Coltivazione asparagi
La coltivazione degli asparagi richiedere l’individuazione di uno spazio specifico dedicato: in altre parole, occorre destinare una parte dell’orto esclusivamente a questo alimento, escludendolo dal regime di alternanza delle altre coltivazioni. L’asparago deve essere collocato in una zona soleggiata, su un terreno tendenzialmente sabbioso e molto drenante, preferibilmente in zone collinari o pianure caratterizzate da climi temperati. E’ assolutamente vietato realizzare una asparagiaia nel punto in cui precedentemente erano presenti carote, fagioli, erba medica, barbabietole e patate: si corre il rischio, infatti, di un’infezione chiamata rizoctoniosi. L’impianto deve essere eseguito nei primi giorni di primavera o nei mesi autunnali, partendo dalle zampe, vale a dire dalla parte formata da gemme, radice e rizoma. Questa porzione va interrata e coperta a una profondità di almeno venti centimetri, tenendo conto che una zampa di ottima qualità si distingue per lo sviluppo omogeneo ma soprattutto per radici di grosse dimensioni, sane e turgide, color crema. Ogni anno è opportuno effettuare una concimazione organica, prestando molta attenzione all’apporto idrico. Soprattutto nei mesi estivi, infatti, si verifica un notevole consumo di acqua, che richiede di bagnare il terreno non appena diviene asciutto. Negli altri mesi dell’anno, invece, bisogna irrigare al massimo due o tre volte alla settimana, nelle prime ore del mattino o di sera; la somministrazione di acqua, d’altra parte, va evitata nel corso della raccolta, dalla seconda quindicina di marzo all’inizio di giugno. La pianta comincia a emettere i turioni quando a livello del rizoma la temperatura della terra arriva a circa undici o dodici gradi: i turioni non sono altro che germogli, di colore verde violaceo o bianco, alquanto carnosi, che devono essere raccolti nel momento in cui sporgono dal suolo di otto o nove centimetri. Essi non vanno strappati, ma semplicemente rimossi, eventualmente aiutandosi con un coltellino apposito.
La raccolta deve essere moderata al massimo a due asparagi per pianta, in modo che, soprattutto nei primi anni, le zampe siano in grado di allargare l’apparato radicale. E’ bene ricordare che sono tre le fasi che costituiscono il ciclo delle piante: l’allevamento, che riguarda i primi due anni, caratterizzati da uno sviluppo vegetativo accentuato e da un raccolto contenuto; la fase produttiva, che parte dal terzo anno, con un aumento della produttività che rimane costante per circa otto anni; e infine la fase decrescente, con i raccolti che, a cominciare dal decimo anno, decrescono progressivamente. La coltivazione degli asparagi può essere portata a termine con qualunque genere di terriccio, addirittura roccioso, a patto che esso sia in grado di assicurare un drenaggio eccellente. Occorre, naturalmente, rimuovere con una vanga le diverse erbe infestanti, arando il suolo con cura e pazienza; il concime scelto deve essere ricco di potassio e fosforo.
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La messa a dimora delle radici richiede attenzione e dedizione, ma non conoscenze particolari: l’asparago, infatti, non è una pianta dai bisogni particolari. Le lavorazioni più importanti richieste da una asparagiaia sono due, vale a dire la sarchiatura e la rincalzatura. La prima è indispensabile per rimuovere le malerbe, che rischiano di sottrarre alla pianta elementi nutritivi e acqua; la seconda, invece, serve a limitare l’espansione delle zampe, che fuoriescono, e a proteggere i turioni, rendendoli meno fibrosi e più teneri sbiancandoli.
Infatti, il turione risulta di qualità migliore se rimane interrato, mentre la luce lo rende fibroso e lo inverdisce nel momento in cui esso esce in superficie. Le parti secche dell’asparago devono essere recise prima che inizi la ripresa vegetativa. Per quel che riguarda le consociazioni, gli asparagi crescono in condizioni ottimali con le insalate (in particolare la lattuga), i ravanelli e i fagiolini. L’asparago, che deve il proprio nome a un termine persiano che vuol dire “germoglio”, fa parte della stessa famiglia dell’aglio, vale a dire quella delle liliacee. E’ una pianta perenne dioica, il che significa che i fiori femminili e i fiori maschili si trovano su esemplari diversi, con rizomi che costituiscono il reticolo sotterraneo da cui si dipanano i turioni, che rappresentano, in ultima analisi, la parte commestibili. Per altro i turioni, se vengono lasciati crescere senza interventi da parte dell’uomo, sono in grado di superare un’altezza di un metro e mezzo. Tra le varietà più conosciute e apprezzate dell’asparago, si segnalano quello bianco di Verona, quello rosa di Mezzago, quello verde di Altedo e quello bianco di Badoere. Il terreno esercita un’influenza notevole nella coltivazione degli asparagi: a non cambiare, sono le loro qualità depurative e diuretiche, che li rendono ortaggi nutrienti e gustosi.