Fiore della passione - Passiflora
Il nome Passiflora, che significa appunto Fiore della Passione, ha evocato negli anni immagini e pensieri che si spingono nel mondo dell'erotismo, arrivando persino a considerare il frutto di questa pianta come un afrodisiaco; purtroppo chi ha considerato il nome di questa pianta in questo modo ha fatto un grave errore: Linneo ha battezzato Passiflora un genere di piante il cui fiore aveva evocato ai Gesuiti spintisi fino in sud America il nome comune fiore della passione; questi religiosi infatti vedevano nel fiore di Passiflora i segni della Passione di Cristo, quindi la corona di spine, i chiodi della croce, il martello con cui vennero conficcati nelle carni di Gesù Cristo. Niente a che fare quindi con l'erotismo, o le doti afrodisiache dei frutti. Nonostante questa storia sia ben nota, l'utilizzo in bibite e succhi di frutta del frutto della passione porta inevitabilmente a pubblicità con signorine seminude, facendo sicuramente rivoltare nella tomba Linneo e i padri Gesuiti che per primi videro questi fiori.
Il genere Passiflora conta centinaia di specie di piante rampicanti, e arbusti, la gran parte delle quali sono originarie dell'America meridionale, delle grandi foreste pluviali; alcune specie sono invece di origine Asiatica ed Australiana. Dal latino "passio" ha origine la Passiflora, proveniente e tipica delle zone tropicali e sub tropicali di America, Brasile e Messico. Raggruppa oltre cinquecento specie di sempreverdi , dalle svariate caratteristiche e dall'indole delicata: la sua coltivazione ideale è quella effettuata in serra, che consente un ideale sviluppo della pianta proveniente dal Perù: i suoi fiori sono particolarmente profumati e dal vivace colore porpora ornati da filamenti le cui sfumature si alternano dal bianco al rosso . La
temperatura minima invernale di coltivazione non deve essere minore di 5 gradi e deve essere garantita una forte luminosità per favorire la fioritura. Fondamentali devono essere anche le innaffiature: costanti e frequenti durante tutto l'anno, tranne che in inverno, specie se rigido.
Hanno caratteristico fusto sottile, semilegnoso, spesso di forma quadrangolare, cavo all'interno, molto ramificato; in Europa si coltivano prevalentemente le specie rampicanti, la più diffusa è sicuramente Passiflora caerulea, con i tipici fiori bianchi e azzurri. Le passiflore rampicanti sono a sviluppo abbastanza rapido e vigoroso, sono semisempreverdi: perdono perciò il fogliame nelle zone in cui il clima diventa particolarmente rigido durante l'inverno; mantengono il fogliame nelle zone in cui il clima invernale è mite.
Sviluppano nell'arco degli anni una vegetazione cospicua, che può superare i 5-6 metri di altezza, con lo sviluppo di alcuni metri di ramificazioni in una singola stagione vegetativa.
I sottili
fusti presentano all'ascella fogliare dei viticci, con cui la pianta si aggrappa a qualsiasi sostegno che possa trovare. Il fogliame è di colore verde scuro, di forma palmata, trilobata, o anche imparipennata, sottile e leggermente opaco sulla pagina superiore.
I
fiori sbocciano in successione per tutta la bella stagione, attirano farfalle e api, e in estate lasciano il posto a piccole bacche di forma ovale, commestibili in alcune specie; il frutto della passione è abbastanza particolare, all'interno della buccia coriacea delle bacche è contenuta una polpa non coesa, morbida, in cui annegano i semi, si consuma tutto, polpa gelatinosa e semi, con l'ausilio di un cucchiaio.
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Il genere Passiflora conta centinaia di specie, in line di massima si coltivano più o meno tutte nello stesso modo, se non fosse per le temperature minime invernali sopportate: esistono passiflore da giardino, che sopportano le gelate anche fino a -15°C; ci sono specie che vanno poste in serra fredda durante l'inverno, e altre che possono tranquillamente venire coltivate in appartamento, perchè necessitano di temperature minime che non si abbassino mai al di sotto dei 10°C.
