Cicoria - Cichorium intybus
La cicoria è un’insalata molto interessante per il periodo in cui cresce, per la sua consistenza croccante e per il gusto amarognolo che aggiunge alle altre verdure. E’ ricca di virtù anche dal punto di vista organolettico e può essere quindi una buona idea tentare di coltivarla nel nostro appezzamento.
La specie più diffusa è la Cichorium intybus, che può essere annuale, biennale o perenne. Le foglie di Cichorium intybus sono di dimensioni decrescenti (più grandi quelle più in basso e più piccole quelle più alte), e i fiori sono color azzurro chiaro e raggruppati in capolini ascellari o terminali. I frutti sono acheni color sabbia, e spesso vengono scambiati per semi. All' interno di ogni acheno è contenuto solo un seme.Di questo genere di piante fanno parte molte diverse specie, tra le quali le più conosciute sono i radicchi da taglio a foglie verdi o rosse, le cicorie da foglie, da radici e da germogli ed infine le cicorie e i radicchi da forzare.
La Cichorium intybus è una pianta molto resistente, si adotta infatti sia al freddo che alle alte temperature. Il terreno si deve preparare con una vangatura profonda durante la quale si consiglia di interrare circa 2 kg di letame per ogni metro quadrato di terra coltivata. Prima della semina è inoltre utile effettuare una buona concimazione minerale, mentre durante la crescita si possono distribuire 10/15 grammi di nitrato di calcio per ogni metro quadro.
LA CICORIA IN BREVE |
Tipo di pianta | Albero a foglia caduca |
Altezza a maturità | Da 15 a 60 cm |
Facilità di coltivazione | Molto facile |
Necessità idriche | Medio-basse |
Crescita | Da normale a lenta a seconda del periodo |
Rusticità | Medio-alta |
Moltiplicazione | Seme, reimpianto delle radici |
Distanza tra le file | 15 cm |
Distanza sulla fila | 15 cm |
Esposizione | Sole |
Terreno | Non esigente, no troppo argilloso o sassoso. Concime ben stagionato |
Germinazione: giorni, temperatura minima | 7-10/ 5°C |
Profondità di semina | 5 mm |
- Nome: Cichorium intybus L.Raccolta: Le foglie prima della fioriture, le radici al termine.Proprietà: Depurativo, tonico, digestivo, lassativo, coleretico.Famiglia: Composite.Nomi comun...
- Pianta erbacea dai fiori celesti, la cicoria appartiene alla famiglia delle Asteraceae. La pianta della cicoria può arrivare ad un metro e mezzo di altezza ed i suoi fiori sono pentameri, ermafroditi ...
- La cicoria ha degli effetti benefici sulla stimolazione del sistema nervoso e digestivo. Aiuta a concentrarsi e stimola le capacità mentali. Contiene potassio, calcio e ferro ed è usato come medicinal...
- La cicoria ha assoluta necessità di essere annaffiata abbastanza regolarmente e, se possibile, nelle primissime ore della mattinata in modo che l'acqua abbia tutto il tempo necessario per una corretta...
La moltiplicazione avviene per seme, e la semina deve essere effettuata in periodi diversi a seconda della varietà. Le varietà da taglio si possono seminare in tutti i periodi dell'anno, escluso l'inverno, quelle da radice da aprile / maggio ad agosto, mentre quelle da forzare da metà giugno a fine agosto.
La semina deve avvenire a spaglio oppure a file distanti tra loro circa mezzo metro, in un secondo momento le piantine si devono diradare distanziandole di circa 20 cm. Le cicorie da forzare tuttavia di solito si seminano in semenzaio e le piantine si devono trapiantare dopo 40 giorni ad una distanza di circa 25 cm l'una dall'altra.
La forzatura è una tecnica che permette di ottenere cespi di foglie compatti e croccanti. La semina avviene in primavera, così in autunno si hanno piante piccole ma fornite di un apparato radicale molto robusto. Con un coltello si staccano le radici e le si mettono in una cassa sopra uno strato di letame di circa 25 cm e coperto da terriccio umido. Dopo un mese circa nella parte superiore delle radici compaiono i ciuffi di bianchi delle foglie. Una tipica cicoria da forzare è quella "di bruxelles".
Il nome cicoria individua in realtà un genere botanico piuttosto ampio, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Fanno parte di questo genere da 6 a 9 specie di cui due sono la base delle insalate coltivate. Vanno ricordate inoltre le varietà tipicamente italiane prerogativa del Nord-est, generalmente identificate con il nome di radicchi.
