Kumquat - Fortunella margarita
Il kumquat (detto anche mandarino cinese) è un agrume, appartenente alla famiglia delle Rutaceae. Il vero nome botanico in realtà è Fortunella (dallo studioso inglese, Fortune, che lo introdusse per la prima volta in Europa, nel 1848) ed è originario per lo più della Cina centrale e secondariamente della Malesia
Arbusto denso o piccolo albero, che raggiunge negli anni i 3-4 metri di altezza, orginario dell'Asia; un tempo i
kumquat venivano considerati nella specie citrus, viste le numerose somiglianze con tale specie. Forma arbusti compatti, a crescita lenta, densamente ramificati, che talvolta presentano piccole spine sui rami; il fogliame è lanceolato, di dimensioni comprese tra i 4 e gli 8 cm, di colore verde scuro, abbastanza cuoioso e spesso, rigido, sempreverde. In primavera produce numerosi piccoli fiori a stella, bianchi, delicatamente profumati, cui seguono, in inverno, piccoli frutti ovali, simili a piccoli limoni, di colore che varia dal giallo all'arancio intenso; i frutti di
kumquat hanno la buccia dolce e la polpa asprigna, vengono consumati interi, crudi o caramellati. Questi alberi da frutto vengono coltivati anche nel mediterraneo e negli USA. Esistono numerose cultivar, ed anche ibridi con specie di citrus.
Si coltivano in luogo soleggiato, possibilmente riparato dai venti invernali; i kumquat durante l'inverno attraversano una fase di riposo vegetativo, per questo motivo possono sopportare anche temperature rigide, vicine ai -10°C, senza danno alcuno.
Cresce e fruttifica bene se è posizionato dove sia raggiunto dal sole per la maggior parte della giornata. Gradisce posizioni calde e riparate dai venti freddi che possono far cadere prematuramente i fiori o inficiare la maturazione dei frutticini.
L’ideale è quindi, specie se viviamo nel Centro-Nord, inserirlo nelle vicinanze di un muro esposto a Sud.
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È un albero da frutto molto interessante sia dal punto di vista produttivo sia per la doti decorative: i singoli frutti possono essere gustati tranquillamente con la buccia, molto sottile e aromatica. I suoi fiori bianchi, raccolti in mazzetti, sono molto profumati e sono prodotti con una certa continuità per tutto il periodo vegetativo, anche se il culmine si ha tra giugno e luglio.
Le foglie, persistenti, sono molto lucide, di color verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore.
I frutti sono lunghi 3-4 cm e larghi 2, di forma ovale. La buccia è arancione vivo. Si possono consumare freschi, anche se il loro sapore risulta leggermente acido, oppure essere impiegati per la realizzazione di marmellate, di canditi o per aromatizzare liquori.
La coltivazione del kumquat non è difficile, soprattutto se paragonata ad altri agrumi. Come abbiamo detto viene spesso scelto come alberello decorativo per la sua grande capacità di adattamento a diverse situazioni pedoclimatiche. Le sue ridotte dimensioni e la fruttificazione abbondante lo rendono ancora più adatto a questo scopo.
Messa a dimora | Ottobre-novembre; aprile-maggio |
Fioritura | Giugno-agosto |
Raccolta | Da novembre a maggio |
Potatura | Giugno-luglio |
Da marzo a ottobre annaffiare regolarmente, attendendo sempre che il terreno sia ben asciutto tra un'annaffiatura e l'altra; durante i mesi freddi annaffiamo solo in caso di siccità prolungata. Durante il periodo vegetativo forniamo, ogni 10-15 giorni, del concime specifico per agrumi, mescolato all'acqua della annaffiature.
Si coltivano in un buon miscuglio di torba, humus e sabbia o pietra pomice, per garantire un buon drenaggio. Nelle zone con inverni molto rigidi si possono coltivare anche in vaso, ricordando di rinvasare gli arbusti ogni 2-3 anni.
