Il peperoncino thai dragon

Il peperoncino thai dragon

Come peperoncino “Thai Dragon” si intendono in realtà diversi tipi di peperoncino coltivati in Thailandia e Cina e considerati un prodotto di base nella cucina asiatica. Hanno tutti la tipica forma a cornetto, più o meno lungo, e fanno parte della specie Capsicum annuum.

Sono inoltre diffuse molte denominazioni diverse (Thai, Thai Dragon, Bird’s Eye) che possono designare lo stesso o diversi peperoncini.

Qui parleremo della varietà che si trova più facilmente in Europa.

peperoncino thai dragon

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Caratteristiche del Thai Dragon

Gli esemplari producono frutticini a cornetto, lunghi in media da 5 a 10 cm e larghi 1-2. Inizialmente sono di colore verde medio per poi diventare di un bel rosso acceso, con la buccia lucida.

La polpa è compatta, ma molto sottile e concentrata sulla parte esterna del frutto: ciò consente una veloce essicazione sia in casa sia al sole.

La pianta ha forma espansa, alta quanto larga: di solito cresce fino a 70-100 cm ed è composta da diversi steli che possono necessitare di sostegni, soprattutto in aree particolarmente ventose o piovose.

Può essere inserita tranquillamente nell’orto, ma cresce agevolmente anche in vaso, a patto che abbia un diametro di almeno 30 cm e sia profondo altrettanto. Ha però anche buone qualità estetiche: i suoi frutti, rivolti verso l’alto, sono davvero attraenti. È possibile inserire degli individui nelle bordure, al posto di floreali annuali, oppure nelle aiuole formali, creando combinazioni allegre e gradevoli. Interessanti effetti si ottengono anche aggiungendone qualcuno alle composizioni floreali da porre in casa.


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Sapore e piccantezza del Thai Dragon

MIX PEPERONCINI La piccantezza del peperoncino Thai Dragon può essere classificata come medio-alta. Sulla Scala di Scoville si attesta le 50.000 e le 100.000 SHU. È quindi meno “caldo” di quasi tutti gli Habanero, ma più intenso del Calabrese. Teniamo presente che la piccantezza specifica di un frutto può dipendere da molti fattori: clima, terreno, concimazione, irrigazioni. Inoltre la quantità di capsaicina può variare molto anche in frutti provenienti dalla stessa pianta: in generale quelli più piccoli ne contengono di più di quelli grandi.

Per accentuare questa caratteristica si consigliano posizioni molto ben esposte (almeno 6 ore di sole al giorno) e abbondante potassio nelle concimazioni. Inoltre, al momento della maturazione dei frutti, è bene ridurre notevolmente le irrigazioni. La raccolta deve avvenire quando i frutti sono quasi totalmente maturi: rossi, ma ancora ben compatti.

È importante sottolineare tuttavia che l’estremo “calore” di alcuni piatti orientali è più legato alla quantità di peperoncini impiegati che alla loro specifica piccantezza.

IL PEPERONCINO THAI DRAGON IN BREVE
Famiglia, genere, specie Solanaceae, Capsicum Annuun, Thai Dragon (varie denominazioni popolari)
Altezza e larghezza 60-100 cm per circa 80 cm
Frutti A cornetto, lunghi fino a 10 cm e larghi 1-2 cm; prima verdi poi rossi
Fiori bianchi
Rusticità Bassa (mai meno di 12°C)
esposizione Pieno sole
Germinazione dei semi A 25°-28°C, in circa 8 giorni
Necessità idrica alta
Terreno Ricco, fresco, ma ben drenato
Necessità idrica Media
Terreno Ricco in materia organica, fresco
Concimazione Prodotti ad alto tenore di potassio
Uso Orto, vaso, giardino


Storia del peperoncino in Asia

Come sappiamo il Vecchio Mondo scoprì il peperoncino solo con l’arrivo nelle Americhe, grazie alle esplorazioni di Cristoforo Colombo. All’inizio del 1500 questo prodotto era già estremamente diffuso e utilizzato nella cucina messicana e delle isole caraibiche. Il primo contatto avvenne nell’isola di Hispaniola, una delle prime a venir scoperta ed esplorata. La diffusione del peperoncino fu piuttosto lenta in Europa, contrariamente a quanto successe in Asia. I frutticini vennero portati in Oriente dai Portoghesi (che allora avevano in quell’area il monopolio delle spezie). In Cina, India e Thailandia la popolazione era già abituata ai cibi fortemente speziati e cominciarono subito ad inserire questo nuovo sapore nelle loro ricette.

Oggi è diventato davvero indispensabile e, soprattutto in Indocina, si contano sulle dita di una mano i piatti tipici che non ne facciano uso.

Bisogna in ogni caso precisare che il peperoncino è andato solo a sostituire altre spezie in uso precedentemente, cui viene mescolato ancora oggi. Prima del 1600 si faceva infatti ampissimo impiego del pepe che veniva macinato e unito a tutte le pietanze. Si usava in tutte le sue declinazioni, da quello nero (il più forte) al bianco, al grigio, ma anche verde (raccolto acerbo e usato da fresco o in salamoia). Ancora oggi quest’ultimo è considerato indispensabile alla riuscita di molti piatti. Apprezzatissimo è anche il pepe di Sichuan: è meno piccante, ma aggiunge un aroma agrumato e dolce.

