Potatura Ficus benjamin

Quando e come potare il ficus benjamin

La potatura del ficus benjamin deve essere eseguita nei mesi primaverili: si tratta di un’operazione finalizzata a limitare lo sviluppo della chioma, ordinandola e rendendola più equilibrata e armoniosa. Nel caso in cui siano presenti rami di grandi dimensioni, comunque, è consigliabile procedere anche a una potatura invernale, poiché in questi mesi la sostanza lattiginosa che viene emessa dopo il taglio è presente in misura minore. Altrettanto importante è la cimatura, che consiste nella rimozione dei boccioli appena nati, e che viene messa in pratica per consentire alla pianta di crescere in maniera più compatta, sviluppando una chioma sufficientemente fitta. Poiché nel ficus benjamin non cresce solo la chioma, ma si estendono anche le radici, nel caso in cui esse risultino troppo grandi per il vaso in cui si trova la pianta si dovrà procedere anche a una potatura parziale dell’apparato radicale; in alternativa, si potrà effettuare un rinvaso, spostando il ficus in un vaso leggermente più grande. Le radici si sviluppano molto velocemente quando la pianta è giovane, quindi è necessario controllare la massa radicale una volta all’anno. Con il passare del tempo, invece, gli interventi potranno essere più sporadici. La potatura del ficus benjamin richiede l’utilizzo di strumenti e attrezzi adeguati: cesoie, infatti, dovranno essere disinfettate, per scongiurare il rischio di infezioni e attacchi da parte di parassiti animali e vegetali. Non solo: le lame dovranno essere perfettamente affilate, in maniera tale da praticare tagli decisi e netti, senza sfilacciature. Le ferite procurate dovranno poi essere riparate con del mastice cicatrizzante, che tra l’altro rappresenta un’eccellente barriera contro i parassiti.

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La potatura: le operazioni da eseguire

potatura ficus benjaminRibadendo che la potatura non deve modificare la forma del ficus ma semplicemente ridimensionarne la chioma, occorre iniziare a tagliare i rami sottostanti, cominciando dal punto in cui si dipanano dal gusto principale. Non bisogna preoccuparsi di eventuali anti-estetici monconi, perché di lì a poco si svilupperanno germogli nuovi. Anche l’interno della chioma deve essere alleggerito, così da favorire una illuminazione migliore e una areazione adeguata. Con una chioma troppo fitta, infatti, i rami e le foglie che si trovano più all’interno rischiano di non ricevere luce a sufficienza, così come si non essere ossigenati abbastanza. Per questo motivo, è opportuno rimuovere i rami spezzati, i rami malati, i rami con poche foglie e quelli deboli o eccessivamente ripiegati. Nessuno scrupolo anche per i rami eccessivamente grossi, a maggior ragione se rinsecchiti, parzialmente o totalmente, o dotati di poche foglie. Per quel che riguarda la zona esterna della chioma, le parti terminali dei rami vanno eliminate a una ventina di centimetri. In presenza di biforcazioni, basta rimuovere solo una punta, così da favorire lo sviluppo dell’altra e incentivare una crescita più equilibrata e armonica. Le porzioni deperite, ingiallite o secche, invece, vanno eliminate in qualsiasi caso.


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Una potatura drastica

Un ficus benjamin in salute è in grado di sopportare qualsiasi potatura, anche drastica, a patto che, naturalmente, venga effettuata secondo le regole sopra indicate. Occorre tenere conto, comunque, che a una potatura molto drastica il ficus reagisce mettendo in atto una crescita altrettanto vigorosa, sviluppando ulteriori rami decisamente robusti: infatti, la crescita della chioma dipende dallo sviluppo dell’apparato radicale. In sostanza, se un ficus con molte radici, grosse e ben sviluppate, viene potato nella chioma, riducendo la quantità e le dimensioni dei rami, reagirà producendo una chioma ancora più rigorosa.


