Carota - Daucus carota
La carota è una pianta originaria delle regioni temperate dell'Europa, coltivata per le radici a fittone utilizzate a scopo alimentare sia crude sia cotte. Le varietà coltivate hanno radici carnose di forma variabile e di colore bianco, arancio o rosso e sono ricche di coloranti e vitamine.
La carota è un ortaggio indispensabile in cucina. Può essere cucinata come contorno, gustata cruda o entrare a far parte del più classico dei soffritti, base di moltissimi piatti della cucina italiana. Data la sua dolcezza può essere impiegata anche per la realizzazione di ricette di pasticceria, quali torte o crostate. Se uniamo queste qualità alla facilità di coltivazione vedremo che diventa quasi impensabile non inserirla nel nostro appezzamento.
La carota appartiene alla famiglia delle Apiaceae e, come tutte queste, è caratterizzata da foglie finemente intagliate. La radice, di cui noi ci cibiamo, è in realtà un fittone centrale ingrossato, la cui lunghezza può andare da 30 a 60 cm. La forma è per lo più allungata a forma di cono, ma esistono anche varietà arrotondate. Il colore più classico è l’arancione, ma anticamente era disponibile sul mercato in una ampia gamma cromatica: dal bianco al giallo, al rosso, fino al viola intenso.
Si tratta di una
pianta erbacea a ciclo biennale. Il secondo anno sviluppa un fusto eretto e numerose infiorescenze ad ombrella, di color bianco.
È originaria del continente euroasiatico e dell’Africa. Ancora oggi si può trovare in forma spontanea, specialmente dove il terreno risulti povero, arido e ghiaioso.
- La carota è uno degli ortaggi re della nostra tavola: i suoi utilizzi in campo alimentare cono infatti molteplici. Con un po' di impegno, e seguendo alcune regole fondamentali, è possibile realizzare ...
- La cicoria è un’insalata molto interessante per il periodo in cui cresce, per la sua consistenza croccante e per il gusto amarognolo che aggiunge alle altre verdure. E’ ricca di virtù anche dal punto ...
- Il fagiolo, come molto ortaggi appartenenti alla famiglia delle Fabaceae, è una coltivazione interessante sotto molti aspetti. Il prodotto è senza dubbio di notevole interesse, ma lo è anche la capaci...
- Il Cucumis melo è una pianta annuale con fusto erbaceo flessibile, strisciante o rampicante, sarmentoso con ramificazioni laterali. Il melone è un prodotto di grande interesse per le nostre tavole, in...
La carota è una specie adatta ai climi temperati. Si coltiva perciò con buoni risultati, in tutta Italia.
La carota è sotto questo aspetto molto adattabile. I migliori risultati si ottengono però in aree caratterizzate da
clima temperato e umido, con temperature che si mantengano il più possibile stabili. Gli sbalzi termici, infatti, sono causa di interruzione dell’accrescimento.
La crescita e la colorazione del fittone è infatti influenzata sia dal clima sia dalle ore di luce giornaliere a disposizione. Il freddo (tra 10 e 15 °C) o il caldo (al di sopra dei 21°C) possono dare radici pallide. La temperatura ottimale si aggira tra i 15 e i 21 °C.
Un freddo eccessivo, seguito da un forte calore, stimola invece la montata a seme della piantina e la mancanza di radici adatte al consumo.
LA CAROTA IN BREVE |
Tipo di vegetazione | Erbacea annuale o biennale |
Altezza a maturità | Da 30 a 60 cm |
Manutenzione | bassa |
Bisogno d’acqua | medio |
Crescita | lenta |
Moltiplicazione | semina |
Germinazione: giorni-temperatura minima | 13/ 5 °C |
Profondità di semina | 1-2 cm |
Resistenza al freddo | Piuttosto rustica |
Esposizione | Pieno sole |
Terreno | Sabbioso, leggero, profondo |
pH del terreno | Neutro o subalcalino |
Distanza tra le file | 20 cm |
Distanza nella fila | 5 cm |
La carota sotto questo aspetto non è particolarmente esigente. L’unica cura indispensabile è una frequente zappettatura per eliminare l’insorgere di infestanti le cui radici potrebbero entrare in competizione e sarebbero un forte freno alla già lenta crescita del nostro ortaggio.
