Kalanchoe
Il genere Kalanchoe conta circa centocinquanta differenti specie di piante, generalmente piccoli arbusti o piante perenni sempreverdi, raramente si tratta di piante annuali, originarie prevalentemente dell’Africa, dove si sviluppano in zone aride o semi aride, avendo la peculiarità di produrre una vegetazione succulenta, ben adatta a sopravvivere anche in condizione di prolungata siccità, alcune specie sono originarie dell’Asia. Molte sono le specie diffuse in vivaio, anche se sicuramente la kalanchoe più conosciuta in Italia è Kalanchoe blossfeldiana, una piccola pianta perenne sempreverde, che da vita a piccole rosette di foglie compatte, con una splendida fioritura. In vivaio troviamo molte varietà e specie di kalanchoe, alcune delle quali adatte anche ad essere coltivate nel giardino roccioso, anche se temono il gelo, e quindi vanno sostituite di anno in anno in gran parte della nostra penisola.
Piccola pianta perenne, utilizzata prevalentemente come pianta da appartamento; produce grandi foglie carnose, di colore verde lucido, con margine dentellato o ondulato; dall’apice dei rametti sottili in primavera si ergono infiorescenze tondeggianti, che portano numerosi piccoli fiori di colore vario; esistono molte varietà di questa kalanchoe, che portano anche fiori doppi o stradoppi, che rendono le infiorescenze opulente. Quando i fiori sono appassiti è fondamentale tagliare l’infiorescenza alla base, perché non sia veicolo di infezioni o causi lo svilupparsi di muffe.
Pianta di facile coltivazione, sopporta senza problemi la siccità, predilige posizioni ben luminose, anche soleggiate per alcune ore al giorno. In estate vive tranquillamente all’aperto, predilige però temperature superiori ai 5-10°C, e quindi all’arrivo dell’autunno va conservata in casa, in una zona ben luminosa dell’appartamento. Le piccole piante, anche dopo anni di coltivazione, tendono a non superare i 15-25 cm di altezza.
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Si tratta di una specie originaria del Madagascar, chiamata anche orecchie di elefante; presenta grandi foglie triangolari, dal margine frastagliato, ricoperte da un sottile strato di peluria chiara, che le rende di colore grigio azzurro. Hanno un fusto sottile ma robusto, scarsamente ramificato, e le foglie tendono a svilupparsi in rosette lasche; le piante adulte possono divenire dei veri e propri arbusti, raggiungendo senza problemi il metro di altezza; generalmente si trovano in vivaio esemplari di piccole dimensioni, e spesso si cimano gli apici vegetativi, per mantenere l’arbusto di dimensioni contenute, in quanto in Italia si è costretti quasi sempre a coltivare queste piante in vaso, in quanto temono il freddo invernale. Sviluppandosi, le grandi foglie tendono ad assumere una conformazione a coppa, molto particolare. Prediligono posizioni ben soleggiate, o anche a mezz’ombra, purché ricevano almeno alcune ore di luce solare diretta ogni giorno; durante l’inverno è consigliabile riporle in serra fredda.
Anche questa kalanchoe è originaria del Madagascar; produce sottili fusti di colore grigiastro, ricoperti da uno strato pruinoso, poco o per nulla ramificati, che portano alcune grandi foglie carnose, triangolari di colore verde grigio, con striature e puntinature scure, quasi nere, soprattutto sui margini; una pianta adulta in piena terra può raggiungere il metro di altezza, ma gli esemplari coltivati in vaso tendono a mantenersi al di sotto dei 50 cm di altezza. La particolarità di questa specie di kalanchoe sta nel suo particolare metodo di propagazione: queste kalanchoe non producono fiori e semi, ma si affidano ad una propagazione completamente asessuata; sui margini delle foglie si sviluppano continuamente, per tutto l’arco dell’anno, minuscole nuove piante, che cadono ogni qual volta si tocca o si scuote la pianta; una volta cadute le nuove piantine tendono a radicare con grande facilità, dando rapidamente origine a intere colonie di piante.
