Rafano, Ramolaccio - Raphanus sativus
Il ramolaccio, detto anche radice d’inverno, è un ortaggio a radice poco comune nel nostro paese. In linea generale è molto simile al più diffuso ravanello, ma acquisisce un nome diverso per sottolineare la sua capacità di crescere anche durante i mesi più freddi dell’anno. Ha la caratteristica peculiare di avere un sapore più intenso e piccante rispetto agli altri. Viene in linea generale impiegato sia in abbinamento ad altre verdure crude (per esempio tagliato a fettine sottili nelle insalate) oppure grattugiato o conservato sott’aceto.E' un genere che comprende otto specie erbacee provenienti dall'Europa, dalle regioni mediterranee e dall'Asia Centrale. Le piante sono annuali biennali o perenni.
Le foglie sono lobate o pennatifide.
I fiori variano da un colore bianco al viola o al giallo pallido.
Il frutto è una siliqua e giunto a maturazione si rompe in corrispondenza delle strozzature tra un seme e l'altro.
Il ramolaccio è una pianta tendenzialmente biennale (fiorisce e fruttifica la primavera dopo la semina) appartenente alla famiglia delle Brassicaceae. La sua coltivazione si è diffusa in tutta Europa dalla fine del 1700: con tutta probabilità è una pianta endemica dell’Asia centrale e orientale, dove ancora oggi vengono coltivate alcune varietà di dimensioni davvero notevoli.
Questo ortaggio può essere cresciuto in quasi tutti i periodi dell’anno perché, contrariamente a quanto si crede, si adatta bene sia a temperature piuttosto rigide ( a differenza del più comune ravanello) sia a quelle molto elevate.
Sono erbacee che possono raggiungere al massimo un metro di altezza (anche se le varietà comuni da noi raramente raggiungono i 40), dotate di una radice a fittone ingrossata la cui forma può essere a cono, a cilindro oppure tonda, di una lunghezza compresa tra i 10 e i 45 cm. I colori più comuni sono il bianco, il rosa e il nero.
Le foglie sono suddivise in lobi e comunque dentate. L’infiorescenza viene prodotta dopo il periodo invernale. In seguito vi sono i frutti a forma di siliqua, contenenti i semi.
Il ramolaccio è, dal punto di vista nutrizionale, ricco di virtù. È infatti una buona fonte di vitamina C oltre che di minerali, quali il fosforo e il magnesio. Data la sua buona conservabilità è stato usato a lungo come antiscorbutico, ma ha anche capacità diuretiche e depurative nei confronti del fegato e della bile.
E' coltivato per le sue radici rigonfie che variano da due a dieci centimetri di diametro e trenta centimetri di lunghezza. Quella che comunemente viene chiamata radice, in effetti è l'ipocotile, cioè la parte del fusto compresa fra le foglie e il colletto della radice propriamente detta.
Le radici contengono un olio piccante che conferisce un gradevole gusto pungente.
IL RAMOLACCIO IN BREVE |
Tipo di pianta | Biennale erbacea |
Altezza a maturità | Fino a 45 cm |
Coltura | Semplice |
Manutenzione | bassa |
Crescita | veloce |
Necessità idrica | Medio-alta |
Moltiplicazione | semina |
Esposizione | Sole/ mezz’ombra (in estate) |
Terreno | Adattabile. Non troppo argilloso o con sassi |
Rusticità | Molto rustico |
Spazio tra le file | 15/30 cm |
Spazio sulla fila | 10 cm |
Temperatura/giorni per la germinazione | 8-30 °C/ 4-8 giorni |
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Il periodo di semina di questo ortaggio è molto prolungato. Si può procedere dalla fine delle gelate fino almeno alla metà dell’autunno. Per un orto familiare è caldamente consigliata la semina scalare, lasciando passare tra una sessione e l’altra dai 15 ai 20 giorni. In questa maniera il raccolto sarà garantito per quasi tutto l’arco dell’anno.
