La melanzana rosa
La melanzana è uno degli ortaggi estivi più amati. Disponibile in molte forme (rotonda, allungata, ovale, passando per la sottilissima “perlina”) e colori (viola scuro e chiaro, cremisi, bianca, striata in varie sfumature), si presta alla preparazione di diverse pietanze. È un’alleata negli antipasti, freschi e sfiziosi, è un ingrediente indispensabile in molti sughi e diventa protagonista assoluta nei secondi e nei contorni.
Il suo uso è particolarmente diffuso nelle regioni meridionali: il prodotto locale, grazie al clima favorevole, è disponibile sul mercato da metà primavera all’autunno inoltrato.
La sua preparazione è però spesso poco pratica: molte varietà hanno, alla raccolta, un gusto spiccatamente amaro:per consumarle è quindi indispensabile farle prima spurgare a lungo, con l’aiuto del sale grosso.
I selezionatori hanno però cercato di porre rimedio, proponendo nuove varietà, più dolci già alla raccolta.
Tra le nuove varietà va senz’altro segnalata la melanzana rosa e, più in particolare, la “melanzana rotonda bianca sfumata di rosa”. Questa tipologia è ormai molto diffusa nell’Italia centrale: è apprezzata dalle famiglia, ma anche dai grandi chef per la sua polpa carnosa, consistente e gustosa, con pochissimi semi e priva di note amare già al momento della raccolta. I frutti si presentano molto grossi (raggiungono anche i 400 grammi), tondeggianti (alle volte con scanalature verticali) e leggermente schiacciati agli apici.
La buccia è sottile, per lo più bianca, ma sono evidenti leggere striature viola chiaro che, nell’insieme, la fanno apparire rosata. Anche la pianta è di grandi dimensioni e necessita quindi di spazi adeguati per la coltivazione.
Come abbiamo detto si tratta di una cultivar in grande ascesa: la forte richiesta l’ha resa più facilmente reperibile prima per gli agricoltori e adesso anche per gli hobbisti. Chi si dedica alla semina ha vita facile: può chiedere nei consorzi agrari o nei negozi specializzati in semenze; in ultima istanza, cercando in internet, non avremo difficoltà. Chi invece cerca le piantine pronte dovrà recarsi presso i rivenditori specializzati chiedendo se hanno disponibilità di questa varietà o, eventualmente, manifestare già a metà inverno l’interesse in maniera che possano procurarsela o procedere alla semina professionale. Anche in questo caso l’ultima chance l’acquisto on line: non mancano i vivai che vendono per corrispondenza ortaggi particolari o ricercati.
La coltivazione non è diversa da quella di una normale melanzana. Si consiglia di procedere con la semina al coperto il prima possibile: da dicembre in avanti, a seconda anche della nostra collocazione geografica. Per una buona germinazione è indispensabile fornire calore (almeno 20°C), umidità, aria e molta luce. L’ideale è servirsi di vassoi alveolari: evitano il ristagno e facilitano un’ottimale radicazione. Alla comparsa delle prime foglioline ricordiamoci di esporre a luce molto intensa: è importante per una crescita compatta e vigorosa. Prima di trasferire in contenitori più grandi o in pieno campo bisognerà aspettare almeno due mesi, cioè un’altezza minima di 10 cm. Nel caso si tratti di un “orto in vaso” quindi su di un balcone o terrazzo, raccomandiamo di scegliere contenitori grandi e profondi.
Lavoriamo in profondità e con largo anticipo l’area, inglobando, possibilmente già in autunno, stallatico maturo. Il terreno deve essere ricco, ma sciolto e drenante. Il trapianto in pieno campo va fatto da marzo a maggio. Per ottenere sviluppo e fruttificazione ottimali è fondamentale distanziare notevolmente le piante: almeno 80 cm tra le file e sulla fila, posizionando da subito i tutori. I vasi dovrebbero avere diametro e profondità di almeno 40 cm. Durante lo sviluppo distribuiamo più volte un concime granulare per orto, ricco in potassio e con buona dotazione di microelementi. Importanti per la qualità del raccolto sono l’esposizione (il più possibile soleggiata) e le irrigazioni. L’acqua non deve mai mancare: le dimensioni dei frutti saranno maggiori e il sapore più dolce.
La raccolta comincia già a maggio nelle regioni meridionali, mentre al Nord, specialmente se non si fa uso di serre, è necessario aspettare luglio. Il prodotto va staccato dalla pianta quando è ancora immaturo: la polpa deve essere compatta e i semi piccolissimi. Ne guadagneremo in gusto e conservabilità. L’ideale è operare la mattina presto, tagliando il picciolo con delle forbici.
Naturalmente si consiglia di consumarle il prima possibile, ma è possibile conservarle in diverse maniere. In frigo, fresche, si mantengono per circa una settimana. Possiamo però anche cuocerle e porle in vasetti, sott’olio o sott’aceto, da sole o con altre verdure. Altra possibilità è grigliarle o scottarle leggermente in acqua per poi metterle nel freezer, in sacchetti appositi.
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