Serre orchidee
La realizzazione di serre per orchidee rappresenta un investimento importante, che però necessita di conoscenze adeguate. Per esempio, l’umidità e la temperatura interna devono essere gestite con soluzioni tecnologiche che talvolta possono rivelarsi costose. Per quel che riguarda il riscaldamento invernale, si può fare affidamento in primo luogo su tecnologie già esistenti, come per esempio impianti o vecchie stufe, in maniera tale da riuscire a ridurre i costi.
D’altra parte, un aspetto importante è rappresentato dalla scelta della fonte energetica da impiegare: l’ideare sarebbe ricorrere al gasolio, se detassato, oppure sfruttare, quando disponibili, le sorgenti termali. Nel caso in cui la serra costituisce un prolungamento del riscaldamento di casa, invece, si ricorrerà al gas metano. A questo punto, si deve distinguere tra tre tipi di opzione: tubi alettati o radiatori se si dipende dal riscaldamento dell’abitazione; un generatore di aria calda direttamente installato nella serra; tubazioni a pavimento in presenza di acque termali o di strumenti di riscaldamento casalingo con acqua a bassa temperatura. Naturalmente, la scelta della tecnologia avviene anche in funzione del tipo di coltivazione; a seconda, cioè, che si tratti di una serra polivalente o di una struttura che accolga specie che hanno le stesse esigenze di temperatura. Resta il fatto che bisogna, per quanto possibile, provare a coniugare la resa calorica con i costi di installazione.
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Per quanto concerne il raffreddamento e l’umidificazione della serra in estate, si può fare ricorso all’apertura delle pareti, oppure, più semplicemente, al cambiamento dell’aria interna introducendo aria esterna, che sarà senza dubbio più fresca. Le soluzioni professionali, d’altronde, risultano compatibili dal punto di vista economico solo nel momento in cui vengono implementate in spazi sufficientemente grandi, visto che il costo delle infrastrutture di base risulta molto alto. Se si vuole realizzare una serra per orchidee fai da te non bisogna temere di ricorrere a soluzioni empiriche anche spartane, purché tali scelte vengano compiute con cautela. Per esempio, per il raffreddamento si può pensare a una ventilazione interna oppure semplicemente ad aprire le porte, tenendo però conto dell’intrusione probabile di agenti impollinatori, oltre che di una essiccazione eccessiva dell’aria.
Per quanto concerne l’umidificazione, invece, si può usare un classico vaporizzatore, oppure nebulizzare le cellule dell’acqua con ugelli appositi e compressore, che risucchi l’acqua e poi la nebulizzi. Insomma, anche il coltivatore amatoriale può dare vita a una serra senza spendere troppo. Ma quali sono i motivi per cui si costruisce una serra? Senza dubbio la coltivazione di orchidee richiede una struttura del genere: essa, però, come detto deve essere messa a punto rispettando alcuni parametri, o la coltivazione non andrà a buon fine.
Per esempio il controllo della temperatura diurna deve fare i conti con il veloce incremento dell’insolazione: per sfruttare al meglio tale caratteristica, si può fare riferimento a un sistema integrato che tramite un aspiratore situato nella zona più elevata della parete a sud estragga l’aria calda all’interno, in maniera tale che, in conseguenza della depressione interna che si verifica, dalla parte opposta entri aria fresca dall’esterno, grazie ai pannelli alveolari predisposti a nord. L’ingresso di aria esterna forzato finisce, naturalmente, per raffreddare l’intero ambiente interno: per ottenere un rendimento massimo dal punto di vista della riduzione della temperatura e dell’umidificazione, comunque, bisogna umidificare l’aria che entra, attraverso il procedimento denominato cooling, che prevede di rendere il percorso d’accesso dell’aria bagnato, forzato e lungo caricandola con particelle d’acqua. E’ bene tenere sotto controllo alcuni numeri: per esempio, lo scopo principale deve essere quello di ottenere una temperatura massima di trentadue gradi.
Nel caso in cui nelle serre siano posizionate delle orchidee anche nella parte superiore, occorre mettere l’aspiratore il più possibile in alto, in maniera tale da permettergli di estrarre il cuscino d’aria situato sotto il tetto con la massima facilità: sarà preferibile, per altro, disporre di un aspiratore più potente. Esso dovrà essere messo a sud o a nord a seconda dal tipo di microclima che si desidera ottenere nella struttura: se l’aspiratore viene installato a sud, infatti, dà origine all’interno a due settori climatici differenti; se viene installato a nord, d’altra parte, dà vita a temperature omogenee. Durante le notti invernali, la temperatura non dovrebbe andare oltre i quindici gradi.
Va precisato, in conclusione, che il riscaldamento ad aria produce, come conseguenza, un ambiente interno più secco: si tratta comunque di un limite che può essere superato e anzi trasformato in fattore positivo, nel senso che il flusso di aria caldo riduce il rischio di malcrescenze, soprattutto rispetto a quello che accadrebbe con un riscaldamento per irradiazione. A trarne vantaggio, inoltre, sarebbero le bagnature effettuate durante la notte, che rappresentano una soluzione particolarmente indicata per le piante di orchidea.