Come funziona

ficus benjaminChi si avvicina per la prima volta a un’operazione simile potrebbe non essere sicuro di alcuni passaggi: per questo motivo, prima di provocare danni irrimediabili alla pianta, può procedere dapprima alla rimozione dei germogli situati sull’apice dei rami (la già citata cimatura), oppure alla cosiddetta speronatura, che invece consiste in una eliminazione dei rami più drastica. Si tratta di interventi che, come conseguenza, determinano una chioma più fitta, compatta e cespugliosa per il ficus. Infatti, in corrispondenza di ogni nodo dei rami sono presenti le gemme dormienti, che non crescono a causa di sostanze particolari prodotte dalla gemma apicale. Nel momento in cui la gemma apicale viene meno, queste sostanze evidentemente non vengono più prodotte: di conseguenza, le gemme dormienti non sono più inibite, si svegliano e si sviluppano. Nel caso in cui anche questi getti laterali appena nati vengano sottoposti a cimatura, a loro volta essi sveglieranno nuove gemme laterali, e così via, sempre sulla base del medesimo meccanismo. Vale la pena di ricordare che tali operazioni devono essere compiute in maniera tempestiva nel momento in cui si verifica la ripresa vegetativa; in caso di ritardo, i germogli non si sviluppano, e gli elementi ormonali e nutrizionali “risvegliati” dal taglio saranno trasferiti in altre componenti della pianta. Infine, i potatori più esperti potranno mettere in pratica anche una forzatura dei rami, che consiste nel curvarli a fini rigorosamente estetici, per far sì che il ficus benjamin assuma la forma desiderata.


Altri aspetti della potatura del ficus benjamina

ficus benjamina Di solito la potatura è un mezzo utilizzato per rendere le piante da frutto più produttive e meno attaccabili da malattie e parassiti. Sicuramente per una pianta d’appartamento come il ficus benjamina il fine di aumentare la produttività non c’è. A questo però, come per tutte le piante ornamentali, si sostituisce invece la finalità di ottenere un esemplare dall’aspetto gradevole, sano e meno soggetto a problemi di salute. Per padroneggiare le tecniche di potatura bisogna sicuramente acquisire informazioni sulla fisiologia della pianta, sulle sue esigenze particolari e sui pericoli che può correre se non viene mantenuta nella maniera migliore. Bisogna però anche acquisire una certa esperienza data dai molti tentativi e sicuramente dalla capacità di osservare la pianta e capire, indipendentemente da tutto, cosa questa ci chieda in quello specifico momento, eventualmente cosa vogliamo ottenere e quale sia la strada migliore da percorrere per giungervi.


Attrezzatura

Attrezzatura potaturaPer poter eseguire al meglio questa delicata operazione è necessario possedere la giusta attrezzatura e mantenerla in maniera ottimale.

Gli strumenti assolutamente necessari sono:

• forbici per rami sottili

• cesoie da giardino, capaci di tagliare rami da almeno 3 cm di diametro

• troncarami e/o seghetto (nel caso possediamo esemplari di grandi dimensioni)

• mastice

Avere attrezzi sempre ben mantenuti è importantissimo per non danneggiare la pianta. Le cesoie devono sempre essere affilatissime in maniera da fare tagli molto precisi e soprattutto senza sfilacciature. Queste infatti potrebbero causare la penetrazione di patogeni direttamente nelle parti più tenere della pianta e causarne un veloce deperimento.

Per ottenere e mantenere una buona affilatura un buon metodo consiste nello smontare l’attrezzo svitando il bullone con una chiave inglese, rimuovere la molla e separare le cesoie. In questa maniera si potrà procedere rendendo ben tagliente il filo tramite una pietra oliata (assicurandoci di tenerlo lontana da noi). Alla fine potremo asciugarla e rimontarla.

Per evitare che si formi della ruggine sui nostri attrezzi possiamo inserirli in un contenitore con della sabbia di fiume mescolata accuratamente ad un po’ di olio.


