Pomodoro - Lycopersicon esculentum
Il pomodoro, il cui nome scientifico è Lycopersicon esculentum, fa parte della famiglia delle Solanaceae ed è originario del continente americano, in particolare della zona centromeridionale: Perù, Colombia ed Ecuador. Quando giunse in Europa i suoi frutti vennero a lungo considerati velenosi (come lo sono effettivamente quelli di molti esponenti della sua famiglia). Per questa ragione per diversi secoli fu impiegato solamente a scopo decorativo. Bisogna evidenziare anche che all’epoca i frutti prodotti erano molto più piccoli e meno gustosi di quelli che conosciamo oggi, ottenuti solamente grazie ad incroci e selezioni accurate.
L’ibridazione tra le differenti 9 specie ci ha donato una gamma ampissima di pomodori: si possono trovare in tantissime dimensioni, colori e gusti differenti. Negli ultimi anni, in particolare, si è lavorato sull’eliminazione del gusto acido e sulla maggiore conservabilità. Grandi successi su questo fronte sono venuti dalle varietà a ciliegia, dai datterini e da quelli a grappolo.
Il Lycopersicon esculentum, originario delle zone tropicali e subtropicali dell’america latina (probabilmente Perù o Messico), viene coltivato in tutta Italia sia in colture da orto che industriali.
La pianta normalmente raggiunge un’altezza che varia dai 50 cm a 2 m. Presenta della peluria sia sul fusto che sulle foglie ed è di portamento eretto o sarmentoso (in relazione alla tipo di coltura scelto).
Il fiore solitamente cresce nella parte opposta alla foglia e assume una forma a calice di color giallo. La bacca del pomodoro - di forma, dimensione e colore variabili in relazione alla varietà - presenta una buccia liscia e una polpa carnosa con una suddivisione interna in logge, contenenti i semi di forma circolare appiattiti di color bianco giallo.
Le varie tipologie di pomodoro vengono suddivise sia in base alla forma della bacca, sia in base all’utilizzo finale della stessa.
Possono essere:
- tondo;
- a peretta;
- ovale;
- costoluto;
- a grappolo.
In relazione all’utilizzo finale si possono avere pomodori da mensa, da concentrato, da succo e da pelati.
Generalmente le varietà consigliate per l’orto sono quelle da mensa e da conserva, sia per il tipo di coltivazione sia per il tipo d’impiego.
Le varietà che vengono consigliate per l’uso fresco sono le seguenti:
Ace F1 Tondo .Semina febb/apr .Raccolta giug/sett Rampicante
Ausonio F1 Tondo Semina febb/apr Raccolta giug/sett Rampicante
Monte Carlo F1 Tondo Semina febb/apr Raccolta giug/sett Rampicante
S. Marzano 2 Peretta Semina febb/apr Raccolta giug/sett Rampicante
Roma VF Peretta Semina febb/apr Raccolta giug/sett P. Bassa
Cuor di Bue Cost. Semina febb/apr Raccolta giug/sett Rampicante
Ben Hur F1 Cost. Semina febb/apr Raccolta giug/sett Rampicante
Principe Borghese Ciliegia Semina febb/apr Raccolta giug/sett Pianta Bassa
La sigla F1 indica che le varietà sono Ibride.
- Nome: lycopersicon esculentumRaccolta: I frutti una volta maturi in estati e le foglie tra marzo e maggio.Proprietà: Antiartritico, calmante e rinfrescante.Famiglia: Solanacee.Nomi comuni: Pum...
- da un paio di anni sul fusto circa (venti cm. Fuori dal terreno)dei pomodori coltivati all’aperto si secca,diventa scuro e poi muore tutta la pianta mi sa dire che cose...
- Da un po di tempo ho scoperto una grande passione per l'agricoltura e sto cominciando a imparare un po da solo oppure chiedendo informazioni a chi ne capisce di più. Volevo dire che ho piantato divers...
- Buongiorno, ho sei piante di pomodoro in vaso e purtroppo sono quasi ricoperte di (mi sembra) piccoli moscerini neri gradirei sapere cosa fare grazie....
