Clivia miniata
La clivia è una pianta erbacea, con radici rizomatose, originaria del Sud Africa; in Italia tipicamente se ne coltiva una sola specie, clivia miniata, ma è possibile reperire in vivaio anche esemplari di altre 3-4 specie, e alcuni ibridi, con foglie variegate o fiori dal colore vistoso e particolare. Le clivie sono piante erbacee, prive di fusto, che producono rosette costituite da grandi foglie a nastro, sempreverdi, coriacee, di colore verde scuro, larghe alcuni centimetri, che possono raggiungere i 60-80 cm di lunghezza, arcuate. Tipicamente in un vaso acquistato in vivaio troviamo una singola spessa rosetta di foglie; con il passare degli anni però le radici rizomatose tendono ad allargarsi, occupando tutto lo spazio disponibile, e a produrre nuove rosette, in modo da dare origine ad un ampio cespo accestito. A fine inverno dal centro della rosetta si sviluppa un fusto spesso e carnoso, cavo, eretto, che porta all’apice un’infiorescenza ad ombrello, con numerosi grandi fiori muniti di tre petali e tre tepali, riuniti alla base a formare un tubo; i fiori di
clivia sono di colore arancione, ma esistono varietà a fiore giallo, rosso e raramente bianco. Ai fiori seguono piccoli frutti tondeggianti, delle bacche, di colore rosso, che contengono semi fertili.
La clivia miniata è una pianta erbacea sempreverde, che fiorisce a fine inverno; i fiori di questa clivia si discostano un poco dalla forma di quelli delle altre specie, infatti presentano una parte tubolare assai breve, e si aprono in larghe coppe. Le clivie appartengono alla stessa famiglia degli amaryllis e degli hippeastrum, parentela che si nota in modo molto vistoso soprattutto in questa specie, le cui infiorescenze potrebbero venire scambiate per amaryllis arancioni (se esistessero). Pianta molto diffusa, soprattutto in appartamento, fiorisce a partire dalla fine dell’inverno, ma spesso la fioritura, se le condizioni climatiche lo permettono, si ripete nei mesi successivi; molto decorativa anche quando non è in fiore, grazie alle grandi foglie a nastro.
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Fu la prima specie di clivia ad essere descritta, e quindi è la specie tipo; in effetti nel 1800 era anche la clivia più diffusa e coltivata in Europa, e solo alcuni decenni dopo fu seguita da Clivia miniata; oggigiorno non è facile da trovare in vivaio, soprattutto per il fatto che lo sviluppo è molto lento, e sia gli esemplari ottenuti da seme, sia i polloni basali, impiegano vari anni per fiorire. Le foglie sono nastriformi, scure, opache, allungate, e possono raggiungere i 50-80 cm di lunghezza; lo sviluppo dei queste foglie dipende molto dalla luminosità di cui può godere la pianta, con le foglie più lunghe che si presentano sulle piante coltivate all’ombra fitta e scura. In autunno produce le sue vistose infiorescenze ad ombrello, costituite da una grande quantità di grandi fiori tubolari, penduli, di colore arancio o rosso, con l’apice dei petali e dei tepali spesso tinto di verde. Contrariamente a quanto avviene per clivia miniata, i fiori sono completamente tubolari, e non si aprono a coppa, e sbocciano penduli, non rivolti verso l’esterno.
Anche questa specie produce fiori penduli, in infiorescenze a ombrello, portate da fusti carnosi, il colore è arancio rosso, con le punte dei petali colorate di verde; una infiorescenza tipica può portare circa 12-15 fiori, ma in condizioni ideali se ne possono contare fino a 35-45; la clivia caulescens fiorisce in primavera inoltrata o in estate. Le foglie sono nastriformi, ma, contrariamente a quanto avviene nelle altre specie di clivia, questa produce un fusto, che con il passare degli anni può raggiungere i 160-180 cm di altezza, con la parte bassa che diviene semi legnosa, e tende a perdere le foglie ed a rimanere completamente spoglio. Questa specie è forse quella più resistente al freddo, e può sopportare anche lunghi periodi con temperature di poco inferiori ai 5°C.
Anche detta clivia di palude, in quanto nelle zone d’origine questa specie si sviluppa in luoghi molto umidi, a fianco di corsi d’acqua tranquilli; si tratta di una delle specie più grandi, con cespi vigorosi, che possono raggiungere il metro e mezzo di altezza, con singole foglie che superano il metro di lunghezza; è anche una delle specie dallo sviluppo più rapido, e da seme una pianta può raggiungere le dimensioni adatte alla fioritura anche in soli 4-5 anni.). Le infiorescenze sono pendule, di colore arancioni, con petali macchiati di verde, contano numerosi fiori, rivolti verso il basso, tubolari. Esiste in natura una varietà a fiore giallo pallido. Questa specie è considerata in via di estinzione, quindi non è facile trovarla neppure nelle zone di origine.
