Miltonia e Miltoniopsis

Miltonia e Miltoniopsis

Il genere Miltonia conta alcune specie di orchidee di origine sudamericana, quasi tutte originarie dei boschi brasiliani; il genere miltoniopsis comprende alcune decine di specie di orchidee di origine sudamericana, caratterizzate dall’avere fiori profumati, che per forma e colore ricordano molto le viole del pensiero. I due genere vengono spesso confusi, e in genere vengono considerati come un tutt’uno, in quanto la somiglianza dei due nomi fa spesso confondere le specie, facendole attribuire ad un genere piuttosto che all’latro. In vivaio in genere troviamo degli ibridi, che il più delle volte derivano dal genere Miltoniopsis.

Queste piante non hanno esigenze di coltivazione assai dissimili, è in ogni caso bene informarsi subito, quando si acquista una pianta, di che genere si tratta, in modo da meglio conoscerne le esigenze colturali.

Queste orchidee producono pseudobulbi spessi e carnosi, uniti tra loro da corte radici rizomatose, che spesso fuoriescono dal terreno; il foglieme e gli pseudobulbi sono di colore chiaro, divengono verde scuro solo in caso di posizionamento in zone con illuminazione carente. Hanno radici sottili e delicate, questa caratteristica è da considerare quando si rinvasano le piante, perché può capitare che piante sane vengano completamente compromesse da un rinvaso che ne danneggia le radici.

Miltoniopsis

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Esigenze colturali Miltonia e Miltoniopsis

Miltoniopsis Le esigenze colturali dei due generi sono simili, è quindi possiible trattarli congiuntamente.

Sono piante epifite, ovvero non affondano le loro radici nel terreno, ma in residui di foglie o di altra vegetazione che si annidano alle biforcazioni degli alberi, o negli anfratti tra le rocce; quindi per queste piante sceglieremo un tipico substrato per orchidee: pezzetti di cortteccia, blocchetti di sfagno, perlite, pietra pomice, porzioni di terriccio fresco. Non è necessario disporre le piante in vasi eccessivamente grandi, ricordiamo però che gli pseudobulbi si sviluppano producendo rizomi lunghi alcuni centimetri, per poi produrre un nuovo pseudobulbo; quindi cerchiamo di lasciare alle nostre piante un certo spazio, in modo che possano svilupparsi liberamente.

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Come coltivare la miltonia e la miltoniopsis

coltivazione miltoniopsis Queste orchidee sono originarie delle foreste pluviali, quindi non sono abituate ad una luminosità molto alta, in quanto in natura grandi alberi sempreverdi provvedono una ombreggiatura continua e costante; si posizionano quindi in zone ben luminose, ma lontane dai raggi diretti del sole. Facilmente possiamo comprendere se la luminosità è quella giusta, in quanto il fogliame cambia colore rapidamente a seconda della quantità di luce: se le foglie sono di colore verde chiaro, talvolta quasi verde acido, le orchidee ricevono la giusta luminosità; se la posizione è eccessivamente buia, il fogliame tenderà a divenire di colore verde scuro; se la luminosità è eccessiva invece, le foglie si scotteranno, mostrando zonature quasi rossastre. Le Miltonie e le Miltoniopsis amano luoghi umidi e freschi, quindi necessitano di annaffiature regolari e costanti, in modo da mantenere il substrato sempre leggermente umido; annaffiamo ogni volta che il terreno tende ad asciugarsi, evitando di mantenerlo costantemente saturo e inzuppato d’acqua. Le Miltonie sono piante che amano un clima caldo, quindi vanno coltivate in casa per tutto l’anno, e anche in inverno annaffiamo con regolarità, soprattutto quando è attivo l’impianto di riscaldamento. Le Miltoniopsis sono invece piante che in natura si sviluppano in zone collinari o montuose, con clima invernale fresco o anche freddo; per questo motivo in inverno vanno tenute in luoghi con temperature massime inferiori ai 10°C, ma superiori ai 5-8°C; in genere queste piante si pongono in serra fredda, non disponendo di una serra possono venire coltivate in un vano scale non riscaldato, o nella stanza più fredda della casa. Con queste temperature le Miltoniopsis entrano in semi riposo vegetativo, per questo motivo più sono al freddo e meno acqua necessitano; se coltivate in appartamento, con minime invernali superiori ai 15-18°C, queste orchidee smettono rapidamente di fiorire.


Una orchidea in casa

Miltoniopsis Come avviene per molte altre piante da appartamento, anche molte delle orchidee che si coltivano in appartamento, sono piante di origine tropicale; in natura queste piante sono abituate ad un clima caldo in estate, e fresco in inverno, con una alta umidità ambientale per tutto l’arco dell’anno.

In appartamento in inverno il clima non è sicuramente tropicale: il riscaldamento domestico infatti porta ad asciugare eccessivamente l’aria di casa, rendendola simile a quella presente in estate in giardino.

Per questo motivo capita spesso che le nostre piante in inverno assumano un aspetto triste e patito, con foglie opache, scarsa vegetazione, fioritura spesso assenti.

Per questo motivo se vogliamo coltivare piante sane e rigogliose possiamo scegliere tra due vie:

- è possibile porre le piante in un terrario chiuso, in modo da poter modificare efficacemente e rapidamente il clima attorno alle piante stesse. In un terrario è possibile mantenere controllata l’umidità ambientale, utilizzando anche appositi strumenti di misura. Essendo una struttura chiusa, è semplice aumentarne l’umidità ambientale, attraverso vaporizzazioni, o con un umidificatore. Per quanto riguarda le orchidee inoltre è anche possibile, nel terrario, controllare la luminosità ricevuta, eventualmente aumentabile con l’utilizzo di apposite lampade.

- se non vogliamo gestire un terrario, sarà necessario mantenere alta l’umidità ambientale di tutta la stanza in cui sono poste le piante; prima di tutto è bene cercare di posizionare le piante lontano da termosifoni, caminetti, termoconvettori, snodi del riscaldamento a pavimento. Secondariamente, dove possibile, sarebbe opportuno coltivare tutte le nostre piante da appartamento nella stessa stanza, e magari anche vicine. Questo perché l’acqua che evapora dal vaso va ad aumentare l’umidità anche delle piante vicine; oltre a questo ci risulta più semplice modificare l’umidità di una sola stanza, piuttosto che farlo per tutte le stanze che contengono piante.

L’umidità ambientale si aumenta vaporizzando la chioma delle piante; lasciando le piante in ampi sottovasi, con qualche centimetro di acqua sul fondo, e con della ghiaia che tenga i vasi sollevati dall’acqua stessa; utilizzando un umidificatore, che immette acqua nell’aria costantemente, micro vaporizzandola.



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