La coltivazione del pomodoro in pieno campo è piuttosto semplice e con un minimo di impegno è alla portata di tutti. È tra i prodotti capaci di dare più soddisfazione in assoluto: infatti alcune componenti aromatiche si perdono col passare dei giorni e in seguito alla refrigerazione. Il prodotto appena colto è spesso molto più gustoso di quello che si può trovare in commercio.
La pianta di Lycopersicon esculentum non resiste alle basse temperature. Per questo motivo la coltivazione viene effettuata nel periodo primaverile-estivo. Nelle regioni del sud la coltivazione può essere anticipata di un mese o due in relazione alle condizioni climatiche. Può essere coltivata anche in serra o in tunnel, ed in questo caso si può coltivare tutto l’anno. Le piante di pomodoro solitamente vengono trapiantate a una distanza di 20-30 cm sulla fila e di 1-1,5 metri tra le file.
La preparazione del terreno è molto importante dato che la coltura resterà a dimora per più di 5 mesi. La struttura deve essere ben sciolta e fertile. Un eccesso di sostanza organica può essere fonte di marciumi radicali: per questo motivo raramente si effettuano concimazioni con letame ma si prediligono concimazioni minerali.
Il pomodoro ha portamento rampicante e per questo motivo è necessario un tutore che lo sostenga. Il tutore deve essere abbastanza robusto dato che dovrà sostenere il peso dei pomodori. Il trapianto si effettua solitamente nel mese di aprile/maggio al nord mentre si anticipa di un mese nel centro e nel sud. E’ importante, dopo il trapianto, tenere il terreno ben sgombro dalle erbe infestanti e ciò al fine di evitare l’assorbimento dell’acqua e dei sali minerali. E’ opportuno in seguito effettuare anche un leggero rincalzo per ricoprire le radici che affiorano dal terreno. Le annaffiature devono essere abbondanti e, nel periodo della fruttificazione, è consigliato aggiungere del concime solubile per dare un maggior apporto nutritivo.
Un’operazione molto importante è la sfemminellatura, che consiste nell’asportare i germogli secondari per favorire il germoglio principale.
La raccolta dei pomodori varia in base alla zona in cui ci troviamo, solitamente quelli da mensa vengono raccolti ancora verdi per aumentare la conservazione.
IL POMODORO IN BREVE |
Tipo di pianta | Erbacea, coltivata come annuale |
Forma | Rampicante o a cespuglio |
Altezza | Da 50 cm fino a 5 metri |
Larghezza | Da 60 cm a 2 metri |
Manutenzione | media |
Necessità idrica | media |
Rusticità | Non rustica |
Esposizione | Sole |
Temperatura ideale | 20-30 °C |
Terreno | Non esigente, ma ricco in materia organica e ben drenato |
Concimazioni | Abbondanti, ricche in fosforo e potassio |
Il solanum lycopersicum è una pianta vivace a vita breve, alle nostre latitudini utilizzata per lo più come annuale. È composta da uno o più steli sarmentosi che possono raggiungere anche i 7 metri di lunghezza. Le foglie sono suddivise in 5-7 foglioline di color verde chiaro che emettono un forte e caratteristico profumo. Lungo gli steli compaiono dei mazzetti di fiori gialli. Dall’ascella fogliare nascono continuamente nuovi steli: è quella che viene denominata “crescita indeterminata”.
Molto spesso avviene l’autoimpollinazione, che viene però fortemente incrementata nel caso i fiori siano visitati da insetti come i bombi (molto utilizzati in serra perché caratterizzati da una forte vibrazione capace di far cadere il polline sull’ovario).
I frutti sono caratterizzati da una grande variabilità: possono essere rotondi, piatti, a pera, allungati, costoluti, a cuore. Anche i colori disponibili sono tantissimi: sono annoverati il rosso, l’arancione, il rosa, il giallo, il bianco, il viola, il verde e anche un rosso scurissimo molto vicino al nero. Il peso va da pochi grammi fino anche a 4 kg. La consistenza della polpa e il gusto sono determinanti per la destinazione d’uso. Alcuni sono migliori per le insalate, altri per la preparazione di sughi, altri per l’allestimento di aperitivi. Altri ancora sono ottimi da svuotare e farcire.
