Uva Pizzutella

Le origini dell'uva pizzutella

Una delle coltivazioni più tipiche della penisola italiana è quella della vite e dell'uva. Ce ne sono molteplici varietà, alcune destinate alla produzione di vino, altre invece ad essere consumate durante i pasti. L'uva pizzutella è di certo una delle uve da tavola italiane maggiormente apprezzate, prodotta prevalentemente nelle regioni del sud e in particolar modo in Puglia. In realtà però la sua denominazione viene dal romanesco, visto che una qualità molto diffusa è anche quella del Lazio, e in particolar modo della zona di Tivoli. Pizzuto in dialetto laziale infatti vuol dire appuntito (anche il cipresso viene spesso detto albero pizzuto perchè termina a punta). Così, la denominazione indica la caratteristica più evidente di questo vitigno, che è quella di avere gli acini dalla forma molto allungata ed appuntita. Per questo è detta anche uva corna.
Grappoli di <strong>uva pizzutella</strong> bianca

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L'uva pizzutella bianca e nera

Acini di uva pizzutella nera Anche se è più nota la varietà bianca, e di gran lunga più diffusa, ne esiste anche una varietà nera, che viene coltivata tanto nell'area di Tivoli che in Puglia. In realtà, questa tipologia si coltiva anche al nord, ma in questo caso si devono usare dei particolari accorgimenti perchè è molto delicata, e basta poco perchè un intero raccolto possa essere compromesso. La varietà bianca si presenta con una buccia molto sottile, ma resistente. La polpa è soda e molto zuccherina: si calcola che il 16% del suo volume complessivo sia costituito da zuccheri. Tra le altre caratteristiche della varietà bianca, c'è il fatto che i grappoli sono parecchio compatti, tanto da pesare fino a 350 grammi l'uno. La varietà nera, in antichità, si credeva che facesse belli gli occhi alle donne; ha un grado di acidità più elevato rispetto a quella bianca e quindi è meno dolce, e i grappoli hanno forma meno allungata.

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La coltivazione dell'uva pizzutella

Viti di uva pizzutella La coltivazione non è difficile, se praticata al sud dove trova le sue ideali condizioni climatiche. Nelle regioni meridionali questa tipologia, sia bianca che nera, matura a fine settembre, e la caratteristica per cui è molto amata è che è molto resistente al trasporto, quindi non soffre a venire commercializzata anche lontano da dove viene prodotta. Coltivarla al nord invece, come si diceva, richiede molti trattamenti in più, che devono essere effettuati almeno ogni quindici giorni, tenendo i tralci ad una lunghezza di dieci centimetri. Al nord la raccolta è più tardiva, avviene in ottobre. I maggiori rischi a cui si deve fare attenzione sono la peronospera, un fungo che può essere letale, e lo oidio, un altro fungo detto anche mal bianco. Molto spesso il terreno su cui è coltivata viene ricoperto di rocce triturate, che aiutano a drenare l'acqua in eccesso, allo stesso tempo non facendola evaporare troppo velocemente.


Uva Pizzutella: Ricette con l'uva pizzutella

Torta con uva pizzutella Quindi questa varietà è da tavola e può essere consumata semplicemente gustandola chicco dopo chicco. Ma può anche essere usata per realizzare molte ricette. La più tipica, originaria del Lazio, è la misticanza, ovvero l'insalta mista da mescolanza, al cui interno confluiscono non solo molte varietà di insalate, per lo più selvatiche, ma anche dei chicchi. Ovviamente poi l'uva pizzutella, vista la sua dolcezza, può essere realizzata per la preparazione di molte torte e crostate, ma anche per riempire uno strudel di mele. E non deve stupire troppo neppure vederla impiegata come ingrediente per dei primi piatti: molto gradevole e originale è il risotto fatto con uva pizzutella, il cui sapore si sposa molto bene con quello del formaggio che viene usato per mantecare. Questa varietà può essere usata anche per creare salse da accompagnare a piatti a base di maiale, perchè ingentilisce il sapore forte di questa carne.