Uva fogarina
L'uva fogarina, è la varietà prodotta da uno storico vitigno che cresce nella zona di Reggio Emilia. La sua vite è particolarmente resistente alle più comuni malattie della pianta, e questo le permette di essere innestata in aiuto alle varietà più deboli. La maturazione del grappolo è piuttosto tardiva, tanto che la raccolta si conclude alla fine di ottobre o nei primi giorni di novembre. Nonostante il ritardo rispetto alle altre specie, questa varietà mantiene alto il livello di acidità tanto da costringere i viticoltori ad attuare alcuni accorgimenti per non rovinare la produzione del vino. Fino ai primi del novecento questa varietà veniva ampiamente coltivata, ma subì una drastica battuta d'arresto quando la legislazione la mise fuori dall'albo nazionale dei vigneti. A dispetto della sua buona produzione vinifera, la coltivazione andò lentamente scomparendo e il vino fogarino venne impiegato solo come vino da taglio per migliorare il sapore del classico Lambrusco.
A causa della legislazione che mette fuori dall'albo nazionale l'uva fogarina, il suo vitigno sta pian piano scomparendo. Molti viticoltori che credono nella buona produzione della vite fogarina, stanno tentando un rilancio del vigneto paragonandolo al Lambrusco. Un'attenta analisi del DNA della vite infatti lo collega come famiglia d'appartenenza proprio a questo storico vitigno, dando prova di essere una varietà altrettanto degna di appartenere alla denominazione d'origine controllata. Le motivazioni che stanno alla base di tale interesse, sono da ricercare intanto nell'ottima resistenza della varietà a malattie e parassiti, renderola un eccellente portainnesto per la varietà lambrusco; e poi nella storia contadina che la lega per tradizione ad un determinato territorio: Reggio Emilia. Inoltre il vino prodotto otteneva in passato notevoli risultati, e si ritiene sprecato al giorno d'oggi un suo esclusivo utilizzo come vino da taglio. Purtroppo le leggi attualmente in vigore rendono privo di rientro economico una produzione di vino fogarino.
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Durante i primi del novecento le coltivazioni di questa varietà interessavano 60 mila ettari di terreno e comprendevano i comuni di Gualtieri, Brescello e Borretto, oltre che Reggio Emilia. Il nome fogarina deriva probabilmente dalla capacità di quest'uva di accendere, o meglio esaltare, il sapore degli altri vini con i quali veniva miscelato, ma si ritiene possa derivare anche dall'arrivo nel reggiano della vite a causa dello straripamento del fiume Folgarin. In ogni caso i primi accenni ad una sua autoctonia derivano da alcuni testi medievali in cui veniva descritto come vino di uso comune. I registri ritrovati nei primi dell'ottocento nella cantina Domenico Rossi, ne accertano comunque la sua esistenza, facendo risalire ufficialmente la sua presenza a questa data. La coltivazione rimase predominante fino agli anni '70, anni in cui la legislazione la volle fuori dall'albo nazionale dei vigneti e ne decretò il successivo declino. Intorno al 2000 però il comune di Gualtieri cominciò il rilancio del vitigno utilizzandolo come innesto per rafforzare le coltivazioni lambrusche, soggette ad attacchi parassitari.
Come è logico supporre dalla sua storia, l'uva fogarina non ha mai avuto una produzione di vino famosa. Il vitigno però ha prodotto un composto che veniva descritto come un vino strutturato, dalla gradazione di circa 14 gradi, e dall'aroma fruttato preminente di lampone e ribes. Le produzioni del 2000, utilizzate come vino da taglio per migliorare l'aroma del Lambrusco, hanno dato conferma di queste sue caratteristiche. Considerando la varietà nera, che si caratterizza da acini scuri tendenti al violaceo, anche il colore del vino passa dal rubino al violetto profondo. Il profumo arriva con intense gradazioni floreali e speziate, aromi fruttati di ribes e ciliegia coadiuvati da aromi vegetali di peperoni. Il palato dunque assaggia un vino strutturato, adatto a carni rosse e piatti ricchi, di media acidità. Per sua caratteristica infatti questa varietà conserva alti livelli di acidità che vengono modulati a seconda del tipo di vino che si vuole ottenere. Vino dalle grandi aspettative, con la speranza che ottenga un giorno la tanta agognata denominazione d'origine.
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Ai primi del novecento erano addirittura 60 mila gli ettolitri di vino prodotti ogni anno dalla Fogarina, con i vitigni
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