Sicuramente la specie più rustica è quella caerulea, che viene coltivata in Italia già dal 1500. Esistono ibridi di questa specie, altrettanto rustici, e altre specie che possono tranquillamente trovare posto in giardino, come la passiflora lutea o tucumanensis.
In generale la maggior parte delle passiflore reperibili in vivaio in Italia sono specie rustiche da coltivare in giardino; più raramente possiamo trovare specie semirustiche, che necessitano di copertura all'arrivo dei freddi, per cui basta un sottile velo di agritessuto.
Può capitare che, con il gelo, gli esemplari più giovani e piccoli, perdano la gran parte del fogliame, o che la neve rovini gli apici delle ramificazioni: non preoccupiamoci, una leggera potatura a fine inverno e la nostra pianta tornerà più bella di prima molto rapidamente.
Se trovate in vivaio una passiflora di cui non conoscete specie e varietà, chiedete informazioni al vivaista, oppure consultate il bel sito di Maurizio Vecchia, il più grande esperto italiano di Passiflore: ne possiede una collezione molto ampia e ne conosce vita, morte e miracoli. Quindi una volta scoperta la temperatura minima a cui sopravvive la varietà che abbiamo acquistato in vivaio, poniamola in piena terra o in vaso, in un buon composto ricco e soffice, molto ben drenato: l'aggiunta di sabbia, perlite o pietra pomice favorisce il defluire dell'acqua, fondamentale in quanto queste piante non amano i ristagni idrici, che possono portare rapidamente a marciumi delle radici o del colletto, molto dannosi per l'intera pianta.
Le passiflore necessitano di una buona dose di luce solare diretta ogni giorno, quindi posizioniamole al sole, o a mezz'ombra luminosa se viviamo in una zona con clima estivo molto caldo; se temiamo che la nostra specie riceva troppo freddo in inverno possiamo porla a dimora addossata alla casa, tenendo presente che nell'arco di alcuni anni la pianta avrà creato una fitta cortina di foglie, quasi un tendaggio, arrampicandosi su qualsiasi supporto essa trovi a disposizione.
Le giovani piante necessitano di annaffiature abbastanza regolari, da fornire quando il terreno risulta asciutto, per favorire lo sviluppo di un buon apparato radicale; gli esemplari a dimora in piena terra da tempo in genere non necessitano di grandi cure, anche se può essere necessario annaffiare le piante durante le settimane estive siccitose e molto calde. In inverno la pianta non necessita di annaffiature; spostiamo in serra fredda o in casa gli esemplari che temono il freddo, e controlliamo durante l'inverno se necessitano di annaffiature, bagnando sporadicamente il terreno delle specie coltivate in vaso.
Generalmente le passiflore sono piante vigorose, che non temono malattie o infestazioni di insetti.
Alcune specie producono frutti commestibili, altre invece producono frutti leggermente tossici; la varietà caerulea, la più diffusa in Italia ed in Europa, produce in particolare frutti la cui polpa contiene sostanze leggermente tossiche, e non possono venire mangiati, perchè possono causare vomito e nausea, anche se in effetti tali frutti non sono particolarmente invitanti, ed emanano a maturazione un aroma non completamente gradevole, è quindi abbastanza improbabile mangiarne per errore.
In America meridionale si coltivano per utilizzarne i frutti alcune specie particolari, il cui frutto ha sapore dolce ed aromatico, e viene consumato crudo, o aggiunto ad altri frutti nella preparazione di composte, marmellate e succhi.
La passiflora viene utilizzata anche in erboristeria, già gli Aztechi ne conoscevano le virtù sedative e calmanti, l'infuso di foglie ha infatti forti proprietà sedative, calmanti ed ansiolitiche. In erboristeria si possono trovare infusi di fruit passion da utilizzare anche in caso di insonnia.
