Cardo pallottola - Echinops sphaerocephalus
L'Echinops sphaerocephalus è un genere che comprende una decina circa di piante perenni, vivaci, originarie dell'Europa e dell'Asia. Gli esemplari appartenenti a questo genere formano densi ciuffi eretti, con ampie foglie riunite in rosette basali, di colore verde scuro o grigio verde, lunghe 20-30 cm, finemente divide e dentellate, a forma lanceolata o triangolare; spesso presentano lunghe spine acuminate; per tutta l'estate producono fusti eretti, alti 100-120 cm, che portano foglie di dimensioni minori, ma molto simili a quelle basali, e al cui apice sboccia una grossa infiorescenza di forma sferica, costituita da piccoli fiori di colore blu intenso o bianco-argenteo. Molto apprezzati come fiori recisi, gli Echinops sphaerocephalus si possono anche far essiccare; queste piante in genere sono tra le preferite dalle api e dalle farfalle, in luoghi adatti al loro sviluppo possono divenire leggermente infestanti.
Per avere una fioritura rigogliosa e abbondante è bene porre a dimora gli esemplari di Echinops sphaerocephalus, chiamato anche cardo pallottola per la forma dei suoi fiori, in posizione soleggiata così che possano ricevere la luce diretta del sole per parecchie ore al giorno; queste piante si sviluppano senza problemi anche all'ombra parziale, ma, in questo caso la fioritura non sarà certamente abbondante.
In genere non temono il freddo e possono sopportare anche inverni molto rigidi potendo così essere coltivati all'aperto anche zone in cui le temperature invernali sono molto basse.
- genere che comprende 50-60 specie di cactacee, di forma globosa o brevemente colonnare originarie dell'America meridionale. Il fusto è generalemte verde scuro, caratterizzato da numerose costolature e...
- Gli echinopsis sono tra le cactacee più belle e di facile coltivazione; molte sono le specie, alcune decine, tutte diffuse in natura nelle zone semidesertiche dell'America centrale e meridionale; si...
- Il Lotus berthelotii è una pianta erbacea perenne originaria delle isole Canarie, semi sempreverde; ha portamento rampicante o prostrato, raggiunge i 25-30 cm di altezza, ma tende ad allargarsi molto ...
- Con il termine generico Perenni si intendono quelle piante erbacee che hanno uno sviluppo pluriennale, quindi rimangono nel nostro giardino per anni, contrariamente a quanto accade alle annuali, che i...
Dopo la messa a dimora le piante di cardo pallottola vanno annaffiate regolarmente per almeno un mese; in seguito gli Echinops sphaerocephalus si accontentano delle piogge, e necessitano di annaffiature solo in caso di lunghi periodi di siccità.
All'inizio della primavera fornire del concime granulare a lenta cessione, specifico per piante da fiore così che la fioritura possa essere più abbondante.
Gli Echinops sphaerocephalus preferiscono terreni poveri, sabbiosi, secchi, molto ben drenati.
Di solito le piante coltivate in terreni ricchi e umidi tendono ad essere più facilmente colpite da parassiti e da malattie.
Le piante di cardo pallottola si adattano senza problemi alla terra da giardino, purché sia molto drenante.
Per la riproduzione di questi esemplari così da ottenere nuove piantine è possibile procedere per semina, per divisione dei cespi o per talea. In primavera inoltrata è possibile seminare, in semenzaio, in luogo protetto e ombreggiato, con temperatura media vicina ai 18-20°C così che le nuove piantine abbiano il tempo di svilupparsi prima della definitiva messa a dimora; in autunno è possibile dividere i cespi, oppure praticare talee di radice da porre direttamente nel terreno.
Di solito, gli esemplari di questo genere non vengono colpiti da parassiti o da malattie; occasionalmente gli afidi si possono annidare sulle infiorescenze, causando gravi danni. Nel caso si noti la loro presenza è opportuno intervenire con tempestività con l'impiego di prodotti insetticidi specifici o con metodi naturali, come prodotti a base di aglio, fatto macerare in acqua oppure un preparato di acqua e sapone di marsiglia. La presenza di una eccessiva umidità può portare all'insorgenza di marciumi radicali.
COMMENTI SULL' ARTICOLO