Vite uva
La vitis vinifera detta anche vite europea è molto diffusa nel bacino del Mediterraneo. Le prime testimonianze risalgono in tempi lontanissimi. Gli Etruschi e i Romani già conoscevano l'uva Sangiovese. I Greci offrivano il famoso nettare degli ai campioni olimpici dopo la vittoria. La vite uva è formata da un fusto radicato nel terreno, dai tralci, dalle foglie e dai frutti detti acini. Nell'impiantare nuove piante di vite per la produzione dei grappoli, bisogna ricorrere ad un portainnesto americano. Quello europeo, infatti, mal si adatta agli attacchi della fillossera. La fillossera, infatti, è un insetto che causò notevoli danni in Europa sul finire dell'Ottocento. Una quantità enorme di piante vennero distrutte. Il portainnesto americano è risultato essere più resistente. Esso dotato di radici robuste e il fusto viene inciso e innestato con gemme del vitigno prescelto.
La vita delle viti è caratterizzata da due cicli: il ciclo vitale e il ciclo annuale. Il ciclo vitale interessa tutto l'arco temporale di sopravvivenza della pianta. Come per gli essere umani, la pianta attraversa un periodo di giovinezza, di maturità e di vecchiaia. Il periodo da 1-3 anni viene detto improduttivo. Dai 4-5 anni la produzione comincerà a crescere di anno in anno. Ad un certo punto la resa delle viti sarà costante fino ai 20-25 anni. Quindi, verso i 40 anni la pianta inizierà ad invecchiare e la produttività si ridurrà sensibilmente. Il ciclo annuale è composto dalle fasi vegetative dette fasi fenologiche. La vite verso marzo comincerà a germogliare. I germogli si allungheranno fino ad agosto. Nel frattempo, su di essi si svolge il ciclo riproduttivo con la comparsa dei fiori che si trasformeranno in uva tramite il processo dell'allegagione. Le piccole bacche verdi, che diventeranno acini che sostituiranno i fiori.
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Le varietà di viti sono innumerevoli. Enologicamente è possibile risalire a capire il vitigno tramite i tratti del grappolo e delle foglie. I vitigni possono essere distinti in autoctoni o alloctoni. I primi sono quelli che sono stati impiantati in una determinata regione e solo nel suo territorio hanno trovato le condizioni ideali per esprimersi al meglio. Il nebbiolo, ad esempio, è un vitigno che solo in Piemonte riesce a dare il meglio di sè. Il microclima, il terreno e le condizioni ambientali sono quelle più idonee a produrre uva di ottima qualità. Si è cercato di impiantarlo in altre regioni ma i risultati sono stati deludenti. Lo stesso vale per il Prosecco, il Lambrusco, il Verdicchio e molti altri. I vitigni alloctoni, invece, sono varietà non legate ad un territorio ben preciso. Un esempio potrebbero essere quelli internazionali come Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Cabernet e Syrah che riescono a proliferare un pò dappertutto.
La vite deve essere protetta affinché possa fornire acini sani per un ottimo vino. Purtroppo, le malattie e le avversità cui incorre non sono poche. Limitare questi rischi consente di raggiungere i risultati sperati. Le avversità si distinguono in parassitarie e non parassitarie. Le prime sono dovute all'attacco di virus e insetti che provocano legno riccio, accartocciamento fogliare, arricciamento. I funghi che possono attaccare le viti, invece, sono all'origine di malattie come peronospora e oidio. Molto spesso capita che i grappoli d'uva marciscono a causa della Botrytis. In ultimo, anche vespe, ragnetti e cicaline contribuiscono ad attaccare le viti e i loro frutti. Le avversità non parassitarie, invece, riguardano le condizioni meteorologiche come ad esempio gelate improvvise che bloccano lo sviluppo dei germogli. La siccità, inoltre, non permette agli acini di svilupparsi in maniera adeguata per la trasformazione degli zuccheri.
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