Citronella - Cymbopogon nardus
erbacea perenne sempreverde originaria dell'Asia meridionale; costituisce cespi densi, eretti, che raggiungono i 70-100 cm di altezza durante il periodo vegetativo; le foglie, nastriformi, lunghe 60-70 cm, sono di colore verde brillante, dalla consistenza cartacea, abbastanza spesse, ricadenti; sono portate da fusti eretti, rigidi, simili a piccoli bambù. Foglie e fusti emanano un intenso profumo, leggermente agrumato, che diviene molto forte se si stropicciano le foglie tra le dita. Queste piante vengono coltivate in gran parte dell'Asia, poichè l'olio da esse estratto viene utilizzato nella medicina orientale, ed è anche molto apprezzato in tutto il mondo come repellente per le zanzare. Le foglie si possono utilizzare anche in cucina, per aromatizzare insalate, tisane e bevande. Esistono circa una decina di specie di cymbopogon, quasi tutte con foglie molto aromatiche.
si coltivano in luogo soleggiato, o semiombreggiato; queste piante temono il freddo, quindi generalmente si coltivano come annuali, oppure si tengono in vaso, in modo da poterle riparare durante i mesi più freddi dell'anno; spesso in autunno si taglia il cespo di foglie vicino al terreno, in modo da mantenerlo più compatto l'anno successivo. Piante poste in luoghi riparati dal vento e soleggiati in genere vengono rovinate in maniera vistosa dal freddo invernale, ma tendono a rigermogliare all'arrivo della primavera.
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annaffiare regolarmente per tutto il periodo vegetativo, da marzo a ottobre; i cymbopogon possono sopportare brevi periodi di siccità, ma spesso gran parte delle foglie disseccano.
si coltivano in un buon terreno ricco, profondo e molto ben drenato; in ogni caso sembrano non mostrare grossi problemi anche nella comune terra da giardino.
in autunno è possibile dividere i cespi di foglie, lasciando alcune radici ben sviluppano per ogni porzione praticata; le nuove piante così ottenute si pongono direttamente a dimora, oppure si fanno svernare in luogo riparato, per porle a dimora in primavera.
Generalmente non vengono attaccate da parassiti o da malattie. Si tratta di una pianta piuttosto sana. È bene comunque evitare di bagnare troppo il terreno e le foglie per evitare problemi crittogamici.
Se la pianta fosse attaccata da insetti si possono usare prodotti a base di piretro naturale rispettando il tempo di carenza prima di usarne delle parti in cucina.
La citronella è una pianta appartenente alla famiglia delle poaceae. In Oriente è molto conosciuta come erba aromatica e (soprattutto in India) è alla base di quasi tutti i piatti tipici. Se si vogliono riprodurre alla perfezione è impossibile da sostituire. Le foglie vengono usate per aromatizzare tè e tisane. La zona vicino alle radici invece è indispensabile per aggiungere gusto a carne, pesce e zuppe. Il sapore e il profumo sono molto simili a quelli del limone, ma con note dolci ed totalmente prive di acidità. Si tratta ad ogni modo di una graminacea perenne (dove il clima lo consente) con portamento cespuglioso. Le varietà più diffuse sono il Cymbopogon citratus e il Cymbopogon flexuosus. La prima è originaria dell’India e dello Sri Lanka. Ha lunghe foglie glauche ed è alta circa 1 metro. La seconda invece è più diffusa in Indocina e Malesia. È meno pregiata dal punto di vista aromatico. Può crescere fino ad 1,5 m di altezza ed è molto vigorosa. Ha foglie allungate di un bel verde scuro. È capace di produrre semi. Entrambe sviluppano dei ceppi bulbosi e tendono ad allargarsi con estrema facilità se cresciute nel giusto clima. Attualmente è molto coltivata nella zona dei Tropici in Asia, Africa e nelle Americhe. Si tratta di una pianta poco rustica e per questo non è molto diffusa in Europa e negli Stati Uniti. Ultimamente i tentativi di produrla si fanno più insistenti per la diffusione delle tradizioni culinarie orientali.