Quando effettuare la potatura?

potatura Il ficus benjamina può essere teoricamente potato in ogni periodo dell’anno, specie se si tratta di potature leggere con l’unico scopo di eliminare magari qualche piccolo ramo danneggiato o di mantenere la forma. Se dobbiamo invece procedere con potature più importanti, di contenimento, di ringiovanimento o di formazione (e magari contemporaneamente effettuare un rinvaso) è assolutamente meglio procedere alla fine dell’inverno-inizio della primavera. In questo periodo infatti vi sarà meno pericolo di ostacolare il normale andamento fisiologico dell’esemplare perché vi è una minore produzione di lattice e la pianta è ancora almeno parzialmente in periodo di riposo e la linfa non ha ancora cominciato a “spingere” eccessivamente nella direzione degli apici.


Perché potare e quali tipi di potatura si possono effettuare?

I primi due o tre anni di vita della pianta sono i più importanti sotto questo punto di vista. Infatti in questo periodo si procede con quella che viene chiamata “potatura di formazione”. È infatti una tecnica che aiuta a sviluppare i rami e la forma della pianta in maniera armonica, sana e confacente alle nostre richieste.

Bisognerà quindi decidere quale forma definitiva dare al nostro esemplare.

Possiamo scegliere di far mantenere una forma naturale al cespuglio: in questo caso ci attiveremo soltanto eliminando i rami storti o che vadano in direzioni poco armoniche. L’ideale è creare una struttura piuttosto aperta, che dia aria all’interno della chioma, soprattutto al centro. Cerchiamo invece di mantenere più folte i rami facendoli biforcare più volte: ciò dà un aspetto generale più pieno e sano. Per ottenere ciò è bene, durante i primi anni (che sono anche quelli di più veloce crescita vegetativa) “cimare” ripetutamente i rami laterali.

Bisogna sottolineare che, specie durante la primavera, le piante hanno la tendenza a crescere maggiormente sulle punte. Infatti in questo periodo i fitormoni spingono una crescita che viene detta “apicale”. Conseguentemente, se non si interviene, avremo piante con lunghissimi rami e molto aperte. L’aspetto generale risulterà piuttosto spoglio e anche la quantità di foglie ne risentirà.

Per contrastare questa tendenza è importante effettuare frequenti (nei primi anni almeno due volte ogni periodo vegetativo) “cimature”: in pratica i rami principali vanno tagliati lasciando soltanto poche gemme. Il trattamento stimolerà la pianta a produrre innumerevoli rami laterali (meno vigorosi e quindi più semplici da mantenere) e dando un più gradevole aspetto. La cimatura può essere ripetuta anche su questi rami secondari in maniera da ottenere, infine, una esemplare compatto e ben strutturato.

Se vogliamo invece, per esempio, ottenere un esemplare ad alberello, dovremo impegnarci per diverso tempo (e comunque continuare per tutta a vita della pianta) eliminando tutti i rami che dovessero spuntare dal tronco principale (e eventualmente anche dalla base). Decideremo a che altezza vorremo la chioma e su questa opereremo con ripetute cimature in maniera da ottenere (e mantenere sempre) una forma tondeggiante.


Potatura di mantenimento

Potatura di mantenimento Una volta ottenuta la forma da noi desiderata sarà necessario intervenire per mantenerla il più possibile. Bisogna però precisare che il ficus benjamin cresce molto vigorosamente durante i primi anni, ma poi subisce un forte rallentamento e di conseguenza gli interventi potrebbero rivelarsi necessari anche solo una volta ogni due anni.

Sulle piante adulte, in mancanza di problematiche gravi, sarà necessario operare soltanto il taglio di rami danneggiati o spezzati, di quelli secchi o ancora di quelli che vanno in direzioni non confacenti alle nostre esigenze. Sono anche da eliminare i rami che dovessero apparire poco vigorosi. Ricordiamoci che l’eliminazione di queste parti stimola la pianta a produrre nuova vegetazione più sana. È quindi importante non esitare quando si vedono parti poco vigorose.


