Melanzana - Solanum melogena

Generalità della melanzana

La melanzana è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Solanaceae, coltivata per il suo frutto che viene generalmente consumato e ritenuto un ortaggio

È considerata annuale nei paesi temperati; teme infatti particolarmente il freddo e tendenzialmente trova le condizioni ideali di coltivazione dove vi siano primavere ed autunni piuttosto caldi.

In realtà dove le condizioni siano ideali, come nei paesi di origine (l’Asia meridionale e in particolare l’India e la Birmania) può essere considerata anche una perenne.

Caratterizzata da un portamento eretto, può misurare dai 50 cm ad 1,20 metri di altezza. Il fiore ha colorazioni che variano dal bianco al lilla ed è solitario, portato nell’ascella fogliare. I frutti, nelle varietà più diffuse, sono di color viola scuro. Esistono però anche varietà bianche, striate, bordeaux e addirittura rosso acceso. Anche la forma è molto variabile: da tondeggiante ad ovale, fino ad allungata e molto stretta.

Il frutto cresciuto ha consistenza spugnosa e un gusto piuttosto sgradevole e amaro, dovuto alla presenza di saponine. Nelle varietà moderne questo sapore è andato sempre più scomparendo grazie alla selezione di cultivar particolari. Una volta si era soliti eliminarlo mettendo le fette sotto sale. Questo favoriva, per osmosi, la fuoriuscita dei liquidi e con essi di quella sostanza. Oggi questa pratica può quasi sempre venire omessa.

Il frutto, cotto, sviluppa un sapore ricco e complesso simile a quello dei funghi.

Il suo nome deriva da "mela insana", il frutto infatti contiene la solanina che tende a scomparire con la maturazione e scompare completamente con la cottura. E' una pianta annuale sufrutescente, con fusto rigido e ramificato alto fino a 80 cm.

Il frutto è una bacca con la parte superiore avvolta nel calice. Ha una forma allungata e arrotondata all' estremità, ed è spessa e di colore violaceo, o bianco.

Melanzana

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Clima e terreno

melanzane Clima: ama il clima temperato caldo, teme il gelo e l'umidità. La melanzana è un ortaggio caratterizzato da grande sensibilità alle temperature. È infatti particolarmente esigente in fatto di calore. Richiede per crescere e fruttificare bene come minimo 15-16°C durante la notte e almeno 22-26°C durante il giorno. Se le temperature scendono a 12°C si ha un brusco arresto della crescita.

Per queste ragioni questa solanacea è coltivata prevalentemente nelle regioni meridionali, dove il periodo di produzione è notevolmente allungato. Al Nord viene inserita in pieno campo solo in tarda primavera e per anticipare la raccolta si fa un ampio uso di serre.

Precisiamo però che anche le temperature troppo alte sono dannose. La lunga permanenza al di sopra dei 35°C può causare la cascola di fiori e frutti. In questo caso si consiglia di approntare eventualmente delle reti ombreggianti e pacciamare il terreno con paglia e foglie per ridurre la traspirazione.

Terreno:deve essere profondo e ricco di sostanze organice, il pH ottimale è quello neutro. La melanzana richiede terreni di medio impasto, piuttosto sciolti, ma molto ricchi in sostanza organica. Cresce molto bene nelle vicinanze del mare perché non patisce particolarmente la salinità nel suolo e resiste discretamente bene ai venti. Inoltre la minor escursione termica ne favorisce il veloce sviluppo.

Famiglia, genere e specie Solanaceae, solanum melogena
Tipo di pianta Erbacea annuale
Esposizione Pieno sole
Rustico Non rustica
Terreno Ricco e sciolto
Concimazione Regolare
Irrigazione Abbondante, specie tra la fioritura e l’allegagione
Semina Fine inverno al Sud, marzo al Nord
Raccolta In pieno campo da luglio a settembre

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Avvicendamento e consociazione

pianta melanzane Avvicendamento: si coltiva all'inizio di una rotazione poiché è una pianta da rinnovo. E' buona norma non ripetere la coltivazione per circa tre - quattro anni sullo stesso appezzamento.

Consociazione: favorevole quella con cavoli, finocchio e lattughe.

La melanzana gradisce particolarmente la vicinanza di insalate, finocchio e cavoli.

Per gli avvicendamenti possiamo annoverarla tra le piante da rinnovo. È quindi tra quelle che possono essere inserite quando si comincia su di un terreo un ciclo colturale, all’inizio di una rotazione. Infatti è tra gli ortaggi che richiedono un suolo più ricco.


