Cavolo - Brassica
Queste verdure sono tutte ibridi della stessa pianta, la Brassica oleracea; nell'arco dei millenni l'uomo ha selezionato ed ibridato le specie di brassica, che tendono anche naturalmente ad ibridarsi, in questo modo ora abbiamo a disposizione svariati ibridi di piante, la maggio parte delle quali viene utilizzata per l'alimentazione; alla famiglia della brassica appartengono infatti verza, cavolo cappuccio, broccoli, cavolfiori, senape, rape, rapanelli, colza. Dalla singola specie Brassica oleracea hanno avuto origine svariati ibridi, tra cui il cavolo verza, il cavolo cappuccio, il cavolfiore e il broccolo. Si tratta quindi di varietà molto affini, derivando tutte dalla stessa specie di pianta selvatica, che vengono quindi coltivate in modo molto simile e con le stesse esigenze colturali.
Prima di porre a dimora il cavolo da noi prescelto è bene lavorare in profondità il terreno, arricchendolo con concime naturale ben maturo, o con concime granulare a lenta cessione; il terreno deve essere ben lavorato, ricco di materia organica, e molto ben drenato.
Una volta preparato l'appezzamento andremo a porre a dimora i nostri cavoli; generalmente si preferisce porre a dimora direttamente le piccole piante, in modo da sistemarle in file, distanziate di circa 45-65 cm le une dalle altre. Le piccole piante vengono preparate in semenzaio, in modo da poter posizionare i semi in luogo riparato, e non direttamente nell'orto.
Dopo aver posto a dimora le piccole piante annaffiamo il terreno, e quindi attendiamo che le piante si sviluppino, annaffiando solo se il terreno rimane eccessivamente asciutto per un periodo di tempo prolungato. Dal giorno dell'impianto al giorno del raccolto trascorrono circa 70-90 giorni.
I cavoli vengono coltivati durante i mesi freschi, da ottobre fino all'inizio della primavera, ed esistono moltissime varietà, da quelle che vengono poste a dimora a fine agosto, fino a quelle che prediligono i climi freddi e che quindi vanno interrate in gennaio-febbraio. Visto che la coltivazione si effettua durante i mesi più freddi e piovosi dell'anno, in generale non è necessario intervenire con le annaffiature, anche se è bene vigilare perchè il terreno non rimanga completamente asciutto per periodi di tempo eccessivamente prolungati.
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Può capitare che alcuni parassiti rovinino il nostro raccolto di cavoli; le malattie fungine più diffuse sono spesso dovute al freddo e all'umidità persistente sul terreno, quali marciumi basali o del colletto, muffe grige o peronospora; questo tipo di parassiti si sviluppano soprattutto in luoghi molto freddi e con grandi precipitazioni invernali, o anche a causa di carenza di ventilazione. Questo tipo di malattie fungine si prevengono con un trattamento all'impianto a base di rame e zolfo, per ripulire il terreno da eventuali spore dei funghi patogeni.
I parassiti animali che più spesso colpiscono i cavoli sono gli afidi, che hanno in genere uno sviluppo autunnale e primaverile; durante l'inverno infatti questi insetti non resistono alle basse temperature. Solitamente poi gli afidi tendono ad annidarsi sulle foglie più esterne dei cavoli, che in genere vengono scartate quando si ripulisce la verdura per il consumo, quindi difficilmente si annidano sulle parti commestibili della pianta.
Quando invece si pongono a dimora le giovani piante di cavolo dovremo fare grande attenzione alle lumache, che sono voraci consumatrici delle aromatiche foglie del cavolo; possiamo difenderci utilizzando le tipiche esche anti lumaca presenti in commercio; esistono anche particolari bande in materiale plastico, che creano una vera e propria barriera attorno all'appezzamento, impedendo alle lumache di raggiungere le piante.