Particolare specie di kalanchoe, sempre di origine africana; le foglie sono disposte in rosette fitte, portate da fusti eretti, carnosi; hanno forma ovale, e sono caratterizzate da una fitta peluria bianca, che sui bordi delle foglie diviene invece di colore scuro, quasi marrone, che dona all’intera pianta un aspetto decisamente insolito. Tra tutte le specie di kalanchoe è una tra le più resistenti al freddo, e può sopportare brevi periodi di gelo poco intenso. Pianta di facile coltivazione, non teme la siccità e preferisce posizioni abbastanza soleggiate, e comunque molto luminose. Esemplari adusti possono raggiungere i 40-50 cm di altezza, cosa che le rende molto adatte per la coltivazione in vaso.
Specie originaria dell’Africa meridionale, diffusa allo stato selvatico anche in gran parte dell’Asia; questa kalanchoe produce una fitta rosetta di foglie carnose, tondeggianti, tanto fittamente unite da formare quasi un cespo; sono di colore quasi grigio, dovuto alla pruina che le ricopre, mentre il bordo è rosato o rossastro. La rosetta di foglie in genere non supera i 25-30 cm di altezza, ma gli esemplari adulti producono sottili fusti, alti fino a un metro, che portano piccoli fiori carnosi, di colore giallo; in genere ogni singolo fusto ha un ciclo vitale che dura alcuni anni, e in seguito muore. Pianta molto particolare, spesso capita di vedere esemplari a cui viene costantemente cimato il fusto floreale, in modo che mantengano un portamento più denso e compatto, che risulta decisamente più gradevole rispetto a quello di una pianta in fiore. Adatte anche al giardino roccioso, temono il gelo intenso e prolungato.
Pianta succulenta prostrata o tappezzante, originaria del Madagascar; tutta la pianta è completamente ricoperta da un sottile strato di pruina, che la rende di colore grigio chiaro, tanto che nei paesi di lingua anglosassone viene chiamata pianta della polvere. Le foglie sono succulente, così come i sottili fusti ben ramificati; i fiori sono di colore rosa pastello, poco acceso, e sbocciano in infiorescenze apicali per tutta la bella stagione. Si tende a coltivare queste piane come tappezzanti, oppure in panieri appesi, in modo che possano ricadere; nel corso degli anni è consigliabile cimare periodicamente i rami, altrimenti le piante tendono a svuotarsi nella parte bassa, divenendo sempre meno attraenti.
Sono molte le specie di kalanchoe che troviamo in vivaio, ma in genere mostrano tutte le stesse esigenze colturali; si tratta di piante succulente, che quindi possono permetterci di evitare di curarle quotidianamente, soprattutto durante i mesi freddi; queste piante amano posizioni ben luminose, anche soleggiate, ma è bene esporle alla luce solare solo gradualmente, soprattutto se le abbiamo acquistate durante l’inverno.
Amano terreni sciolti e molto ben drenati, possiamo utilizzare la composta per le piante grasse, oppure del terriccio universale, a cui mescoleremo un poco di sabbia di fiume ben lavata. In genere non amano avere a disposizione grandi quantità di spazio per le radici, è quindi consigliabile evitare di rinvasarle spesso, o porle a dimora in grandi contenitori. Nelle zone italiane caratterizzate da inverni miti possono trovare posto in giardino, in una aiola ben soleggiata, o anche nel giardino roccioso, nel resto d’Italia sono piante da appartamento, o comunque da ricoverare in serra fredda durante l’inverno.
Le annaffiature si forniscono solo quando il terreno risulta ben asciutto, e quindi da marzo a settembre più o meno una volta a settimana, intensificando le annaffiature a due volte a settimana in piena estate, e diradando a una volta ogni 12-15 giorni durante i mesi freddi.
Nel periodo vegetativo si fornisce alla kalanchoe del concime per piante succulente, ogni 15-20 giorni, sciolto nell’acqua delle annaffiature.