Semina e messa a dimora

Si effettua in semenzaio riscaldato: nel sud Italia in gennaio-febbraio, al centro-nord in marzo. Il seme sarà distribuito in ragione di 2 g per un metro quadro di semenzaio. Quando le piantine hanno raggiunto 6-7 cm di altezza ed hanno emesso la quinta foglia, si trapiantano in vivaio e dopo due mesi si piantano nell'orto alla distanza di cinquanta centimetri sulle file e settanta centimetri tra le file. L'operazione sarà effettuata da febbraio a maggio.


Concimazioni

melanzane fiori La concimazione organica consiste nell'interramento profondo di tre quintali di letame per cento metri quadri di orto. Come tutte le solanacee per produrre abbondantemente necessita di suoli molto ricchi in nutrienti e in sostanza organica. Sopporta in maniera egregia anche lo stallatico non completamente stagionato.

Di solito, per preparare l’impianto, si lavora il terreno inglobando almeno 30-40 kg di ammendante per ogni 10 mq di superficie.

In linea generale però solo questa lavorazione non è sufficiente perché si tratta di piante avide di azoto e soprattutto potassio. Sarà quindi necessario, prima della messa a dimora definitiva, spargere buone quantità di concime granulare a lenta cessione. Ottimo è quello che si usa anche per i pomodori.

Possiamo dire che per una nutrizione ideale bisogna somministrare fino alla fioritura un prodotto NPK 1-1-1, dalla fioritura all’allegagione 1-2-2, dall’allegagione alla raccolta 1-2-3.


Cure Colturali

melanzane Consistono nella scerbatura, e zappettatura per eliminare le erbe infestanti e arieggiare il terreno, nella sostituzione delle piantine morte e nella potatura o cimatura.

Tutori: Le melanzane necessitano dalla messa a dimora dell’ausilio di sostegni. Senza di essi la pianta potrebbe essere abbattuta da un colpo di vento o dal peso dei propri frutti. L’ideale è dotarle di un tutore di ferro o di legno alto almeno 50 cm al quale andrà legato il fusto in più punti tramite del filo di rafia o del tubetto in plastica. Non bisogna stringere troppo altrimenti, con la crescita, potrebbero crearsi delle strozzature nel fusto che potrebbero compromettere la salute dell’individuo.

Cimatura: quando le piante hanno raggiunto circa i 40 cm di altezza è bene procedere con la cimatura del fusto. Da quel momento dovranno poi essere anche eliminati tutti i germogli ascellari. In questa maniera la pianta smetterà di crescere (avrebbe di natura una crescita indeterminata, quindi verrebbero sempre privilegiati gli apici) e si concentrerà nell’allegagione dei frutti già presenti.


Raccolta

Si effettua su frutti ancora non del tutto maturi, da giugno in poi sulle precoci, e si protrae per quattro o cinque mesi sulle varietà tardive.

Anche se si tratta di un ortaggio che va raccolto quando è ancora lontano dalla maturazione, le melanzane possono essere difficili da raccogliere le prime volte, perchè a differenza di altri frutti e ortaggi, non subiscono una evidentissima variazione di colore durante il processo di maturazione.

Le melanzane sono infatti viola praticamente per tutto l'arco della loro crescita, diventando marroncine solo quando ormai sono prossime a marcire. Vediamo allora alcune indicazioni che ci possono tornare utili per la raccolta delle melanzane.

Per prima cosa guardiamo la buccia e cerchiamo di capire se è luccicante e brillante o se invece è ancora opaca. Quando le melanzane sono opache sono ancora molto immature e quindi non vanno raccolte.

Un altro metodo quello di toccare la melanzana e tastare la sua durezza. Se è troppo dura va lasciata maturare ancora un po' mentre se è troppo molle al tatto va assolutamente rimossa perchè potrebbe essere molto matura, forse troppo matura.

Nel dubbio comunque cercate di raccogliere le melanzane sempre in anticipo piuttosto che in ritardo, perchè l'ortaggio maturerà comunque un pochino una volta staccato dalla pianta.

Procedete alla raccolta aiutandovi con uno strumento da taglio come un forbicione o un coltello e recidete il frutto sul rametto appena sopra l'attaccatura.


Esposizione

Per produrre al meglio queste piante necessitano sempre un’esposizione soleggiata e calda, possibilmente riparata dal vento freddo. Meglio saranno posizionate e migliori risultati riusciremo da ottenere.


Irrigazioni

melanzane bianche L'irrigazione deve essere costante. Prima dell'allegagione si innaffia tre volte la settimana, poi una sola volta. Si dovrà aver cura di non bagnare le foglie per non creare situazioni che favoriscano lo sviluppo di malattie crittogame.