Il clima ideale per la citronella è quello tropicale o subtropicale. Le temperature ideali vanno dai 10° ai 33°C. Per produrre una buona quantità di olio essenziale (ed essere sufficientemente aromatica) necessita anche di molte ore di luce diretta.
In quasi tutta Italia è necessario ritirare questa pianta. Come abbiamo detto non sopporta temperature inferiori ai 10°C. Ciò significa che può vivere all’esterno solo nell’estremo Sud della penisola. Altrove è consigliabile tenere le piante in contenitore.
Vanno ritirate a partire da metà settembre al Nord. Al Sud si può aspettare anche la metà di ottobre. Purtroppo è difficile riuscire farle sopravvivere in inverno in casa perché spesso vi è carenza di luce. L’unico modo per mantenerle da un anno all’altro è spostarle in una serra riscaldata con una buona illuminazione. Per tutta la stagione fredda le piante dovranno essere irrigate con una certa regolarità, anche se non con la frequenza dell’estate. Regoliamoci sempre tastando il terreno per evitare soprattutto eccessi idrici (che potrebbero, in piante con radici piuttosto carnose come queste, essere causa di marciumi). Come per le altre graminacee si può prima del ritiro tagliare le foglie lasciando solo circa 30 cm di stelo.
Per crescere vigorosamente necessita di irrigazioni frequenti, quasi giornaliere. Bisogna però assolutamente evitare i ristagni idrici creando, prima della messa a dimora in piena terra o in vaso, un buon strato drenante sul fondo. In ogni caso è da evitare il sottovaso.
Se viviamo in una zona in cui è molto diffusa la ruggine è bene irrigare gli esemplari senza bagnare le foglie magari servendosi di un impianto a goccia. È anche essenziale evitare di annaffiare con acqua molto fredda: la pianta patisce particolarmente per gli sbalzi di temperatura e la crescita potrebbe risentirne.
Il lemongrass è una pianta sotto questo aspetto molto adattabile. Vive bene sia nei suoli compatti sia in quelli sabbiosi. Predilige un pH da acido a sub alcalino. Importante è comunque che vi sia sempre un buon sistema di grondo delle acque in eccesso. In linea generale possiamo però dire che gli oli essenziali si concentrano quando viene coltivata in un substrato alcalino e ad altitudini moderate.
Potrebbe quindi essere un’ottima pianta per le zone insulari e particolarmente all’estremo Sud dove le temperature invernali miti si incontrino con un suolo piuttosto povero.
In piena terra
Perché queste piante crescano bene è indispensabile dare loro una esposizione ben soleggiata. È bene quindi valutare bene dove inserirle, specie se decidiamo di coltivarle in piena terra. In Italia è sicuramente meglio rivolgere gli esemplari verso Sud.
La messa a dimora va effettuata in primavera evitando di lavorare su di un terreno eccessivamente bagnato. Se vogliamo inserire più di una pianta ricordiamoci che la distanza ideale va da 20 a 40 cm. Nel primo caso otterremo velocemente un effetto di pienezza, ma dovremo certamente intervenire prima con la divisione dei cespi.
Le piante devono essere inserite piuttosto profondamente in maniera che sia coperta tutta la parte radicale e anche una certa quantità della base del cespo.
Sul fondo della buca è bene creare uno strato drenante formato da almeno cinque centimetri di ghiaia.
Dopo l’inserimento della pianta si dovrà compattare il più possibile il terreno in maniera da evitare bolle d’aria e futuri assestamenti in caso di forti piogge.
In vasoÈ bene scegliere un contenitore di medie dimensioni. Questo perché essendo una pianta molto vigorosa tende, se nelle giuste condizioni, ad occupare velocemente tutto lo spazio disponibile. È anche vero però che con l’arrivo della stagione fredda sarà, quasi in tutto il nostro paese, necessario spostarla in una zona riparata. È indispensabile quindi che il vaso non sia particolarmente voluminoso e pesante.
Bisogna prima di tutto mettere sul fondo un buon strato drenante composto da ghiaia, cocci o argilla espansa. Possiamo poi creare uno strato con del buon stallatico sfarinato pellettato. Questo sarà separato dalle radici della pianta da qualche abbondante manciata di terriccio. Una volta che l’esemplare è stato posizionato alla giusta altezza (si deve vedere spuntare dal terreno un po’ di bianco del bulbo) si può compattare la superficie.