Le altre cure aiutano ad ottenere carote belle e grandi e nei successivi paragrafi vedremo insieme quali sono tutti gli aspetti da tenere in considerazione per una corretta coltivazione delle carote. Terreno, irrigazione, concimazione e lotta ai parassiti saranno i principali aspetti sui quali focalizzare le nostre attenzioni ed i nostri sforzi.
I terreni ideali sono quelli sciolti, di medio impasto, sabbiosi o calcarei - argillosi, ricchi di sostanza organica ed esenti da ristagni d'acqua. Sconsigliamo i terreni sassosi per evitare biforcazioni radicali.
Avvicendamento: la carota sfrutta le sostanze organiche residue di colture precedenti. Può seguire porro o aglio come coltura da rinnovo. Non può essere ripetuta prima di tre anni per evitare attacchi parassitari. Non si deve coltivare dopo la bietola da orto, in quanto potrebbe essere colpita da marciume radicale, provocato da parassiti che spesso attaccano quella specie.
Per ottenere fittoni ben sviluppati è necessario disporre di un terreno profondo, leggero e ben lavorato. Solo in queste condizioni infatti la crescita è regolare, senza incontrare ostacoli, e la forma è conseguentemente quella classica a cono allungato.
Predilige in generale substrati calcarei, fertili e leggermente basici. Devono inoltre essere in grado di mantenersi leggermente umidi, ma comunque con un ottimo drenaggio.
È quindi importante lavorare l’area per tempo, vangando ad una profondità di almeno 30-40 cm, sbriciolando attentamente le zolle. In caso di eccessiva compattezza è bene mescolarvi abbondante compost o ammendante organico stagionato, insieme ad una buona quantità di sabbia.
Questo ortaggio da radice può essere coltivato durante tutto l’arco dell’anno, specialmente se si ha a disposizione una serra.
Si può cominciare la semina già dall’autunno, continuando fino a febbraio, in serra calda. In questo periodo la raccolta avverrà poi dopo circa tre mesi.
Nel
Centro-Sud, a fine inverno, si può già seminare all’aperto, specialmente se il nostro appezzamento è ben esposto e riparato dai venti. Scegliamo in questo caso varietà caratterizzate da crescita rapida, in maniera che possano essere raccolte entro due mesi, prima dell’arrivo del grande caldo.
Nel
Centro-Nord la semina in pieno campo può essere effettuata a marzo-aprile o da agosto ad ottobre. In questi mesi sono garantite in genere temperature ottimali. All’avvicinarsi dell’inverno sarà però bene coprire la coltura con abbondante pacciamatura per evitare che l’alternarsi di gelo e caldo scalzi le giovani piantine.
La semina può avvenire a spaglio, ma non è molto consigliabile, in quanto non permette di effettuare agevolmente le sarchiature e i diserbi, o a file ad una profondità di uno o due millimetri. Nella semina a file, la distanza sulle file sarà di 5 - 6 cm e 20 cm tra le file.
Le
varietà precoci si seminano in gennaio - marzo, e in questo caso si raccolgono le radici in agosto; le semiprecoci in aprile - maggio, le tardive da fine agosto a tutto ottobre per ottenere una produzione nel periodo autunno-inverno; è consigliabile seminare scalarmente ogni 15-25 giorni, in questo modo si ottengono radici a diverse epoche e di conseguenza sarà possibile avere carote fresche per un lungo periodo di tempo.
Consociazione: si può coltivare con ravanello, spinacio, pisello e lattuga;
La semina può avvenire in cassoni, in vassoi alveolari o in pieno campo (a spaglio o a file).
In quest’ultimo caso bisognerà intervenire dopo la germinazione per effettuare il diradamento, possibilmente con terreno umido per non danneggiare le piantine nelle vicinanze.
La distanza ideale, anche nel caso del trasferimento di piantini, è 20 cm tra le file e 5-6 cm sulla fila.
