell’ autunno possiamo gradatamente sospendere.
A parte le frequenti irrigazioni e umidificazioni, risultano abbastanza autonome. È importante alla fine dell’inverno dedicarsi alla pulizia del cespo eliminando le fronte vecchie, secche o in qualche modo danneggiate.
Il capelvenere può essere propagato tramite divisione (metodo in assoluto più semplice) o mediante “semina” delle spore.
La divisione si effettua in primavera: si estrae il cespo e si dividono, a mano, le delicate radici in maniera che ognuna sia dotata di un germoglio.
La propagazione tramite spore è molto difficile da attuare, ma, in ambiente adatto, è possibile che avvenga spontaneamente (potremo allora spostare le piantine dove più ci aggrada).
Le spore cominciano a maturare in estate, ma non saranno pronte fino alle primavera seguente. In quel periodo dovremo tagliare una fronda e agitarla su di un foglio di carta. Disperdiamole poi su di una vaso con terriccio tenuto sempre umido, in una zona parzialmente ombreggiata. Le prime piantine spunteranno dopo circa 3 mesi e potranno essere poste in vasetti singoli in autunno.
Curiosità
Il capelvenere è stato usato fin dall’antichità a scopi medicinali e alimentari. Nel Nord della nostra penisola le sue foglie venivano usate per produrre un infuso simile al thè, utile anche in caso di affezioni del sistema respiratorio.
Il genere Adianthum comprende più di 200 specie diverse; a livello commerciale sono diffusi per di più moltissimi ibridi e cultivar, alcuni venduti come piante d’appartamento (essendo simili al capelvenere, ma più adattabili).
Ecco alcune delle più comuni e apprezzabili:
Adiantum caudatumFelce adatta ai giardini di tutto il Centro-Sud. Cresce vigorosamente e si allarga facilmente grazie alla sua capacità di emettere propaggini e nuove piantine sull’apice delle foglie. Ha delle belle fronde allungate ed è ottima come coprisuolo per zone umide e ombreggiate. Bella anche come ricadente per cestini.
Adianthum hispidulumBella specie caratterizzata da portamento eretto e foglie inizialmente bronzee, poi verde scuro. Sopporta agevolmente leggere gelate.
Adiantum venustumHa delle belle fronde arcuate e ampie, ma molto allargate: l’altezza massima è di circa 20 cm. Appena spuntate sono di un bel rosa per poi diventare verde chiaro, glauche e infine brune. È tra le più resistenti al gelo visto che sopporta agevolmente -15°C. Proviene dalle alture del Kasmir.
Adiantum pedatumPianta abbastanza rustica, adatta a quasi tutto il territorio italiano. Originaria del Giappone e degli Stati Uniti, ha portamento allargato, quasi coprisuolo. Le fronde sono inizialmente verde chiaro e creano un bel contrasto con i piccioli quasi neri.
Adiantum cuneatum (o raddianum)Specie adatta alla coltivazione in appartamento o in serra fredda. È originaria del Brasile e ha fronde lunghe anche più di mezzo metro, a ventaglio, estremamente vaporose.. Disponibile in molte cultivar tra le quali segnaliamo “fragrantissimum” dall’intenso profumo, “gracillimum” dal portamento eretto e con segmenti fogliari finemente intagliati e allungati, “elegans” con fronde compatte prima brune poi verde acido; “Luth” con fronde molto lunghe di un bel color glauco,
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