Il kumquat vuole un suolo ricco e che rimanga fresco a lungo. È però molto importante che il drenaggio sia ottimo, per evitare l’insorgenza di patologie a livello radicale. Sono quindi assolutamente sconsigliati i terreni calcarei o argillosi. In primo luogo questi non permettono un ideale sgrondo delle acque. In linea generale sono caratterizzati da pH da subalcalino ad alcalino e questo è causa della comparsa della clorosi fogliare (da curare poi con ferro chelato).
Moltiplicazione
avviene per seme, anche se in genere le piante prodotte da seme non sono identiche alla pianta madre, e talvolta sono più delicate; in genere si propagano innestando i giovani polloni su portainnesto di Poncirus trifoliata.
Parassiti e Malattietemono l'attacco della cocciniglia e degli acari.
Tra gli agrumi è sicuramente quello più rustico. Le parti legnose possono infatti sopportare anche -10°C, senza perdere le foglie. Saranno danneggiati soltanto i frutti che cominciano a cadere e deperire già a -3°C.
In tutto il Nord (fino a 600 m sul livello del mare) e nelle regioni appenniniche è consigliabile coltivare la
fortunella in vaso, in maniera da poterla ritirare durante la stagione fredda. Se vogliamo provare ad inserirla direttamente in giardino dovremo, verso novembre, coprire tutta la parte aerea con più strati di tessuto non tessuto. Chiaramente il posizionamento a ridosso di un muro ben esposto sarà di aiuto.
Nel Centro-Sud, sulle coste e sui grandi laghi del Nord, invece, può essere coltivato in piena terra senza ricorrere per forza a protezioni invernali.
I periodi migliori per la messa a dimora in terra sono l’autunno (dove gli inverni risultino miti) o la primavera (nelle regioni settentrionali), aspettando che siano terminate le gelate.
Si procede scavando una buca profonda e ampia almeno 80 cm. Sul fondo bisognerà predisporre uno spesso strato drenante a base di ghiaia o meglio ancora pomice o lapillo vulcanico.
Se il substrato estratto risultasse compatto sarà bene sostituirlo con un prodotto appositamente studiato per agrumi o aggiungervi una buona quantità di sabbia grossolana. Per rendere ancora più aerato e ricco il terriccio bisogna mescolarvi una buona quantità di stallatico sfarinato. Inseriamo la pianta facendo in modo che il colletto risulti a livello del terreno. Copriamo, pressiamo bene e irrighiamo abbondantemente, ripetendo per il primo mese ogni qualvolta l’area risulti completamente asciutta.
In questo caso è molto importante scegliere un contenitore di dimensioni adatte. Generalmente le piante sono vendute in vasi piuttosto sottostimati in quanto a volume. Il consiglio è quello di rinvasare il più presto possibile aumentando il diametro di circa 4 cm.
I vasi migliori sono in terracotta, visto che garantiscono una buona traspirabilità. Una buona alternativa sono anche quelli in resina, sia dal punto di vista funzionale che estetico. Evitiamo comunque sempre quelli provvisti di riserva d’acqua che potrebbero causare eccessiva umidità con conseguenze disastrose.
Sul fondo è sempre bene creare uno spesso strato drenante: il materiali più idonei da impiegare sono la ghiaia, la pozzolana o dei piccoli cocci.
Per quanto riguarda il substrato possiamo scegliere se acquistarlo pronto (si trovano in vendita prodotti appositamente studiati per gli agrumi) oppure comporlo noi stessi. L’ideale è creare un insieme ricco, subacido e con una grande quantità di sabbia e argilla al di sotto del 15%. Possiamo mescolarvi anche un po’ di pozzolana o pomice per migliorare il transito dell’acqua.
È molto importante inserire la pianta mantenendola al giusto livello: il punto di innesto (molto delicato negli agrumi) deve risultare a 5 cm di distanza dal livello del terreno.
In piena terra
Irrigazione in caso di caldo forte e carenza di precipitazioni è bene intervenire almeno due volte alla settimana distribuendo acqua in abbondanza.
Concimazione la concimazione deve essere eseguita in primavera, utilizzando prodotti specifici per agrumi, possibilmente a lenta cessione: distribuiamo il quantitativo consigliato dal produttore in tutta la zona coperta dalla chioma dell’albero.
Potatura non necessita di interventi severi e frequenti. Il più delle volte si procede equilibrando le varie branche dell’alberello dopo la fine della fruttificazione.
