Felce a corna di cervo, Alicorne - Platycerium bifurcatum
felce epifita originaria dell'Australia meridionale; del genere platycerium fanno parte alcune felci, tutte epifite, diffuse in Australia e nell'Africa meridionale; in natura si sviluppano sul tronco di alti alberi, alla biforcazione dei rami, raggiungendo dimensioni cospicue, gli esemplari coltivati in vaso hanno fronde in genere non più lunghe di 40-70 cm, esistono cultivar dal portamento particolarmente compatto. Le fronde del platycerium bifurcatum sono di due tipi: alla base del cespo si sviluppano le fronde sterili, di forma tondeggiante, tendono a costituire uno stretto contenitore a coppa, entro cui in natura si deposita l'acqua piovana e detriti organici provenienti da altri alberi; con il passare del tempo queste fronde si accumulano, dando origine ad una struttura spugnosa, che trattiene l'umidità. Dalla base di fronde sterili si dipartono le fronde fertili, erette o ricadenti, dalla particolare forma lobata, che ricorda le corna dell'alce, nella pagina inferiore si possono trovare le spore. Il colore delle fronde del platycerium bifurcatum dipende dalla quantità di luce che ricevono: piante poste in luogo buio tendono a divenire molto scure, mentre le fronde delle piante coltivate in luce brillante sono chiare. Le fronde hanno consistenza leggermente carnosa, sono abbastanza rigide e cuoiosoe. Questa varietà è conosciuta anche con il nome Alicorne o felce a corna di cervo.
Le piante di alicorne si coltivano in luogo ben luminoso, lontano dai raggi diretti del sole; in effetti le felci a corna di cervo possono sopportare anche condizioni di luce poco favorevoli, come l'ombra o anche la luce diretta del sole, ma solo se fornita gradualmente. Si coltivano con una temperatura minima di 10°C, anche se potrebbero sopportare brevi periodi di gelo, ma con danni alle fronde.
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Contrariamente alla gran parte delle felci i platycerium bifurcatum non necessitano di annaffiature troppo frequenti, e possono sopportare senza problemi periodi anche prolungati di siccità; da marzo a settembre annaffiamo solo quando il terreno è ben asciutto, facendo attenzione a non inumidire la base delle foglie della felce a corna di cervo; durante i mesi invernali annaffiamo le piante di Alicorne sporadicamente. Per mantenere le fronde di Alicorne sane è bene garantire una posizione ben ventilata, e vaporizzare frequentemente la chioma con acqua demineralizzata. Due-tre volte all'anno possiamo diluire nell'acqua delle annaffiature una piccola quantità di concime per piante verdi.
Per porre a dimora gli esemplari di felce a corna di cervo si utilizza un terriccio per piante epifite, costituito da fibre vegetali, torba di sfagno e piccoli pezzi di corteccia; in genere vengono coltivati in panieri appesi.
Le piante di questo tipo hanno una crescita piuttosto rapida e vanno rinvasate all'inizio della primavera, scegliendo un contenitore via via più grande.
Queste piante si propagano tutte per spore o per divisione dei cespi in primavera. Spesso alla base si sviluppano piccole piante, che si possono staccare dallo stolone principale, per rinvasarle singolarmente.
Il più diffuso parassita è la cocciniglia. Per eliminare il problema, se non ampiamente diffuso, è possibile intervenire con un panno o del cotone con alcool, eliminando manualmente i parassiti. Se l'infestazione è consistente è bene ricorrere ad appositi prodotti insetticidi.
Piante coltivate in terreno costantemente umido possono sviluppare dannosi marciumi radicali.
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Bellissime felci, dal portamento elegante, e felci a corna di cervo si chiamano in latino platycerium, e provengono dall
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