Le kalanchoe manifestano i tipici problemi delle piante succulente:
Se le annaffiature sono eccessive e il terreno viene mantenuto umido a lungo le foglie tendono a divenire mollicce e presentano spesso delle maculature secche; in questo caso è importante lasciare che le piante asciughino, possibilmente esponendole ad una buona illuminazione.
Se coltivate in luogo molto caldo e asciutto, con scarsa ventilazione, le kalanchoe vengono spesso attaccate dalla cocciniglia, che si debella utilizzando appositi prodotti a base di olio minerale e piretro; in commercio troviamo anche comode compresse di insetticida, da immergere nel terreno, che si sciolgono progressivamente con le annaffiature, molto adatte soprattutto per le piante coltivate in vaso.
Le infiorescenze appassite vanno staccate subito, in quanto se lasciate sulla pianta possono venire attaccate da funghi, che rapidamente possono trasferirsi alle parti vive della pianta, rovinandola.
Nonostante si tratti di piante succulente, ben adatte a sopportare la siccità, se una kalanchoe viene lasciata per mesi senza acqua tende a disseccare mummificandosi, ovvero l’aspetto sembra quello di una pianta viva, ma smette di produrre fiori o foglie, e progressivamente deperisce, morendo.
Le kalanchoe possono venire propagate per seme, ma non è sempre facile trovare dei semi di queste piante; alcune di esse infatti anche in natura non fioriscono mai, altre impiegano anni per passare dal fiore al seme, altre ancora sono ibridi, che difficilmente vengono impollinati, o che danno origine da seme a piante che non sempre sono identiche alla pianta madre. In ogni caso, se decidiamo di seminare le kalanchoe ricordiamoci di spolverare i semi con del fungicida, perché le giovani piante da poco germogliate sono molto soggette a malattie fungine. Per questo motivo risulta assai più semplice e comodo propagare le kalanchoe per talea fogliare; le talee si prelevano in primavera, o in estate, tagliando le foglie intere alla base con un coltello ben affilato; si prepara un letto di taleaggio mescolando pari quantità di terriccio universale e sabbia di fiume lavata, e vi si immergono le foglie, oppure si tagliano le foglie più grandi in porzioni e le si appoggia semplicemente sulla superficie del terriccio, che andrà mantenuta leggermente umida. Il vassoio di taleaggio va tenuto in luogo riparato, abbastanza luminoso, ma senza luce solare diretta. Evitiamo di lasciare che il terreno rimanga asciutto a lungo, e dal margine delle foglie vedremo germogliare nuove rosette, che daranno origine a singole piante; non appena ogni singola pianta presenta una altezza di almeno 5-7 cm andrà rinvasata singolarmente. Nel caso della kalanchoe daigremontiana la propagazione risulta assai semplice, in quanto le piante producono naturalmente molti esemplari di piccole dimensioni, che radicano con grande facilità.
Per garantire alle nostre kalanchoe una fioritura continua, vivace e prolungata può essere opportuno concimare durante tutto l'arco della bella stagione le nostre kalanchoe. Oltre ad effettuare il rinvaso ogni due anni e rinnovare il terriccio e la sostanza organica a disposizione della pianta, somministrare del concime per reintegrare azoto, fosforo e potassio ma anche per andare a fornire i microelementi come ferro, manganese, rame, zinco, boro e molibdeno può dare una mano notevole alla fioritura.
Le kalanchoe sono da concimare in maniera corretta facendo attenzione a somministrare i giusti dosaggi. I concimi liquidi sono ad effetto più rapido ma possono essere molto rischiosi: in caso di errore non permettono aggiustammenti al danno.
I concimi granulari e in particolare quelli a lenta cessione sono molto più sicuri e permissivi anche se bisogna rispettare le giuste quantità con entrambi.
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Il nome latino è Kalanchoe, si tratta di un genere costituito da poco più di un centinaio di piante, appartenenti alla f
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