In vaso- Il substrato va sempre mantenuto leggermente umido, ma evitando i ristagni idrici. L’utilizzo del sottovaso è assolutamente sconsigliato.
- Distribuiamo del concime liquido per agrumi ogni due settimane durante il periodo vegetativo, quindi dalla primavera all’autunno. Possiamo anche optare per un prodotto granulare attendendoci sia per le quantità sia per la frequenza di somministrazione alle indicazioni del produttore. È ottima anche la farina di lupino, anche se non è di facile reperibilità.
- All’arrivo dell’inverno interromperemo gradatamente le irrigazioni, fino a quanto il substrato non risulterà asciutto in profondità. Questo manderà la pianta in riposo vegetativo. Verso novembre portiamo il vaso in una zona riparata. Vanno bene stanze in cui la temperatura sia compresa tra gli 8 e i 10 °C. Possiamo usufruire eventualmente anche di una serra fredda ben esposta. In casi estremi possiamo accostare le piante ad un muro esposto a Sud e coprirle con molti strati di TNT (valutando anche le temperature minime che si raggiungeranno). All’arrivo della primavera torneremo ad esporre lentamente le piante alla luce e al calore.
- Ogni circa 3 anni (5 anni per le piante adulte) dovremo rinvasare. È importante che il diametro aumenti gradatamente. Gli agrumi, infatti, tendono ad occupare tutto lo spazio a disposizione con le radici prima di dedicarsi totalmente alla fioritura e alla fruttificazione. Ricordiamoci di operare eliminando sempre tutte le parti infeltrite dell’apparato ipogeo.
- Se il vaso è molto grande possiamo limitarci a prelevare delle carote di terreno lungo il perimetro (con un piantabulbi) e sostituendolo con materiale nuovo.
Il mandarino cinese non necessita strettamente di potature. Si può intervenire dopo la raccolta per accorciare i rametti fruttiferi o dopo il rinvaso per equilibrare la forma e eliminare eventualmente le parti morte o danneggiate. Volendo possiamo impostare una forma: è molto diffusa la ricerca dell’alberello a chioma tondeggiante, ma anche un esemplare a spalliera può risultare molto decorativo.
Il kumquat può essere riprodotto tramite seme (anche se non sempre i risultati sono soddisfacenti), per talea o per innesto. Quest’ultima opzione è quella più raccomandabile visto che si possono scegliere portainnesti più resistenti alle patologie radicali e lo sviluppo generale risulta comunque più veloce.
Talea si devono prelevare delle porzioni di ramo semilegnose alla fine dell’estate. Vanno poi inserite in terriccio molto leggero e mantenute con temperature intorno ai 20°C e alta umidità fino a quando non comincino a vegetare. Possono poi essere spostate in una zona molto luminosa, ma non al sole diretto.
Innesto può risultare difficile per l’hobbista, anche se è il metodo che garantisce i migliori risultati. Si effettua a primavera inoltrata o autunno, quando le temperature non scendano mai al di sotto dei 20°C.
Generalmente come portainnesto si sceglie il poncirus trifoliata. Questo conferisce maggiore resistenza ai patogeni e al freddo.
Il principale nemico della fortunella è la cocciniglia. Si devono sempre sorvegliare con attenzione le piante. Se dovessero comparire sui rami questi insetti si può intervenire (se sono pochi) staccandoli e passando sulla parte dell’alcool.
Diversamente sarà bene intervenire distribuendo dell’olio minerale attivato con un insetticida sistemico, badando, prestando però particolare attenzione ai tempi di carenza prima di cogliere i mandarini.
VARIETÁ | FRUTTI | GUSTO | ALTRE CARATTERISTICHE |
Fortunella japonica | Frutti rotondi, giallo-arancio | Polpa acidula, buccia dolciastra | Dotato di spine |
Fortunella margarita | Frutti lunghi e ovali con scorza arancione | Polpa acida con scorza dolce | Non spinoso, più decorativo. La crescita è rapida |
Fortunella obovata | Frutti a pera, arancio acceso | Polpa acida e scorza dolce | Foglie ovali molto belle Il più resistente al freddo |