La germinazione è molto semplice in quasi tutti i periodi dell’anno, visto che avviene in breve tempo (da 4 ad 8 giorni) anche a temperature molto basse o alte (tra gli 8 e i 30°C).
Fino a quando non intervengono le gelate è quindi consigliata la semina a dimora, a spaglio, con successivo diradamento. Nel cuore dell’inverno è invece possibile ottenere germinazioni in casa, su letto caldo. In questo caso l’ideale è utilizzare appositi vassoi alveolari o ripicchettare prestissimo le piantine direttamente a dimora, in maniera che la radice si sviluppi poi nel terreno definitivo.
Volendo avere un raccolto più omogeneo si possono però anche creare delle file distanziate mediamente tra i 15 e i 30 cm (a seconda della dimensione che raggiungerà) e lasciando almeno 5-10 cm tra uno e l’altro.
Semina: si seminano a spaglio all'aria libera da marzo ad agosto ogni quindici - venti giorni.
Terreno: preferisce terreno sciolto.
Il ramolaccio gradisce la vicinanza di carciofi, bietole, rape, carote, sedano, indivia, spinaci, fagioli, fave, lattuga, melone, prezzemolo, piselli e pomodoro. La consociazione con la lattuga è assolutamente da consigliare perché riduce il sapore piccante.
Sono invece da evitare i broccoli, i cavoli, le zucchine, le patate e il cerfoglio.
Può tranquillamente precedere o seguire le più comuni colture orticole.
Consociazione: si consocia con lattughe, spinaci, carote, pomodori, fagioli. E' sconsigliata la coltivazione insieme ai cavoli.
Preferisce i climi temperati freschi, anche se dimostra una buona resistenza al freddo. Teme la siccità. Durante i mesi freddi l’esposizione ideale è sempre il pieno sole. Se invece coltiviamo il ramolaccio in altri periodi possiamo posizionarlo anche dove risulti un po’ più riparato. Soprattutto al Centro-Sud risultano durante l’estate più gradite posizioni parzialmente ombreggiate, specialmente durante le ore pomeridiane più calde. Ne trarrà giovamento anche il sapore, che diversamente potrebbe risultare troppo piccante.
Avviene quando le radici hanno raggiunto una grandezza tale da poter essere commerciate.
E' necessario non procrastinarne l'estirpazione, poiché il sapore della polpa potrebbe risultare alterato.
La raccolta si effettua dai due ai quattro mesi dopo la semina, a seconda del periodo di coltura. Il peso minimo si aggira sui 100 gr, ma dipende molto dalla specifica varietà. È importante che la radice si presenti ben croccante e soda, oltre che ricca di gusto. Se risulta ancora morbida, ricca di liquidi e poco aromatica è bene attendere ancora almeno una settimana.
Si procede estraendo le radici dal terreno aiutandosi con un forcone. Andranno quindi pulite e lasciate asciugare al sole per almeno un giorno, tagliando infine le foglie.
IL CALENDARIO DEL RAMOLACCIO |
Semina a dimora | Da febbraio a novembre |
Semina su letto caldo | Da novembre a febbraio |
Raccolta | Dai due ai quattro mesi dopo la semina |
Il ramolaccio sotto questo aspetto è piuttosto tollerante. Per avere ottimi risultati è però bene lavorarlo attentamente, rivoltando e sbriciolando le zolle fino almeno a 30 cm di profondità e liberandolo da eventuali radici e sassi. È infatti importante che il suo fittone non incontri ostacoli durante la crescita: potrebbero causare malformazioni o bloccare totalmente lo sviluppo.
È anche importante garantire un substrato capace di liberarsi velocemente dell’acqua in eccesso, mantenendosi però leggermente umido e fresco per un lungo periodo. Per ottenere questo è sempre bene migliorare la tessitura distribuendo abbondanti ammendanti organici (anche in concomitanza di colture precedenti) ed evitare eventualmente aree troppo argillose e pesanti.