La specie più coltivata in Europa è clivia miniata, le altre specie hanno esigenze di coltivazione simili, e quindi possiamo semplicemente spiegare come si coltiva la specie più comune e diffusa. Le clivie vengono coltivate in Europa come piante da appartamento da quasi due secoli, per questo motivo sono molto comuni, e diffuse, e non sempre vengono apprezzate appieno, visto che si tratta di una delle poche piante da appartamento che ci deliziano con i loro fiori ogni anno. Nella coltivazione dovremo seguire le stagioni: non appena si avvicina la primavera di solito dalla rosetta di foglie comincia a comparire il germoglio del fusto che porterà i fiori; cominceremo quindi ad annaffiare regolarmente, cercando di mantenere il terreno abbastanza umido e fresco, ma senza annaffiarlo eccessivamente. Assieme all’acqua, ogni 15 giorni circa, forniremo anche un buon fertilizzante per piante da fiore. Questo tipo di annaffiatura continua fino all’autunno, quando sospenderemo le fertilizzazioni, e diraderemo le annaffiature, fino a renderle solo sporadiche, giusto per non lasciare il substrato secco a lungo. Le clivie prediligono posizioni luminose, ma senza luce solare diretta; le porremo quindi in una zona semiombreggiata della casa, lontano però da fonti di calore dirette. Il luogo ideale sarebbe un vano scale, con una buona luminosità e una temperature invernale vicina ai 10-12°C, senza il calore tipico degli appartamenti; questo per favorire uno sviluppo più simile a quello naturale, con un periodo di semi riposo vegetativo durante i mesi più freddi. Non appena arriva il caldo, con minime notturne superiori ai 15°C, sarebbe opportuno spostare la nostra clivia all’aperto, in una zona ombreggiata e fresca, non esposta alla calura, soprattutto nelle ore serali e notturne.
Nelle regioni del sud le clivie potrebbero anche venire coltivate in piena terra, in una zona semiombreggiata e protetta dal gelo e dai venti freddi; solo che se il fogliame viene rovinato dal gelo o dalle intemperie, occorrono anni prima che la pianta si riprenda e ricominci a fiorire; quindi, anche nelle zone con inverni freschi, si tende a coltivare le clivie in vaso, in modo da spostarle al riparo all’arrivo del freddo.
Contrariamente a quanto avviene per la maggior parte delle piante, le clivie non amano venire rinvasate, e tendono a preferire i vasi colmi di radici, piuttosto che le situazioni comode e spaziose; per questo motivo, si coltivano in vasi piccoli, e si tende ad evitare di rinvasarle. Una singola rosetta di foglie può tranquillamente venire coltivata per alcuni anni in un vaso a campana di diametro 18-20, e solo quando il vaso risulta sovraffollato, con numerosi polloni basali e le radici che fuoriescono dal foro di scolo, penseremo ad un rinvaso. Fino ad allora sarà fondamentale fornire un ottimo fertilizzante, da marzo a settembre, ogni 12-15 giorni; oltre a questo, ogni anno in autunno, potremo levare il primo strato di terriccio presente nel vaso, e sostituirlo con terriccio fresco. Le clivie prediligono un terreno ricco e poroso, ben drenato, ma che possa trattenere leggermente l’umidità; tipicamente si utilizza del terriccio universale, mescolato a poco terriccio di foglie, o humus di lombrico, e alleggerito con pietra pomice in piccole quantità, giusto per evitare che il substrato si compatti eccessivamente con il passare degli anni. Durante un eventuale rinvaso, cerchiamo di evitare di danneggiare le radici, in quanto questo potrebbe portare ad una fioritura scarsa o nulla la primavera successiva.
Le clivie vengono coltivate di solito in appartamento, ma in natura si sviluppano in sud Africa, una zona del globo con un clima particolare, caratterizzato da inverni freschi ed estati non eccessivamente torride. Tipicamente, l’ambiente casalingo nei mesi invernali risulta ben più caldo ed asciutto rispetto alle necessità della pianta; per questo motivo, se possibile, si sceglie di posizionarla in un ano scale, in serra, o in una stanza della casa non eccessivamente riscaldata. Se non possiamo trovare una posizione di questo genere, risulta fondamentale almeno evitare che l’aria attorno alla pianta risulti eccessivamente asciutta; quindi si evita in ogni modo di posizionare la clivia vicino a fonti di calore diretto; il vaso viene introdotto in un portavaso ampio, che contenga ghiaia o argilla espansa, in uno strato alto almeno 4-5 cm, dove lasceremo sempre due o tre cm di acqua, in modo che evapori costantemente, per aumentare l’umidità ambientale. Periodicamente vaporizziamo il fogliame, sia in inverno negli appartamenti riscaldati, sia in estate se la nostra clivia si trova in una zona molto calda ed afosa.
Come detto prima, le clivie producono piccole bacche, che contengono semi fertili; tipicamente però quando i fiori appassiscono si tende a recidere il fusto floreale, in quanto tende ad essere poco decorativo; oltre a questo, i frutti impiegano alcuni mesi per maturare, risulta quindi abbastanza difficile trovare dei semi di clivia. Se volessimo però mantenere alcuni frutti sulla nostra pianta di clivia, ricordiamo che i semi vanno estratti quando il frutto è ben maturo, e quindi non più verde, ma di un bel colore rosso lucido (giallo nelle varietà a fiore giallo); i semi estratti dalla polpa vanno seminati subito, in un composto ricco, che va mantenuto umido fino a germinazione avvenuta, cosa che potrebbe avvenire nell’arco di circa un mese e mezzo; i semi vanno posti subito, al momento della semina, in un vaso di piccole dimensioni, piuttosto che in un vassoio di semina, in quanto lasceremo che sviluppino la rosetta di foglie prima di rinvasarli, ovvero li coltiveremo nello stesso vaso per almeno due o tre anni prima di rinvasarli. Una clivia ottenuta da seme può impiegare fino a sei o otto anni per fiorire, e quindi questo metodo di propagazione non viene molto apprezzato. Le piante di clivia tendono con gli anni ad accestire, producendo nuovi polloni basali, che danno origine a nuove rosette di foglie; possiamo asportare un pollone basale per dare origine ad una nuova pianta. In autunno asportiamo i polloni più esterni, e poniamoli in vaso singolo, coltivandoli da subito come facevamo per la pianta madre. Dopo questo tipo di “potatura” tipicamente passeranno uno o due anni prima che le piante si siano stabilizzate bene nel vaso nuovo (o rinnovato) e possano fiorire nuovamente.
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