Per avere delle belle piante è necessario prima di tutto effettuare una buona concimazione di fondo utilizzando un ammendante organico. Molto buono è lo stallatico bovino o equino. Un’ottima alternativa sono i lupini macinati. È indispensabile per la buona crescita e radicazione la somministrazione di buone quantità di azoto e fosforo, ancora più importate però è distribuire un fertilizzante ad alto tenore di potassio. Questo influenza in maniera importante la produzione di olio aromatico.
La raccolta della parte aerea può essere effettuata in ogni momento ed è benefica in quanto stimola la crescita della pianta.
I cespi bulbosi vanno invece prelevati quando raggiungono una buona dimensione. Di solito sono sufficienti uno-due centimetri di diametro. Si possono prelevare inserendo con attenzione una paletta affilata e separando le parti (eventualmente con l’aiuto di un piccolo forcone).
Il metodo più semplice per moltiplicare questa pianta è senza dubbio la divisione del cespo.
Bisogna prendere un cespo maturo e tagliare le foglie lasciandolo in tutto lungo circa 25 cm.
Si può poi procedere dividendo ogni cespo ed eliminando per ognuno le foglie esterne (marroni). Questa operazione esporrà maggiormente le nuove radichette laterali. L’operazione va effettuata preferibilmente all’inizio del periodo vegetativo. La riproduzione per seme è sconsigliata.
Oltre che per l’uso culinario delle radici la citronella è molto richiesta per l’olio essenziale che ne viene estratto e che trova molti diversi utilizzi. È usato nell’industria cosmetica per profumare saponi e unguenti. Molto utile anche per l’aromaterapia. In ambito farmaceutico è preziosa per le sue proprietà antisettiche, antidolorifiche e stimolanti. L’olio è un repellente molto efficace nei confronti di zanzare e insetti. Viene quindi inserito in candele e preparati specifici per questo scopo. Di recente alcune università hanno scoperto e stanno sperimentando alcune sue proprietà antitumorali. In particolare pare che sia capace di causare la morte delle cellule cancerose.
Base aromatica per piatti orientali (pasta, pollo, riso, zuppe)
Ingredienti
- Qualche bulbo di lemongras
- Cipollotto usando anche un po’ di parte verde
- Aglio
- Zenzero fresco o in polvere
- Peperoncini (dolci o piccanti a seconda dei nostri gusti)
- Sale
- Succo di limone o lime
- Olio di sesamo (o di girasole)
Pulire bene tutti gli ingredienti. Togliere (se vogliamo) i semi dai peperoncini. Inserire in un mixer da cucina e tritare fino ad ottenere una base omogenea.
Possiamo usarla sia come soffritto all’inizio delle preparazioni nel wok oppure aggiungendolo alla fine della cottura.
Noodles all’orientaleIngredienti
- olio di sesamo o girasole
- cipolla
- lemongras, zenzero, coriandolo, curry, aglio, peperoncino, cumino
- latte di cocco
- brodo vegetale
- noodles
Fare un soffritto con la cipolla e quando è morbida e dorata aggiungere le spezie e infine il lemongras. Salare e pepare. Aggiungere poi il latte di cocco e il brodo. Lasciar restringere.
Mettere i noodles in una scodella con acqua calda fino a quando non saranno diventati morbidi. Saltarli poi in padella con olio di sesamo e condirli con il composto preparato precedentemente e qualche goccia di olio di sesamo tostato.
Tè al lemongrasIngredienti
- 2 cespi di lemongras
- Un pezzetto di cannella
- Miele o zucchero
- Una bustina di tè
- Succo di mezzo lime
Pulire bene il lemongras ed eliminarne la base. Batterlo per renderlo più morbido e tagliarlo a piccoli pezzi. Metterlo in una tazza con la cannella, lo zucchero e la bustina di tè. Versare acqua calda e attendere che diventi dorata (circa 5 minuti). Filtrare e unire il succo del lime.
In mancanza del cespo fresco si può utilizzare anche della citronella secca, il sapore sarà però meno intenso.
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