Per ovviare ad un terreno poco drenante si possono predisporre dei dossi, alti almeno 15 cm, in cima ai quali inserire la nostra coltivazione. In questa maniera il drenaggio delle acque in eccesso sarà favorito.
Il ramolaccio non è un ortaggio esigente sotto questo punto di vista. Può tranquillamente crescere sfruttando ciò che è rimasto delle concimazioni predisposte per le coltivazioni precedenti. Viene infatti inserito negli appezzamenti per chiudere i cicli di colture, anche dopo piante molto esigenti come le solanacee.
Teniamo inoltre presente che un eccesso di azoto è molto spesso causa di spaccature nelle radici.
Le irrigazioni devono essere regolari. Il terreno deve quindi risultare sempre umido, ma bisogna assolutamente evitare i ristagni idrici perché potrebbero essere causa di insorgenza di marciumi nella radice o a livello del colletto.
Al contrario l’aridità del substrato è da sconsigliare perché favorisce l’insorgenza di un sapore estremamente pungente, piccante e amaro.
Il ramolaccio cresce con buona autonomia.
Mantenere l’appezzamento libero da infestanti è comunque sempre importante per evitare che queste soffochino la nostra coltura, oltre a rubare acqua e nutrimento. Nei primi tempi, però, è bene eliminarle operando con grande attenzione, soprattutto nei pressi del colletto: l’ideale è dedicarcisi molto spesso (in maniera da estirpare sempre esemplari appena spuntati) e solamente utilizzando le mani.
Al raggiungimento dei 15 cm di altezza si potrà invece cominciare ad utilizzare degli attrezzi per zappettare il terreno, liberandolo e rendendolo al contempo più penetrabile all’acqua.
Durante l’inverno, per evitare che temperature estremamente rigide (al di sotto dei -10°C) possano danneggiare la coltura, è bene predisporre uno spesso strato pacciamante a base di paglia, foglie o eventualmente stendere, specie durante la notte, uno o più strati di tessuto non tessuto. Queste operazioni non sono invece necessarie nel caso il terreno sia coperto da almeno 15 cm di neve. Questa, infatti, ha un ottimo potere coibentante ed è sufficiente per proteggere sia le radici sia la parte aerea dai venti freddi e dalle gelate.
Il ramolaccio è di solito piuttosto sano. Nelle prime fasi della coltura, specialmente in primavera e in autunno, può però diventare preda di chiocciole e limacce. Per combatterle si può far uso di trappole a base di birra oppure predisporre delle barriere con della cenere, della farina di mais o dei gusci di uova. Solo in casi estremi utilizziamo prodotti appositi, ponendo la massima attenzione del caso vi siano animali domestici o bambini.
Un altro nemico piuttosto frequente è l’altisa: un piccolo coleottero che attacca il fogliame creando dei buchetti. In caso di forti attacchi si può avere una evidente riduzione della crescita. La loro presenza è massiccia con tempo secco e caldo. Un buon modo di prevenire questa problematica è impegnarsi con frequenti irrigazioni e mantenere il suolo sempre leggermente umido.
Altri parassiti, meno dannosi, sono: il grillotalpa, gli afidi, la nottua, la mosca bianca. Sono da segnalare anche casi di peronospora, mosaico, ernia, vaiolatura e ruggine bianca.
Il ramolaccio si conserva molto bene anche per un lungo periodo. Nello scompartimento apposito per verdure nel frigo riescono a restare ben croccanti e compatti per circa una settimana. Se vogliamo conservarli di più ci conviene metterli in una cassetta e coprirli con della sabbia umida. Poniamoli poi in un locale fresco, aerato e non umido.
Alcune varietà molto conosciute sono: il bianco di Russia, il nero grosso lungo d’inverno, il Münchner Bier, il rotondo nero d’inverno. Interessanti anche il bianco tondo d’estate, il bianco di Strasburgo, il Black Spanish Long. Tra gli orientali segnaliamo Okhura, dal sapore delicato, il Rosa di Cina, Ilka, e il Tsukushi spring cross.