Il pomodoro è senza dubbio una delle orticole che necessitano in assoluto più luce e calore perché i frutti risultino abbondanti e, soprattutto, ben saporiti. Nel Sud possono essere coltivati all’aperto per molti mesi all’anno. Nel Centro-Nord, invece, la coltura in pieno campo è possibile soltanto da metà primavera fino all’autunno. Se si vuole anticipare o prolungare la produzione è quindi indispensabile l’utilizzo di serre.
In linea generale teniamo presente che con temperature prossime allo O °C la pianta sicuramente muore. Il calore però non deve neanche essere eccessivo: al di sopra dei 32°C si ha una scarsa allegagione e probabilmente si produrranno delle ustioni sui frutti. La temperatura ideale per la crescita va dai 20 ai 30°C.
Questa solanacea non è particolarmente esigente in fatto di terreno. Predilige terreni profondi e ricchi di humus. Sono graditi anche quelli compatti, a patto che siano lavorati molto bene e sia garantito un buon sgrondo delle acque.
Generalmente si procede, già dalla fine dell’estate precedente, con una leggera zappettatura in maniera da eliminare i residui delle colture precedenti. A metà autunno invece si dovrà vangare ad una profondità di almeno 30 cm inglobando contemporaneamente gli ammendanti organici.
La semina si esegue in semenzaio a fine inverno, procedendo poi col trapianto a marzo (in serra) o in aprile-maggio (in piena terra). Le distanze di messa a dimora dipendono dalla varietà. Le file si distanziano dai 70 ai 120 cm, sulla fila invece bisogna lasciare dai 30 ai 60 cm tra una pianta e l’altra.
Già dalle prime fasi è basilare predisporre adeguati sostegni. Si può far uso di canne di bambù o di plastica, incrociate a formare una capanna (possibilmente unite in cima da una canna in orizzontale, per garantire più stabilità). Si possono usare però anche fili di ferro o reti. Mano a mano che le piante crescono vanno subito legate con rafia o tubetto morbido di plastica, perché in seguito può diventare arduo raddrizzarle.
IL POMODORO IN BREVE |
| Sud | Centro-Nord |
Semina in semenzaio | Gennaio-marzo | Febbraio-marzo |
Messa a dimora in pieno campo | Marzo-aprile | Aprile-maggio |
Raccolta | Maggio-novembre | Giugno-ottobre |
Concimazione di fondo | novembre |
I parassiti che colpiscono il pomodoro sono innumerevoli: dorifora, nottua, nematodi, afidi e acari. Si possono combattere con le giuste consociazioni e/o l’utilizzo di prodotti a base di piretro.
Tra le malattie crittogamiche segnaliamo l’alternariosi, la peronospora e il mal del colletto. È importante prevenire con regolare distribuzione di prodotti rameici e con irrigazioni oculate. Importantissimo per il problemi a livello radicale è il rispetto della rotazione delle colture.
I parassiti più pericolosi per il pomodoro sono presenti nel terreno, la Dorifera e i nematodi della patata arrecano molti danni alle radici del pomodoro. Si possono avere degli attacchi da afidi che, oltre a danneggiare i tessuti della pianta, provocano l’arricciamento della foglia e sono anche vettori di malattie virotiche. Per prevenire e combattere questi parassiti è opportuno irrorare le piante con dei prodotti a base di piretro, che oltre ad un’azione disinfettante hanno anche un tempo di carenza molto basso che permette di trattare le piante anche pochi giorni prima del raccolto.
Il pomodoro è una pianta da rinnovo e generalmente apre le rotazioni colturali. Bisogna evitare di coltivarla dopo altre solanacee e comunque l’ideale è effettuare una rotazione triennale o quadriennale con tutti gli esponenti della sua famiglia.
Può comunque seguire tranquillamente verdure a foglia, quali lo spinacio e la valerianella (che possono anche seguire, insieme a lattughe e cipolle).
Ottima la consociazione con sedano, cavolo ed ortica. Ottima anche quella con porri, rapanelli, spinaci, cicoria, aglio, lattuga, menta e fagiolini.