Si tratta in linea generale di un’erbacea endemica dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. La specie è molto comune lungo i bordi delle strade o nei campi lasciati riposare a maggese, dove si fa notare per i suoi bellissimi fiori di un intensissimo azzurro.
Il suo aspetto generale è molto simile a quello della lattuga, ma la coltivazione risulta notevolmente più semplice, anche se la crescita è generalmente più lenta.
Le varietà si distinguono in base al colore delle foglie, all’epoca di maturazione e alla modalità di raccolta (da cespo o da taglio). Bisogna anche precisare che esistono numerose varietà il cui maggiore pregio risiede nella radice, fonte importante di inulina. Questa stessa radice, torrefatta e macinata, viene ancora oggi impiegata come succedaneo del caffè.
La cicoria selvatica è consumata da tempi antichissimi e se ne sono trovate testimonianze come insalata già presso la civiltà egizia. Presso Greci e Romani, invece, era maggiormente apprezzata la radice: veniva cotta sulla griglia ed era particolarmente tenuta in conto per le sue qualità digestive. Le venivano inoltre attribuite doti medicamentose, come potente depurativo, soprattutto all’interno di tisane e infusi.
Nel Medioevo era comunissima negli orti all’interno delle mura dei castelli e presso i conventi. È probabilmente in quest’ambito che si è cominciato a selezionare le migliori varietà, caratterizzate da foglie più grandi e dal sapore meno amaro. Dal Rinascimento si tornò a consumare prevalentemente le foglie in insalata. Nelle regioni meridionali erano utilizzate quasi sempre da crude, nel Nord era invece più comune cuocerle, utilizzandole sia come contorno sia come condimento per primi o zuppe.
Alla fine del 1700, in concomitanza con alcuni blocchi delle importazioni imposti dagli Inglesi a Napoleone, si diffuse anche l’abitudine di torrefare le radici per ricavarne un economico caffè, abitudine che si mantenne presso la popolazione fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le cicorie coltivate hanno la peculiarità di resistere egregiamente alle basse temperature e anche alla mancanza di piogge. Per la coltivazione invernale è caldamente consigliata una posizione ben soleggiata. Dalla primavera in avanti, invece, gradisce anche esposizioni un po’ più protette.
Sono piante estremamente adattabili e crescono bene in una grande varietà di terreni. Sono da evitare solamente quelli caratterizzati da un’eccessiva presenza di ciottoli oppure quelli estremamente argillosi e compatti, al punto da essere di estremo ostacolo allo sgrondo delle acque. In quest’ultimo caso potrebbero instaurarsi pericolosi marciumi a livello radicale o del colletto ed è bene quindi, prima dell’impianto, adoperarsi per migliorarne sia il drenaggio sia la tessitura.
Le cicorie sono caratterizzate da radici voluminose, che crescono vigorosamente soprattutto verso il basso. Per ottenere buoni risultati è quindi basilare lavorare l’area molto attentamente, vangando o arando almeno fino a 40 cm di profondità, disgregando bene le zolle e inglobando buone quantità di ammendante organico molto stagionato.
È anche importante accertarsi che lo strato superficiale risulti perfettamente affinato. I semi della cicoria sono infatti molto piccoli e necessitano di un letto curatissimo per germinare e radicare.
La necessità di azoto per le cicorie è davvero molto limitata. Possiamo al contrario dire che risultano particolarmente sensibili alla presenza di compost o stallatico non perfettamente maturi. È di conseguenza importante, prima di distribuirli dell’area, accertarsi che risultino perfettamente decomposti e, in particolare per lo stallatico, che la paglia sia indistinguibile dalle deiezioni. Sono in linea generale sufficienti da 2 a 4 quintali di prodotto ogni100 mq di coltura, al solo scopo di migliorare la tessitura del terreno. L’ideale sarebbe distribuirli prima della coltivazione precedente in maniera che risultino ben inglobati e ulteriormente disgregati.
La cicoria non è molto esigente in fatto di irrigazioni. Durante l’inverno e la primavera è bene accertarsi che il suolo non si asciughi mai completamente. Dalla primavera alla metà dell’autunno si irrigherà di più, ma è consigliabile predisporre una spessa pacciamatura a base di paglia, foglie o sfasci in maniera che gli interventi siano ridotti e il substrato si mantenga fresco più a lungo. È fondamentale evitare di bagnare le foglie dato che è la causa principale dell’insorgere di crittogame. L’ideale è sempre predisporre impianti di irrigazione ad ala gocciolante o con tubo poroso.
La tecnica adottata per la semina varia notevolmente a seconda della varietà prescelta.