Potatura di risanamento

Può capitare che la pianta venga attaccata da parassiti o da malattie fungine. Se il problema dovesse essere consistente e le branche fortemente danneggiate potrebbe essere utile ricorrere ad un taglio anche drastico. Questo dovrà chiaramente essere seguito da un intervento importante sulle radici in maniera che la parte apogea e quella ipogea risultino equilibrate e l’esemplare riesca a riprendersi nel più breve tempo possibile. Ricordiamoci comunque di ricorrere anche ad una terapia adeguata all’affezione e per almeno qualche mese non stressare il vegetale con concimazioni eccessive ed esposizioni troppo assolate.

Può invece rivelarsi utile ricorrere a prodotti ricostituenti o eventualmente ormoni vegetali appositi da distribuire tramite irrigazione o (ancora meglio) tramite nebulizzazione fogliare.


Accorgimenti per la potatura

potatura ficusCome abbiamo già detto è molto importante utilizzare attrezzi ben affilati. È altrettanto fondamentale però che questi siano puliti e disinfettati. Infatti con la potatura si possono trasmettere malattie e parassiti da una pianta all’altra e quindi bisogna procedere con estrema attenzione e rigore.

L’ideale è sterilizzare le cesoie ogni volta che si passa da una pianta all’altra. Un buon metodo può essere quello di passare la lama più volte su di una fiamma. Un ottimo disinfettante liquido invece è la comune candeggina. Per essere molto efficace sarebbe necessario lasciare l’attrezzo per 15 minuti in una soluzione di acqua e ipoclorito di sodio. Se non ne abbiamo il tempo possiamo però anche solo spruzzarla pura.

Se tagliamo rami di un certo spessore (al di sopra dei 3 centimetri di diametro) è bene ricoprire la zona con uno strato di mastice per piante. In questa maniera favoriremo la cicatrizzazione e eviteremo la penetrazione di patogeni.

Ad ogni modo dopo la potatura è sempre un bene spruzzare la pianta con un rameico. Se vogliamo però qualcosa che non alteri l’estetica possiamo ricorrere ad una anticrittogamico a largo spettro. Di solito hanno colorazioni più neutre rispetto a, per esempio, la poltiglia bordolese.


Potatura Ficus benjamin: Rinvaso

Rinvaso ficusCome abbiamo detto in alcuni casi (specie quando si interviene per potature importanti) è indispensabile equilibrare l’intera pianta operando anche sulle radici.

I rinvasi però possono rendersi necessari anche nel caso le radici risultino comunque eccessivamente cresciute e comincino a fuoriuscire dai fori di scolo o dal bordo del contenitore.

In ogni caso è bene procedere in primavera. Nelle settimane precedenti lasciamo la nostra pianta piuttosto asciutta in maniera che poi si riesca ad estrarre il pane di terra intero, senza romperlo.

Una volta effettuata questa operazione potremo ridurre di molto la quantità di radici, accorciandole ed eventualmente eliminando quelle atrofizzate e completamente prive di piccole radici laterali (che poi sono quelle che danno maggiore nutrimento alla chioma).

Ripristiniamo con attenzione lo strato drenante sul fondo del contenitore, inseriamo del terriccio fresco e poi la nostra pianta. Compattiamo bene e irrighiamo abbondantemente. Se vogliamo per qualche settimana possiamo distribuire un prodotto a base di propamocarb o fosetil alluminio in maniera da evitare l’insinuarsi di patologie nelle radici appena tagliate.

I contenitori migliori per questi vegetali sono quelli in terracotta in quando consentono una buona traspirazione alle radici. Sarebbe consigliabile quindi utilizzarli sempre, anche se quelli in plastica sono più economici e leggeri.


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