Anche per le malattie di tipo crittogamico l’apparato radicale è quello più colpito. In particolare due malattie fungine sono particolarmente diffuse: si tratta del marciume radicale e del marciume del colletto. Vengono colpiti anche il frutto e le foglie e si possono verificare delle macchie sulle foglie di color ambrato rossastro, e delle bolle circolari sui frutti di color verde scuro. Per prevenire alcune di queste malattie è necessario fare particolare attenzione alle quantità di concime e di acqua che andiamo a somministrare alle nostre piante. L’equilibrio idrico e di particolare importanza, é per questo motivo che è sconsigliato lasciare seccare il terreno in modo eccessivo e successivamente inzupparlo per cercare di rimediare.
Le irrigazioni devono essere molto regolari, senza mai lasciare che il terreno si asciughi, ma neanche che si creino dei ristagni. È molto importante evitare le irrigazioni irregolari e durante le ore più calde. Lo shock termico può infatti causare spaccature nei frutti. Evitiamo anche di bagnare le foglie: questa è una delle cause più frequenti dell’insorgenza di crittogame.
Per ottenere il meglio da questa coltura l’ideale è l’utilizzo di impianti di irrigazione tramite ali gocciolanti o tubi porosi, abbinati a film pacciamante.
Il pomodoro necessita di terreni molto ricchi di sostanza organica e di macro e microelementi. Questi devono risultare subito disponibili per l’assimilazione in maniera che le potenzialità produttive siano mantenute.
Si consiglia di procedere già in autunno spargendo 40-50 t/ha di letame, maturo o fresco, che andrà inglobato con l’aratura o la vangatura.
In primavera si scaveranno solchi profondi sul cui fondo andrà distribuito ancora abbondante stallatico ben stagionato (badiamo però che le radici delle piantine non vengano poi direttamente a contatto al momento della messa a dimora). Tutto questo può poi essere coadiuvato dallo spargimento di concimi fosfopotassici. Molto adatte risultano le scorie Thomas e la cenere di legna. Si può comunque fare uso di prodotti di sintesi badando sempre che fosforo e potassio risultino abbondanti. Danno ottimi risultati anche le concimazioni fogliari e la somministrazione di prodotti liquidi tramite irrigazione.
Le cure colturali sono innumerevoli.
Prima di tutto è molto importante sarchiare il piede delle piante per mantenere il terreno ben permeabile all’acqua e privo di infestanti.
Qualche settimana dopo la messa a dimora sarà necessario rincalzarne la base in maniera che la pianta risulti ben stabile e sviluppi nuove radici superficiali.
Come abbiamo detto il pomodoro è una pianta a crescita indeterminata. Ciò significa che da ogni ascella fogliare si creano continuamente nuovi getti; la prima conseguenza è che il getto primario risulterà indebolito e i frutti faticheranno a crescere e a giungere a completa maturazione.
Per ottimizzare il raccolto è importante dedicarsi, almeno settimanalmente , alla scacchiatura eliminando tutti questi getti laterali, possibilmente prima che superino i 3 cm di lunghezza.
Altra importante operazione è la cimatura. Quando gli individui hanno coperto tutto il supporto che avevamo predisposto dovremo intervenire tagliando la cima. In questa maniera non proseguirà la crescita in verticale e la pianta si dedicherà all’allegagione e alla maturazione dei frutti presenti.
Tradizionalmente i pomodori da sugo o da conserva vengono raccolti quando raggiungono la piena maturazione. Quelli per il consumo fresco vanno invece raccolti a media maturazione, per evitare che perdano consistenza, trasportabilità e conservabilità.
In casa è ben evitare di porli nel frigorifero, visto che perderebbero buona parte del loro gusto. Teniamoli in una ambiente fresco, insieme ad altra frutta.
Le varietà sono davvero innumerevoli e ogni zona d’Italia ha le proprie predilette.
Tendenzialmente possiamo ricordare quelli ciliegino (tipo Pachino) o datterini. Da sugo sono eccellenti i perini o il famoso San Marzano. Da crudi sono ottimi i cuori di bue, i costoluti e i tondi da mensa.
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