Parassiti e avversità

parassiti melanzane Fra le crittogame segnaliamo, la peronospora della melanzana che viene curata o prevenuta con irrorazioni di poltiglia bordolese.

I parassiti più comuni, sono il ragnetto rosso, il vaiolo e la dorifora decemlineata che può rapidamente distruggere il raccolto. Quest'ultima si combatte praticando irrorazioni a base di arseniati.

Come le altre solanacee la melanzana è vittima di parecchi parassiti. Sono piuttosto frequenti la dorifora, i tripidi, gli aleurodidi, gli afidi, gli acari e anche le cimici. In linea generale, se dovessimo incorrere in uno di questi, si può far ricorso ad insetticidi a base di piretro o piretroidi. Il vantaggio è che agiscono velocemente e generalmente hanno un tempo di carenza piuttosto breve. Spesso ci consentono di raccogliere e consumare il prodotto già tre giorni dopo la somministrazione.

Per gli acari si dovrà ricorrere invece ad acaricidi, purtroppo abbastanza aggressivi.

Possono insorgere anche malattie crittogamiche quali botrite e marciumi basali. Combatterli è piuttosto difficile, ma ciò che si può fare è una buona opera di prevenzione regolando le irrigazioni e alleggerendo il terreno tramite ammendanti.

Se le piante crescono in una ambiente troppo chiuso (ad esempio una serra), dove l’umidità tende a ristagnare, possono insorgere problematiche legate all’alternariosi. Provoca macchie necrotiche lacerate a centro, su foglie e frutti.

Per prevenirla è bene aumentare la circolazione dell’aria.

È comunque una buona pratica distribuire con una certa regolarità rameici.


Varietà

Varietà melanzane Violetta lunga palermitana, viola scuro a frutto allungato; la Violetta lunga delle cascine con frutto violetto;

Violetta nana precoce a frutto piccolo.

La melanzana di Murcia con foglie e fusto spinosi, frutto violetto, rotondo;

La mostruosa di New York con frutto violetto enorme;

la tonda comune di Firenze, violetto pallido ibrido, con pochi semi, polpa tenera e compatta


Storia della Melanzana

melanzane new york Introdotta in Spagna all’inizio del Medioevo dagli arabi, la melanzana è in realtà originaria dell’Asia e più precisamente dell’India. All’inizio venne considerata velenosa (da cui il suo nome che letteralmente significa “mela insana”). Venne rivalutata solo a partire dal XIX secolo, quando cominciò ad apparire nei nostri piatti.

La melanzana attuale deriva da una specie selvatica, il solanum incarnum, endemico dell’Africa e del Medio Oriente. La sua addomesticazione è stata datata grazie ad antichi scritti cinesi e risalirebbe al primo secolo a.C. Come il pomodoro, anche questa pianta presentava dei frutti molto piccoli, assolutamente privi di interesse dal punto di vista alimentare. Solo grazie alla selezione e all’ibridazione il frutto è diventato di dimensioni più grandi, in definitiva quello che conosciamo.


Melanzana: Semina o acquisto delle piantine

tipo melanzane Si effettua alla fine da metà a fine inverno nelle regioni meridionali. Al Nord invece è preferibile procedere nei mesi di febbraio e marzo, possibilmente avvalendosi di lettorini riscaldati. La temperatura ideale per la germinazione deve essere di circa 18°C. Mediamente con soli 2 grammi di semente si riescono ad ottenere le piante per circa 100 mq di terreno. Per accelerare la germinazione (che avviene mediamente in 12 giorni) si possono porre i semi in della bambagia umida e in una stanza tiepida.

I semi possono essere posti in cassette (per poi essere ripicchettati), in vasetti di torba (da interrare direttamente a dimora) oppure in vassoi alveolari, da cui risulterà piuttosto semplice prelevare le piantine senza rompere il pane di terra.

Acquisto una scelta possibile per chi non voglia cimentarsi nella semina è l’acquisto delle piantine presso vivai o rivenditori specializzati. Per chi abbia un piccolo appezzamento di terreno può rivelarsi un’ottima soluzione. Infatti spesso si trovano piante molto ben impostate e di varietà fruttifere e resistenti alle avversità.

Se abbiamo poco posto possiamo anche prendere in considerazione i piantini innestati: dovrebbero essere più resistenti alle malattie dell’apparato radicale e dare una produzione maggiore.

Precisiamo però che l’utilizzo di portainnesto resistente non deve prescindere dal mantenere buone pratiche di rotazione perché se il terreno è particolarmente infestato da nematodi o altri parassiti, anche il miglior apparato radicale può fare ben poco.