Goji coltivazione
Il goji, ovvero il lycium barbarum, è una solanacea originaria dell'estremo oriente. Oggi questa specie si può trovare in tutto il mondo, e in alcuni luoghi cresce anche in modo spontaneo. Il suo nome è stato creato negli anni settanta dall'etnobotanico nord-americano Bradley Dobos, ma in alcune regioni della Cina viene coltivato da migliaia di anni, ed è un elemento essenziale della sua medicina tradizionale. Il goji è un arbusto perenne che può raggiungere i 3 metri d'altezza, dalle foglie oblunghe e che produce un' infiorescenza di colore viola. Il frutto è una piccola bacca carnosa dalla forma oblunga, con un diametro di 1-2 centimetri e dal colore rosso intenso, che racchiude interessantissime proprietà antiossidanti. La bacca ha un sapore che può ricordare vagamente quello del mirtillo.
La coltivazione del goji è abbastanza semplice. L'arbusto cresce bene in piena terra e in posizione soleggiata. Preferibilmente andrebbe piantato in primavera o inizio autunno, avendo l'accortezza di lasciare abbastanza terreno attorno per facilitarne lo sviluppo, trattandosi di un arbusto che può raggiungere i 2 metri d'altezza con la tendenza a formare folti cespugli intricati. Si può coltivare anche in vaso, ma in questo caso le dimensioni che raggiungerà saranno un po' più ridotte. Le annaffiature poi dovranno esser più abbondanti rispetto a quelle di una coltivazione in piena terra, facendo però attenzione ai ristagni d'acqua nei sottovasi, per evitare il marciume radicale. Trascorsi i primi 4-5 anni, la pianta, se coltivata in terra, avrà raggiunto la sua maturità e sarà in grado di far fonte da sola alle proprie esigenze idriche.
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Il goji è un arbusto forte e rustico, che può sopravvivere anche a gelate che vanno dai -15°C ai -17°C, adattandosi quindi perfettamente ai nostri giardini. Non ha bisogno di grosse cure, ma tuttavia bisogna tener presente che fruttifica sui rami nuovi, per cui la pianta andrà potata ogni anno a tale scopo. Se lo vogliamo inserire all'interno di un'aiuola, potremmo affiancarlo ad altri frutti di bosco, come i lamponi, i mirtilli o il biancospino, unendo così alle caratteristiche ornamentali la possibilità di raccogliere delle bacche golose ma anche ricche di proprietà e di eccellenti valori nutrizionali (facendo però molta attenzione: la pianta è infatti dotata di spine). Il goji generalmente non viene colpito da particolari malattie, ma i molluschi, come le lumache, vanno ghiotti del suo fogliame.
In Asia le bacche del goji sono largamente utilizzate nella medicina tradizionale cinese, dove vengono impiegate da millenni, ma anche in cucina, per preparare zuppe, minestre e gustose salse per accompagnare la carni. In occidente invece sono state introdotte da pochi anni, e stanno diventando molto di moda. Principalmente sul mercato si possono trovare sotto forma di bacche essiccate o di succhi. Le bacche possono essere consumate a colazione, sia essiccate che reidratate, mischiate a cereali, yogurt o latte e a della frutta fresca. Queste bacche hanno un incontrastato potenziale antiossidante, aiutano a supportare le funzioni del sistema immunitario, quelle del sistema cardiocircolatorio e sono utili a chi segue una dieta ipocalorica poiché possiedono un basso indice glicemico e un effetto saziante.
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