Siamo abituati ad associare al concetto di pianta infestante un'immagine della gramigna, o di qualsiasi erba selvatica che infesta il nostro tappeto erboso; in effetti la maggior parte delle piante infestanti, quelle che creano seri problemi ad un ecosistema, non sono necessariamente piccole piante erbacee, più spesso si tratta di alberi o arbusti che, introdotti in una luogo di cui non sono originari, sono andati a competere con le specie endemiche, soppiantandolo, spesso quasi completamente.
Un esempio tipico è quello della robinia pseudocacacia, inserita in Italia come pianta a rapido sviluppo per permettere di rinverdire le zone che erano state disboscate per l'agricoltura, si è poi negli anni diffusa a dismisura, andando ad intaccare la popolazione di querce e lecci, grazie alla sua maggiore adattabilità.
Cosa c'è di male?
Quando si inserisce dall'esterno un elemento disturbante in un ecosistema, purtroppo spesso si fa del male a questo ecosistema; con il tempo se i boschi divenissero popolati soltanto da robinia pseudoacacia perderebbero completamente la variabilità genetica presente in un bosco misto, e un insetto, un fungo, un qualsiasi parassita che andasse a rovinare tutta la popolazione di robinia ci lascerebbe praticamente senza boschi.
Spesso la causa di questo tipo di infestazioni è l'uomo, che inserisce un insetto per sbaglio, o una pianta o un animale volontariamente, in un ecosistema; talvolta questi inserimenti risultano dannosissimi per la flora e la fauna di un luogo, basti pensare ai conigli in Australia.
Orbene, la coltivazione di frutto della passione in gran parte delle zone tropicali, e a volte l'inserimento di passiflora per rinverdire alcune zone tropicali, ha portato alcune zone a trovarsi infestate da questo rampicante vigoroso e a crescita rapida, che avvolge e soffoca tutto ciò che trova, sviluppandosi a dismisura. Oltre tutto la passiflora si sviluppa con grande facilità anche da talea, e anche se completamente potata alla base spesso ricresce completamente nell'arco di alcuni mesi, rendendo vani i tentativi di estirparla da un luogo.
In alcune zone del globo la passiflora non è vista come un bellissimo rampicante pieno di fiori, ma come la gramigna.
Rimpolpare l'epidermide conferendone un aspetto gioviale e fresco è possibile grazie ad un rimedio del tutto naturale: la crema alla Passiflora dagli innumerevoli benefici. La polpa di questo particolare fiore di origine sub-tropicale, abbinata ad altri estratti quali vitamina E ed elementi provenienti dalla soia, è in grado di conferire alla pelle un aspetto estremamente morbido, radioso e seducente, senza trascurare immediati effetti anti-age, grazie alla presenza dei due nobili oli presenti nei suoi fiori: quello di Cartamo ricco in acidi grassi Omega-6 e quello di semi di Passiflora che concentra acido linoleico ed un elisir di acidi grassi essenziali, fondamentali per rendere le cellule e i tessuti di tutta l'epidermide, tonici ed elastici.
Abbiamo detto che la passiflora è una pianta rustica che riesce a vivere bene anche in condizioni non proprio ottimali. Questo non toglie il fatto che se la pianta viene curata in maniera adeguata può dare dei risultati ancora migliori. La concimazione è uno degli interventi che se vengono eseguiti migliora, e di molto, la bellezza, la salute e la vivacità della pianta. Se vogliamo effettuare la concimazione nel migliore dei modi dobbiamo cercare di effettuare degli interventi abbastanza costanti che vadano ad aumentare pian piano la quantità di sostanza organica e di mircoelementi nel terreno. Gli elementi che dobbiamo reintegrare nel terreno sono i soliti ovvero l'azoto, il fosforo, il potassio e tutti gli altri microelementi come il Magnesio, il Ferro, il Rame, il Manganese lo Zinco ed altri. Una buona soluzione può essere quella di reintegrare le sostanze con delle concimazioni da effettuare dalla primavera sino all'iniziao dell'estate, una o due volte al mese con un concime liquido od organico.
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La Passiflora o Fiore della Passione esiste in centinaia di specie originarie delle grandi foreste pluviali dell'America
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