Altro aroma comunissimo era lo zenzero: in Oriente sono diffuse molte varietà a noi sconosciute e che si differenziano per caratteristiche note fruttate. Era, ed è, grattugiato abbondantemente in ogni piatto oltre ad essere la base di molti soffritti.

A tutte queste spezie è per di più attribuito un importante ruolo antisettico.


Come coltivare il thai dragon

thai dragon Il peperoncino Thai Dragon è ideale per chi voglia iniziare la coltivazione di questa aromatica: è una delle specie più semplici da far crescere, dà un raccolto abbondante e raramente viene attaccata da parassiti o crittogame.

Come ottenere le piantine?

Le piantine di peperoncino Thai Dragon non si trovano facilmente, se non in vivai specializzati in questo tipo di colture. Chi volesse sperimentare questa varietà specifica può crescere uno o più esemplari direttamente da seme: le bustine sono piuttosto comuni in commercio o presso rivenditori in internet.

Semina

La semina può essere effettuata in casa o in serra riscaldata (per anticipare la coltura): in questo caso si può cominciare già a gennaio-febbraio, anche a seconda delle nostra collocazione geografica. Se vogliamo seminare all’esterno dovremo invece aspettare almeno aprile. Teniamo presente che la germinazione avviene solo con temperature tra i 20 e i 25°C e che le prime foglioline si vedono dopo 8-10 giorni. Scegliamo un substrato leggero, ma capace di mantenersi umido a lungo.

Volendo si possono spargere i semi su della carta assorbente, vaporizzando spesso e trasferendo nei vasetti allo spuntare della prima radichetta.


Trapianto ed esposizione Thai Dragon

Il trapianto in vaso o in piena terra deve essere attuato solo quando le temperature siano stabilmente al di sopra dei 18°C, indicativamente nel mese di maggio. Le piantine devono aver raggiunto i 10 cm di altezza. L’apparato radicale è molto superficiale e fragile e va quindi trattato con la massima delicatezza.

Scegliamo un’area ben soleggiata e al riparo dai venti forti. Predisponiamo da subito uno o più tutori per esemplare, legandovi gli steli mano a mano che crescono.

La distanza tra un esemplare e l’altro deve essere di almeno 50 cm sulla fila e tra le file.

IL CALENDARIO DEL PEPERONCINO THAI DRAGON
Semina in casa Gennaio-marzo
Semina all’aperto Aprile-maggio
Trapianto maggio
Cimatura Giugno-luglio
Raccolta Luglio-ottobre
Concimazione di fondo novembre


Terreno, concimazione e irrigazione

peperoncini Il substrato dei peperoncini deve essere ricco in materia organica, lavorato in profondità e capace di mantenersi fresco a lungo. L’ideale è, in pieno campo, lavorare l’appezzamento già in autunno inglobando una buona quantità di ammendante organico. Al momento della messa a dimora potremo, in ogni buchetta, aggiungere un cucchiaio di concime granulare per ortaggi, ad alto tenore di potassio (molto adatti sono quelli specifici per pomodori).

All’allegagione possiamo aiutare ulteriormente la pianta con qualche somministrazione di un prodotto liquido con le stesse caratteristiche.

Le irrigazioni devono essere sempre abbondanti, ma l’acqua va distribuita ad una certa distanza dal colletto per evitare l’insorgere di patologie. Evitiamo anche di bagnare le foglie. Soprattutto in estate è bene procedere la sera o la mattina per scongiurare uno shock termico alle radici.


In vaso

Questo tipo di peperoncino è molto semplice da crescere in vaso. Un buon substrato si può ottenere mescolando del terriccio per piante fiorite con un poco di stallatico stagionato e qualche manciata di sabbia. Sul fondo è importante creare uno spesso strato drenante con ghiaia o argilla espansa.


Cure colturali Thai Dragon

Thai Dragon Per mantenere il terreno sempre fresco e evitare l’insorgere di infestanti è bene pacciamare il piede delle piante con materiale di sfascio (erba, paglia o foglie sane).

Piante ben accestite con fiori e frutti abbondanti si ottengono effettuando frequenti cimature. Una volta che la pianta avrà raggiunto la sua dimensione definitiva eliminiamo gli eventuali nuovi getti laterali o basali e limitiamo l’ulteriore crescita (che andrebbe a discapito delle maturazione dei frutticini già presenti). Preferiamo sempre la qualità alla quantità.


Raccolta Thai Dragon

I frutti cominciano a maturare generalmente 70 giorni dopo il trapianto. Teniamo però presente che in questo è determinante il clima, l’esposizione e anche la qualità del terreno. La pianta è estremamente produttiva: ogni esemplare può fornire anche più di 200 frutticini. Aspettiamo che assumano la tipica colorazione rossa e raccogliamoli quando al tatto risultino compatti, ma leggermente cedevoli.


Conservazione

I peperoncini Thai Dragon danno il loro meglio quando sono utilizzati freschi: uniscono la media piccantezza ad un ottimo gusto dolce. Raccogliamoli quindi all’occorrenza durante il periodo vegetativo. Ad ogni modo i frutti si conservano molto bene in frigorifero per almeno una settimana.

In alternativa è possibile essiccarli esponendoli al sole: per velocizzare il processo poniamoli su dei vassoi di alluminio. A questo scopo scegliamo solo quelli perfettamente integri e privi di muffe.

Un’ottima alternativa è anche il forno a bassa temperatura (60-80°C), possibilmente ventilato oppure l’uso degli appositi essiccatori a ventola.




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