IL CALENDARIO DELLA CAROTA |
Periodo di semina | Attesa prima della raccolta |
Semina autunno-invernale | Circa 100 giorni |
Semina all’aperto febbraio-marzo | Circa 120-140 giorni |
Semina estiva | Circa 180 giorni |
La raccolta delle carote è scalare e dipende dal periodo di semina. Le carote si raccolgono mediante estirpazione. Le radici presenti nel terreno nel periodo autunnale devono essere raccolte quando comincia a piovere, poiché altrimenti possono marcire.
Dopo la raccolta, le carote si lasciano essiccare stendendole in un locale aerato, dopodiché si puliscono dal terriccio e si conservano in un ambiente nel quale la temperatura non scenda sottozero, in cassette, oppure stratificate nella sabbia.
Se vogliamo delle carote di piccole dimensioni dovremo raccoglierle già poco tempo dopo il diradamento.
Le carote coltivate in inverno impiegano da 80 a 100 giorni per essere pronte. Le carote seminate in primavera impiegano invece da 120 a 140 giorni. La coltura estiva invece è pronta verso l’autunno, in non meno di 180 giorni, producendo però radici conservabili per buona parte dell’inverno.
La raccolta si effettua aiutandosi con un forcone, sollevando tutta la zolla e liberando le radici tirando il fogliame.
Se vogliamo conservare le carote per il periodi freddi sarà bene lasciarle almeno una mezza giornata al sole, in maniera che perdano umidità e non si rischi l’insorgere di muffe.
Per mantenerle a lungo possiamo predisporre delle cassette riempite con sabbia ben asciutta. Disponiamo le carote al loro interno, evitando che si tocchino una con l’altra. Poniamole in un locale fresco, aerato, al riparo dal gelo e dall’eccessiva umidità.
Le irrigazioni devono essere leggere e regolari. Il substrato non deve mai asciugarsi completamente, bisogna però anche evitare assolutamente i ristagni idrici. Estremamente importante è somministrare acqua a temperatura ambiente: se troppo fredda può essere causa di insorgenza di fessurazioni.
La carota richiede un terreno ricco di humus e ben aerato. È però al contempo molto sensibile all’eccesso di azoto, che potrebbe favorire l’insorgenza di crittogame e l’attacco di numerosi insetti fitofagi.
Il consiglio è di distribuire abbondante letame stagionato nel momento in cui si comincia la coltura precedente. In questa maniera avrà tutto i tempo di migliorare la tessitura del terreno e mineralizzare completamente i suoi componenti. Generalmente sono sufficienti 35° q di letame per ettaro.
Nel caso al momento della vangatura l’area risultasse povera o non adatta possiamo incorporare ancora al massimo 300 quintali per ettaro di stallatico, però molto ben stagionato.
Concimazioni: nel corso della preparazione del terreno non si deve somministrare letame, ma si deve sfruttare la letamazione dell'anno prima. Volendo usare concimi inorganici si distribuiscono invece, 50-60 g/mq di un fertilizzante minerale complesso ternario adatto.
Quando le piantine stanno sviluppandosi, si somministrano 20 g/mq di nitrato di calcio.
Cure colturali: il terreno deve essere tenuto sempre libero da piante infestanti, effettuando ripetute sarchiature e scerbature.
Irrigazioni: nei periodi in cui non piove è necessario annaffiare abbondantemente ma evitare i ristagni d'acqua.
Avversità: l'afide della carota: attacca le foglie, che non si sviluppano e presentano zone decolorate.
Le larve della mosca della carota: scavano gallerie nelle radici, deformandole, le foglie diventano grinzose e, talvolta di colore rossastro.
Il marciume molle: è un'alterazione che si manifesta nelle carote conservate, le radici diventano molli e ammuffiscono.
Malvinato della carota: è una malattia di origine fungina, come la precedente le radici vengono ricoperte da un feltro brunastro, cosparso di piccoli corpi neri, l'infezione si estende dalla pianta colpita a quelle vicine.
Il marciume della carote: è un'alterazione procurata da un batterio che colpisce le radici sia quelle ancora nel terreno vhe quelle immagazzinate: le radici diventano molli acquose e marciscono.
