Olivo leccio
Questa è una cultivar tipicamente regionale, toscana per la precisione, che nel corso degli ultimi anni, è stata in grado di raggiungere un'ottima espansione territoriale e commerciale grazie alle sue caratteristiche botaniche ed alle produzioni largamente apprezzate. La pianta di Leccio si sviluppa in genere con una fronda di medie dimensioni, ha un portamento espanso, ed una chioma che nel pieno della fioritura risulta essere decisamente folta. La caratteristica principale dei fiori è quella della sterilità, perciò necessitano l'impollinazione da parte di altre cultivar. Questo influisce sia sulla fruttificazione che sulla produzione di olio, in quanto a seconda dell'impollinatore utilizzato ci saranno diverse caratteristiche organolettiche. La fruttificazione di questa varietà, a differenza delle altre varietà regionali, riesce ad essere piuttosto costante e garantisce una buona resa in termini di prodotto.
L'Italia è sempre stato un Paese dedito alla coltivazione agricola e dall'ottima produzione di vino e olio. L'olivicoltura si è sviluppata sul territorio successivamente all'invasioni barbariche in epoca preromanica. In seguito l'affermazione della potenza dell'impero romano, ha garantito pace e prosperità sulla penisola, lasciando liberi i contadini di dedicarsi alle coltivazioni agricole sui vari territori regionali. Naturalmente i climi e le caratteristiche organiche dei differenti terreni, hanno dato luogo a specie e varietà del tutto diverse tra loro. Durante la rivoluzione industriale, l'utilizzo di macchinari e le nuove scoperte in campo scientifico hanno fatto sì che iniziassero anche i primi incroci genetici che potessero dare vita a nuovi ibridi e quindi a nuove varietà d'olivo. Le prime notizie della presenza di questa varietà sul territorio si hanno a partire dal 1929, presso la località di San Casciano in Val di Pesa in provincia di Firenze. La fattoria che si trovava all'interno della mura del castello "Il Corno", inizià la coltivazione di questa particolare varietà denominandola così Olivo Leccio del Corno.
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La pianta tipicamente rustica, è in grado di garantire un buon livello di adattabilità essendo capace di sopportare sia temperature climatiche avverse, che lunghi periodi di siccità. Questo permette alla pianta di sviluppare un'alta resistenza anche per quanto riguarda malattie parassitarie o attacchi fungini. La zona collinare dove generalmente cresce, gli dà modo di ricevere una corretta esposizione ai raggi solari ed una elevata areazione. Queste condizioni generano una fruttificazione lenta e quindi tardiva, che produce bacche tondeggianti dal peso non superiore ai 2,5 grammi. La colorazione del frutto risulta essere di un bel verde bottiglia garantendo una resa del 19% sul totale del raccolto. In quanto pianta sterile, questa varietà non viene usata come impollinatore ma subisce l'influenza di cultivar che ne migliorano resistenza e proprietà organolettiche.
Focalizzando l'attenzione sulle caratteristiche organolettiche dell'olio prodotto da questa varietà, non si può non notare la presenza nel suo aroma di piante officinali come timo e borragine. Tuttavia la profumazione di oliva ancora acerba rappresenta la nota predominante nella fase olfattiva, coadiuvata da sensazioni aromatiche che rimandano al cardo. Al gusto si presenta leggermente amarognolo, con un sapore piccante che arriva solo alla fine della degustazione. Considerando le caratteristiche aromatiche erbacee e la rusticità del sapore, è un olio che va consumato a crudo, magari su piatti di carne al sangue o come pinzimonio per gli ortaggi. Viene spesso proposto in ambito culinario nella preparazione di un gustoso il pane tostano che ne esalta il sapore, o come aggiunta a zuppe di legumi direttamente a fine cottura.
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L'olivo leccio del corno si caratterizza per essere una varietà dalla provenienza tipicamente toscana che, nel corso deg
visita : leccio del corno
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