Cicorie da taglio sono le varietà più resistenti sia alle basse sia alle alte temperature. Si può procedere durante tutto l’arco dell’anno, evitando, al Nord, soltanto i mesi di dicembre e gennaio. Si semina direttamente a dimora, a file o a spaglio. Le file andranno distanziate di 15 cm, lasciando un seme ogni 5. Sono generalmente sufficienti 20 g di seme per 100 mq di coltura.
Una volta che le piantine avranno raggiunto i 10 cm di altezza si provvederà al diradamento, lasciando circa 15 cm tra un individuo e l’altro.
Cicoria da cespo è un gruppo molto vasto che include sia varietà a foglia verde, più primaverili-estive, sia varietà a foglia rossa, tipicamente invernali. Le prime si seminano da marzo ad ottobre, le altre a metà estate. Si può scegliere farlo in semenzaio o direttamente a dimora. La prima opzione permette di risparmiare un po’ di semente. Per la spaziatura tra e nelle file va ricalcato ciò che si fa per la cicoria da taglio.
Cicoria da radici queste varietà vanno seminate direttamente in campo in quanto il trapianto potrebbe danneggiare gravemente il fittone. A seconda della cultivar si procede alla fine dell’inverno (per esempio per la cicoria di Bruxelles) o per tutta la primavera (cicoria di Magdeburgo).
In ogni caso, per un orto familiare, è sempre consigliabile effettuare la semina scalare ogni 15 giorni in maniera da avere sempre prodotto pronto per la raccolta ed evitare sprechi.
LA CICORIA IN BREVE |
| Da taglio | da cespo | da radici |
semina | Da febbraio a novembre (nel Sud tutto l’anno) | A foglia verde | A foglia rossa | Da marzo ad agosto, a seconda della varietà |
Da marzo a ottobre | Giugno-luglio |
raccolta | Circa due-tre mesi dalla semina, fino a 5 -6 volte all’anno | Circa due-tre mesi dopo | Da ottobre-novembre fino a febbraio-marzo | Dall’autunno alla primavera |
Queste orticole vanno seguite con una certa regolarità. È essenziale effettuare frequenti zappettature e sarchiature sia per rendere più arieggiato e permeabile il terreno sia per evitare l’insorgere delle infestanti. Bisogna essere però molto cauti nei pressi del piede perché le radici superficiali si danneggiano con grande facilità e potrebbero poi essere la causa di penetrazione di patogeni.
Alcune varietà, in particolare i radicchi, necessitano di essere imbianchiti per diventare più teneri e meno amari. Si procede alla fine dell’autunno estirpando le piante con l’aiuto di un forcone. Vanno poi pulite eliminando tutto il terriccio (che potrebbe causare marciumi). Le foglie e le radici vanno spuntate. In seguito si inseriscono, una accanto all’altra, in una cassetta di legno riempita con un misto alla pari di terriccio e sabbia, inumidito poi leggermente. Vanno poste in un locale buio e delicatamente riscaldato per circa dieci giorni.
Come tutte le insalate va consumata nel più breve tempo possibile. È comunque possibile conservarla in frigo per al massimo cinque giorni, nello scomparto dedicato alla verdura.
Le cicorie si trovano bene in compagnia di moltissime altre orticole. L’ideale è porle nelle vicinanze di pomodori, fagioli, lattughe e carote. La loro coltura più essere ripetuta più volte nello stesso appezzamento senza riscontrare gravi problematiche.
Le foglie vengono generalmente attaccate dagli afidi, da lumache e da chiocciole, mentre delle radici si nutrono le larve dei maggiolini e il grillotalpa. Queste piante in particolari condizioni climatiche possono essere affette da marciumi sia radicali che fogliari, evitare d’irrorare le piante nelle ore più calde e prediligere dei terreni ben sciolto, in caso d’attacco e opportuno trattare le piante con dei prodotti a base di zolfo.
Tra i maggiori nemici di questo ortaggio annoveriamo le lumache, il maggiolino, il grillotalpa, gli afidi e le nottue.
Molto pericolosa è la peronospora che si manifesta con ingiallimenti e macchie decolorate. Piuttosto frequenti sono anche l’oidio e la muffa grigia.
Le varietà sono davvero moltissime. Tra quelle a cespo verde possiamo citare la cicoria di Bruxelles, la Catalogna di Brindisi e quella veneta, da cui si ricavano le puntarelle e la riccia di Pancalieri,. Molto conosciuto è anche il Pan di zucchero, estremamente croccante e dolce, che non necessita di imbianchimento.
Numerosissimi sono i radicchi: di Verona, di Treviso, di Chioggia, di Castelfranco.
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La cicoria è una pianta erbacea di tipo perenne presente in tutto il mondo che può arrivare ad un’altezza di un metro e
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