Le malattie tipiche delle carote possono essere evitate applicando una rigorosa rotazione dei terreni. È sempre bene aspettare almeno tre anni prima di inserirle nuovamente nello stesso appezzamento.
Sono molte le colture che possono precedere: aglio, cereali, porri, cipolle o comunque ortaggi che necessitino concimazioni pesanti.
Nelle vicinanze delle carote crescono molto bene l’aglio, l’aneto, la cipolla, la bietola e le barbabietole, la cicoria, la lattuga, il pisello, il porro, il pomodoro, il ravanello, lo scalogno.
L’associazione carota-porro è raccomandabile per prevenire attacchi del verme del porro e della mosca della carota.
Il più temibile parassita di questa coltura è senza dubbio la mosca della carota. Le uova vengono deposte all’altezza del colletto. Quando le larve si sviluppano cominciano a scavare delle gallerie all’interno della radice rendendole inutilizzabili al fine del consumo (perché marciscono velocemente). Un segnale inconfondibile dell’avvenuto contagio è la comparsa di foglie giallo-rossastre sul fogliame. Ci si può difendere grazie a buone consociazioni come quella con il porro, la cipolla e l’aglio. Si può però anche fare ricorso a insetticidi specifici, rispettando poi scrupolosamente i tempi di carenza.
L’alternariosi è anche piuttosto frequente: i sintomi sono la comparsa di macchie nere e marciumi in prossimità del colletto.
La scleortinia invece causa macchie biancastre ruvide e poi puntini neri.
Entrambe si prevengono con la corretta alternanza colturale e eventualmente con trattamenti specifici.
Originariamente le carote erano di color rosso-violaceo, oppure bianche-gialle (coltivate ancora oggi come foraggio). Il loro sapore era poco dolce e la parte centrale era legnosa e molto dura.
Le varietà presenti sul mercato oggi sono invece molto più tenere e dolci. La caratteristica polpa arancione, dovuta a cristalli di carotenoidi, venne selezionata in Olanda nel 1600. Sono però disponibili moltissimi colori diversi e anche svariate forme.
Si possono principalmente distinguere le varietà corte (che si suddividono a loro volta in rotonde e coniche), le varietà mezzalunga (suddivise in cilindrica e conica) e le lunghe (cilindriche e coniche).
Segnaliamo alcune tra le più conosciute: la Flakee, la S. Valery, la Tonda di Parigi, la Nantese. Informiamoci sempre sulla loro periodicità, cioè per quale periodo dell’anno siano più adatte.
Le carote si distinguono secondo il colore e la forma della radice.
Dal punto di vista orticolo le varietà più importanti sono quelle rosse, intendendo con questo termine tutte quelle che producono radici di colore rosso o arancio. Per quanto riguarda la forma, vengono suddivise in corte, mezzane e lunghe. Altro carattere molto importante è l'epoca di maturazione, in base alla quale le varietà si distinguono in precoci medie o tardive.
Fra le varietà ricordiamo:
la nantese medio precoce, l'ibrido nandor, la nantese clodia medio precoce, la tonda di parigi molto precoce, la s. valere tardiva, la flakkee, precoce. Fra le varietà a radici corte vi ricordano parigina rossa da forzare, grelot, rossa d'olanda ", tutte precoci.
Fra le mezzane, si possono citare: mezza lunga di nantes, precoce; mezza lunga di touchor, rossa mezzana di amsterdam molto precoce, rossa mezzana di chantenay; rossa mezzana d'italia derivata dalla mezza lunga di nantes. al gruppo delle varietà a radici lunghe appartengono, fra le altre rossa lunga di napoli, lunga di st. Valery, comune di napoli, tutte a radici color arancio.
La carota è ricca in vitamine, specialmente la A, B, PP, D ed E. Per favorire al massimo l’assorbimento di questi nutrienti è sempre bene sminuzzarla finemente, cuocerla e condirla con dell’olio.
È indicata per chi è a dieta, visto il suo limitato apporto calorico (41 kcal per 100 g) ed è anche una buona fonte di fibre.
COMMENTI SULL' ARTICOLO